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Martedì Maroni presenta decreto per dieci nuovi Cie

Roma, 22 set. – Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, presentera’ al Consiglio dei ministri di martedi’ un decreto legge per la costruzione immediata di dieci nuovi Centri di Identificazione ed Espulsione e di due o tre centri per ospitare in strutture chiuse i clandestini che richiedono asilo e che attualmente sono liberi di muoversi in attesa che la loro pratica venga esaminata. Maroni lo ha anticipato a Bruno Vespa nel corso di una lunga conversazione sullo stato dell’immigrazione che sara’ pubblicato nel nuovo libro del giornalista “Un’Italia diversa. Viaggio nella rivoluzione silenziosa” in uscita da Mondadori- Rai Eri il 3 ottobre.

“La costruzione dei nuovi centri, uno per regione – ha detto Maroni a Vespa – era prevista nel disegno di legge approvato a maggio e in esame ora al Senato. Ma l’aggravarsi dell’emergenza nazionale impone di accelerare la scelta”.
“Per quanto riguarda i richiedenti asilo – ha aggiunto Maroni – l’anno scorso su quattordicimila domande, ne sono state accolte ottomila, divise tra profughi politici e persone inabili a tornare nel loro paese. I richiedenti oggi sono ospiti di centri speciali e sono liberi di muoversi. Noi prevediamo che invece vi restino chiusi in attesa del provvedimento della commissione. Se il provvedimento e’ negativo, attualmente i clandestini presentano ricorso al Tar e restano liberi in Italia in attesa che venga esaminato. Noi invece prevediamo che si proceda alla loro immediata espulsione, a meno che il prefetto non ritenga il ricorso fondato e ordini che i richiedenti restino nel centro, chiuso e controllato, ad aspettare l’esito del ricorso”.

Maroni nel libro di Vespa si dice contrariato perche’ nella prima meta’ di settembre gli sbarchi di clandestini provenienti dalla Libia non sono diminuiti rispetto allo scorso anno, nonostante il trattato di amicizia firmato il 30 agosto a Bengasi da Berlusconi e Gheddafi. Ha percio’ deciso di condizionare alcuni finanziamenti previsti dal trattato alla effettiva attuazione degli accordi. “Per ora – ha detto il ministro a Vespa – ho bloccato a La Spezia una nave che avrebbe dovuto portare in Libia trenta piccole imbarcazioni ad uso della polizia libica. Il nostro accordo prevede due misure per arginare l’immigrazione clandestina: il controllo delle frontiere meridionali della Libia per evitare l’arrivo di profughi da Eritrea, Etiopia, Somalia e Ciad e l’invio di sei motovedette italiane con equipaggio misto italo- libico che pattuglino le coste settentrionali della Libia per rimandare indietro le barche sfuggite ai controlli. L’Unione europea avrebbe dovuto finanziare il primo progetto, ma non l’ha fatto. Lo finanzieremo noi con trecento milioni di euro e la tecnologia di Finmeccanica che provvedera’ all’installazione di una rete satellitare di controllo. Ma Finmeccanica non comincera’ i suoi lavori se contestualmente non saranno partite le motovedette. Conto che tutto possa avvenire all’inizio di ottobre, dopo la conclusione del Ramadam e saro’ io stesso a bordo di una motovedetta per il viaggio inaugurale”.