Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Mattino di Padova del 30 giugno 2009

«Neri, puzzate». E usa lo spray

Uno studente nell’aula Tito Livio chiama anche la polizia perché l’aria non è respirabile

«E’ successo venti giorni fa: mi stavo dirigendo all’aula studio di Galleria Tito Livio, dove di solito vado a studiare quando, fuori dall’ingresso, ho visto dei poliziotti che cercavano di sedare un botta e risposta concitato tra un gruppetto di ragazzi neri e un altro di italiani».
Jeff, nato nella repubblica africana del Togo ma cresciuto in Francia, 23 anni, al Bo studia Scienze politiche e racconta di un episodio di discriminazione razziale contro un ragazzo iscritto al corso di laurea in Diritti umani e una ragazza di colore. La studentessa è stata costretta a raccogliere il suo zainetto abbandonando l’aula studio dopo un’umiliazione consumatasi sotto gli occhi di tutti.
«Un’amica – riferisce Alessandro Della Marina, di Psicologia – mi ha raccontato che quel ragazzo, infastidito dal suo odore di sudore, ha spruzzato del deodorante intimo addosso alla giovane la quale, mortificata, è stata costretta ad andarsene. Al ché un gruppo di ragazzi ha preso le difese della studentessa, criticando il comportamento dello studente, il quale, però, difendeva la sua posizione tanto da chiamare la polizia».

Le reazioni. In aula studio, non si parla d’altro. «Un’offesa gravissima – punta il dito il somalo Ahmed Nurosman, di Relazioni internazionali – Un fatto non permissibile, a maggior ragione se si considera che quel ragazzo studia diritti umani: dovrebbe essere più sensibile di altri ai temi dell’integrazione». «Non mi è piaciuto per niente, è un fattaccio» aggiunge il togolese Credo Hossemey, iscritto a Ingegneria delle telecomunicazioni. «Non mi sarei mai immaginato che una cosa del genere potesse succedere; finora, non siamo stati vittime di comportamenti razzisti nei nostri riguardi» continua Leleng, ingegnere biomedico nativo del Togo pure lui.

Il preside. «Se veritiero – commenta cauto Gianni Riccamboni, preside di Scienze politiche – si tratta di un fatto inqualificabile e inaccettabile. Molto grave». Prima di passare ai provvedimenti disciplinari, vuole prove certe: «Invito i testimoni a venire da me per verificare l’episodio nei dettagli e da più punti di vista, poi procederò. Senza timori».

L’aula studio. Spaziosa, conta circa 200 posti; l’aula studio di Galleria Livio è aperta dal lunedì al venerdì (8.30-23), il sabato (9-23) e la domenica (9-19). Vi studiano ragazzi di tutte le etnie, iscritti a Scienze politiche, Psicologia, Lettere, Ingegneria, Farmacia e Medicina. Finora, a detta dei testimoni, non vi si erano mai verificati episodi di discriminazione razziale.