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Federazioen Nazionale Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri su ddl 733

L’Ufficio Stampa della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri dichiara in una nota stampa: “Si dirama la lettera che il Presidente Amedeo Bianco ha inviato al Presidente della Commissione Giustizia del Senato, sen. Filippo Berselli, al Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, sen. Carlo Vizzini, e, per conoscenza, a tutti i Componenti delle due commissioni, in merito agli emendamenti che da alcuni senatori risultano presentati in sede di esame del DDL 733 sull’immigrazione.”

“Onorevole Presidente,
quale rappresentante della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ), Ente ausiliario dello Stato non posso non esprimere la forte e legittima preoccupazione dei medici e degli odontoiatri italiani riguardo agli emendamenti che da alcuni senatori risultano presentati in sede di esame del DDL 733 sull’immigrazione ed in particolare di quello volto ad abrogare il comma 5) dell’ art.35 del DLgs 286/’98) che attualmente recita “ l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”

Ciò che vale la pena di rimarcare è che, ferma restando la comprensibile e condivisibile attenzione che a livello statuale deve essere posta riguardo al problema sicurezza, quale valore positivo della comunità, è pur vero che eguale attenzione e pari dignità rivestono i principi di solidarietà, accoglienza e tutela della salute che fanno parte del codice genetico del nostro Paese.

Quale medico, rappresentante dei medici, non posso non sottolineare la violenza del conflitto che si andrebbe a determinare in carico al medico diviso tra il rispetto della normativa – laddove venisse modificata nel senso sopra detto – e i principi etico/deontologici professionali che è tenuto a rispettare e che ci tengo a ricordare hanno una valenza universale.
Un conflitto tra questi due imperativi sarebbe lacerante e mi sembra doveroso sottolineare, quale esponente di una categoria professionale fortemente radicata nel tessuto sociale, altamente destabilizzante.

La legittima preoccupazione di far fronte alle richieste di sicurezza sul territorio deve avere altre differenti risposte che non determinino ulteriori disorientamenti, che non inducano ad arretrare su principi già base della nostra cultura nazionale, che non determinino lacerazioni nel professionista medico, da un lato tenuto ai sensi dell’art. 3 del Codice di Deontologia Medica “ alla tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzione di età, di sesso, di etnìa, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali e sociali nelle quali opera”, e dall’altro quale cittadino al rispetto delle leggi.

La forte, partecipata richiesta che si viene sottoponendo alla Sua attenzione e a quella dei colleghi componenti della Commissione è quella del ritiro di alcun emendamento che nel senso sopra esposto possa venire presentato”