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CAS hotel Palladio a Montecatini: critiche le tutele sanitarie dei richiedenti asilo accolti

MEDU segnala diverse criticità e chiede al Governo misure di accoglienza adeguate

Ph: MEDU

La clinica mobile di Medici per i diritti umani (MEDU) si è recata in modo indipendente a gennaio e inizio febbraio presso il Centro di Accoglienza Straordinaria allestito all’interno dell’hotel Palladio a Montecatini, gestito dalla Cooperativa Differenze Culturali.

Le uscite sono stati resi necessari a seguito della segnalazione di alcune associazioni locali e alla diffusione di notizie preoccupanti in merito all’accesso alla salute degli ospiti del CAS. MEDU è, infatti, attiva nell’area metropolitana fiorentina da circa venti anni con l’obiettivo di fornire assistenza medica di base e orientamento ai servizi socio-sanitari territoriali alle persone in condizioni di marginalità abitativa e sociale.

Nel corso delle uscite sono state effettuate 32 visite a 28 persone, di cui 25 ospiti nelle strutture dell’hotel Palladio. «Dalle visite – racconta Medu – sono state riscontrate condizioni sanitarie precarie, tra cui lesioni da presunta scabbia, in almeno 8 pazienti. Il team di MEDU ha prontamente segnalato tali criticità all’ente Gestore responsabile della struttura, chiedendo un incontro urgente e un’attivazione immediata. Non avendo ricevuto alcuna risposta, è stata avanzata autonoma segnalazione all’Ufficio igiene della ASL competente. Ventuno dei 25 ospiti visitati hanno riferito di non aver mai incontrato un medico da quando sono giunti presso la struttura di accoglienza. La maggior parte, inoltre, non risultava iscritta al Sistema Sanitario Nazionale con relativa assegnazione del medico di famiglia, nonostante esista un obbligo di legge in tal senso. Il personale medico di MEDU ha riscontrato inoltre 2 casi di patologie croniche (diabete e ipertensione), casistiche per la quale risulta fondamentale una tempestiva presa in carico del paziente».

«L’hotel Palladio – prosegue l’associazione – può considerarsi rappresentativo di un sistema di accoglienza straordinaria (CAS) sempre più orientato verso un approccio emergenziale non in grado di garantire standard adeguati e dignitosi, a partire dall’accesso al diritto alla salute. Preoccupa inoltre la tutela della salute mentale, rilevante in un contesto in cui un’elevata percentuale di persone ha affrontato traumi migratori e in molti casi è sopravvissuta a torture e trattamenti inumani e degradanti nei Paesi di origine e lungo le rotte migratorie».

MEDU sulla base della propria esperienza e delle attività di monitoraggio in altre zone d’Italia ha rinnovato la richiesta urgente al Governo di garantire adeguate condizioni di accoglienza ai richiedenti asilo e rifugiati che giungono nel nostro paese, nel rispetto delle normative nazionali e delle convenzioni internazionali. Ciò è possibile, per l’associazione, «solo potenziando l’offerta di servizi di prevenzione e assistenza socio-sanitaria – inclusi quelli di salute mentale – e di informazione/orientamento presso i centri CAS e SAI al fine di garantire la tutela dei diritti umani fondamentali delle persone accolte e l’efficacia dei percorsi di inserimento socio-sanitario, lavorativo e abitativo, a vantaggio del benessere individuale e dell’intera collettività».