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Articolo pubblicato dal settimanale Carta del 10 settembre 2010, n. 29

Quattro nuovi CIE entro la fine del 2010

di Sarah Di Nella

Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni
ha spesso ripetuto che entro la
fine del 2010 quattro nuovi Cie sarebbero
stati aperti in Veneto, Toscana,
Campania e nelle Marche.
A fine luglio però il sottosegretario
agli interni Alfredo Mantovano parlava
di un nuovo Cie in quattro regioni,
ma le Marche erano state sostituite dal
Piemonte. «L’obiettivo – diceva Mantovano
– è di aprire in qualche mese centri
anche in regioni densamente popolate
come la Campania, il Veneto, la Toscana
e il Piemonte dove fino a questo
momento non è stato possibile». A soli
quattro mesi della fine dell’anno, l’apertura
di questi Cie sembra molto improbabile.
L’ipotesi Marche sembra sfumata,
forse perché il presidente della Regione
Marche, Gian Mario Spacca, ha
scritto una lettera al ministro nella
quale annuncia «l’indisponibilità del
governo regionale a condividere la
scelta di realizzare un Cie nel territorio
marchigiano». Già nel 2009, ricorda
Spacca, il consiglio regionale delle
Marche sottolineava come «il trattenimento
dei cittadini immigrati in attesa
di identificazione si è rivelato essere
un trattamento ai limiti della legalità,
causa di dispersioni di famiglie e
fenomeni di autolesionismo e suicidio,
e che va comunque considerato lesivo
dei diritti umani e fuorviante negli scopi
che persegue».

Il presidente della Regione Toscana
Enrico Rossi non si è mai opposto all’apertura
di un campo di detenzione per
migranti, neanche dopo la bocciatura
dei mini Cie «più umani» proposto dall’esponente
del Pd. «Non siamo a favore
della Bossi-Fini – ha detto Rossi – Al
ministro Maroni ribadisco quello che
ho sempre detto e cioè le nostre precise
condizioni sul Cie, in particolare il
rispetto dei diritti umani». Il Cie dovrebbe
sorgere vicino all’aeroporto di
Firenze, nel comune di Campi Bisenzio,
anche se non si conosce ancora con certezza
la collocazione. Sel frattempo si
mobilita la rete NoCie toscana.
In Campania, l’aerea individuata
per il nuovo centro è vicina all’aeroporto
militare di Grazzanise, in provincia
di Caserta. Gli attivisti del centro sociale
ex Canapificio sono impegnati
nella raccolta delle informazioni.
Spiega Mimma del Canapificio: «Non ci
sembra che si stia concretizzando nulla,
ma restiamo mobilitati contro l’apertura
di un Cie a Caserta e contro l’esistenza
di queste strutture. Durante i cortei dell’8 e del 9 ottobre prossimi
chiederemo alle istituzioni e in particolare
al presidente della provincia di Caserta,
Domenico Zinzi, di pronunciarsi
contro l’apertura del Cie».
Mantovano non perde occasione
per ribadire l’importanza dei Cie per le
politiche migratorie del governo Berlusconi
e la presunta efficacia del sistema
italiano. «Dal primo gennaio di
quest’anno – spiega il sottosegretario
– sono circa 9.300 i clandestini che
passando attraverso i Cie sono stati
riaccompagnati nei paesi di origine. Il
che dimostra l’efficacia del meccanismo
dell’espulsione. I Cie italiani hanno
standard di qualità di vivibilità certamente
migliori in Europa. Basta
pensare a quello che è accaduto in
Francia a Calais o nelle enclave spagnole
di Ceuta e Melilla per capirlo». E
le evasioni che hanno animato l’estate
dei Cie italiani? Il sottosegretario
le liquida così: «Il periodo estivo ogni
anno è quello in cui si registrano i
maggiori tentativi di fuga o di fuga
realizzata. Tensioni frutto delle caratteristiche
della struttura».