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da AlbaniaNews

Ravenna – Spartiti per Scutari Orkestra al Festival delle Culture

di Darien Levani

E il mezzo dubbio che mi viene ascoltando e che, chi sa che non avessero ragione, almeno per questa volta. E’ forse strano doversi trovare a Ravenna per riaprezzare la mia musica, per di più suonata da una ventina di stranieri, messi insieme da Bardh, un ragazzo gentile che incontriamo quasi distrutto dopo il concerto, ma che non per questo rinuncia ad un sorriso e a due chiachere.

Adesso, a beneficio della chiarezza, vanno detto subito due cose:

1. le canzoni di Scutari sono belle già di loro;

2. Spartiti per Scutari Orkestra (e grazie per quel Orkestra) sono già bravi di loro.

Per cui diventa anche irrilevante il fatto che abbiano scelto Scutari, maledizione, potevano anche rifare tutte le canzoni di Tiziano Ferro e interpetate da loro sono sicuro che sarebbero state quanto meno belle. Ma hanno scelto Scutari, grazie, ed è questo che fa la differenza. Una ventina di elementi : ragazzi e ragazze, italiani ed albanesi, americani e francesi, chitara e lodër, violino e voce per dire solo le prime che mi vengono in mente. Poi fisarmoniche, viola, violoncello, clarini, flauti, buzuki, mandolino, contrabbasso, tapan, darbuka, percussioni.

E dopo aver per tanto tempo sentito gente che spaccia la loro frustrazione per musica balcanica fratello non posso che togliermi il cappello. Quello che manca a tanti musicisti in questi anni veloci ed effimeri è trovare una passione, mantenerlo negli anni sono un altro paio di maniche. Per ragioni molte lunghe da spiegare in questo articolo modesto, è raro trovare un musicista che sappia ancora affrontarla la musica con curiosità ed onesta genuina, trovarne poi una ventina per di più tutti sullo stesso palco è un colpo di fortuna.

Preme ricordare chè la musica non è mai stato solo divertimento, la musica è disciplina, scoperta, è capricciosa in quanto non sempre obbedisce. Ammaestrarla la uccide, lasciarla andare ti uccide. Ma i Spartiti si avvicinano con timore e con coraggio, con rispetto lo stravolgono. Il problema di tutte le orchestre è quello che spesso più arrichiscono un brano e più questo si impoverisce. Non con questi ragazzi che una sera di pioggia mi hanno ridato la mia musica, sotto un altra forma e sotto una sala piena di albanesi ed italiani.

Una specie di Orchestra del Popolo: a volte anche uno è sufficiente.