I centri di detenzione di Lampedusa, perché entrambe le strutture sono centri di detenzione, sono privi dei requisiti e dei documenti necessari per funzionare. Come nel caso del Vulpitta di Trapani, dove nel 1999 sei migranti persero la vita a causa di un rogo in una delle celle sbarrate con catenacci da saracinesca e assi di ferro, anche a Lampedusa sia il nuovo centro di accoglienza presso la base Loran, che il vecchio centro di accoglienza adesso denominato CIE
( Centro di identificazione ed espulsione) di contrada Imbriacola, risultano privi delle certificazioni e degli impianti antincendio obbligatori per legge.
In particolare, non sembra che nella ex base Loran esistano scale di sicurezza, quelle che, se fossero esistite, questa notte avrebbero forse evitato il ferimento delle due donne scampate alle fiamme a costo di procurarsi ferite nella caduta dalla finestra dalla quale di erano gettate.
Mentre il ministro Maroni cerca in tutti i modi, con gli allarmi più disparati, di distogliere l’attenzione dal suo fallimento personale nella missione a Tunisi e dalla situazione di indecente illegalità nella quale lo stesso Ministero del’interno ha “creato” i centri ( adesso di detenzione amministrativa) di Lampedusa, chiediamo a tutte le autorità competenti di verificane le condizioni di agibilità e le convenzioni sulla base delle quali sono state date in gestione a enti privati.
Chiediamo anche di conoscere il testo del decreto del Ministro dell’Interno
che, di concerto con gli altri ministeri competenti, si presume, avrebbe stabilito la trasformazione del centro di prima accoglienza di Lampedusa in un CIE, con un semplice tratto di penna, senza adeguare a norma le strutture già al collasso per l’elevato numero di migranti. Chiediamo la immediata chiusura di tutte le strutture di detenzione ubicate nell’isola di Lampedusa ed il ripristino di un vero centro di prima accoglienza e soccorso all’esclusivo scopo di garantire un più rapido transito degli immigrati iunti nell’isola verso altre strutture ubicate nel territorio nazionale.
Chiediamo inoltre di conoscere se ,alla data dei primi provvedimenti di respingimento
consegnati ai migranti rinchiusi nel centro di Contrada Imbriacola, il decreto istitutivo del CIE risultava già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, in quanto alla data del 26 gennaio scorso i decreti di respingimento, notificati assieme ai decreti di trattenimento, davano già per esistente il “Centro di identificazione ed espulsione”. Se prima di quella data il decreto istitutivo del CIE non fosse stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, tutti i provvedimenti di trattenimento, emessi a seguito del respingimento differito, adottati dal Questore di Agrigento,sarebbero radicalmente nulli.
Non si comprende come i giudici di pace possano avere convalidato, si presume alla presenza di un interprete, in così breve tempo, secondo come riferisce la stampa, centinaia di provvedimenti di trattenimento probabilmente nulli. Non si comprende neppure come nessuno dei difensori di ufficio, entrati nel CPA/CIE di Lampedusa al seguito dei giudici, sotto una nutrita scorta di polizia, abbia sollevato eccezioni sulla legittimità dei provvedimenti di trattenimento, e di respingimento, disposti peraltro dopo oltre trenta giorni dall’ingresso dei migranti nel territorio nazionale .
Sul tema ” Convalida del trattenimento amministrativo, difesa d’ufficio e diritti di difesa” l’ASGI Sicilia in collaborazione con l’Università di Palermo, promuoverà una iniziativa di studio, mercoledì 11 febbraio, ad Agrigento.