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Passpartù – Parla Italiano?

Puntata del 2 novembre 2010 . A cura di Amisnet

In questa puntata di Passpartù cercheremo di fare luce su un decreto che entrerà in vigore i primi di dicembre e che prevede l’obbligo della conoscenza della lingua italiana ai fini dell’ottenimento del permesso di soggiorno. La disposizione è contenuta nella stessa legge che prevede l’Accordo di integrazione, che introdurrà a breve il permesso di soggiorno a punti. Cosa significa conoscere la lingua italiana? Attraverso quali strumenti i migranti la potranno imparare? Ma soprattutto l’accordo sarà veramente mirato ad “integrare” le persone che vengono a vivere nel nostro Paese?

Nei prossimi mesi sarà approvato il Regolamento attuativo per il rilascio del permesso di soggiorno a punti, mentre dal 9 dicembre 2010 sarà in vigore il decreto legislativo che prevede la certificazione della conoscenza della lingua italiana pari al livello europeo A2 ai fini dell’ottenimento del Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
Si tratta di due disposizioni facenti parte dell’Accordo di integrazione previsto dalla legge 94/2009, il famigerato pacchetto sicurezza. L’Accordo di Integrazione introduce un sistema di prove e crediti ai fini dell’ottenimento del permesso di soggiorno, subordinandolo al raggiungimento di competenze ed obiettivi in ogni ambito dell’esistenza, dalla conoscenza della lingua italiana al raggiungimento di standard abitativi. Ogni atto compiuto dal cittadino straniero – dall’ottenimento di un titolo di studio, alla stipula di un contratto d’affitto – sarà sottoposto a verifica e successivamente premiato o sanzionato attraverso un sistema di punti con cui verrà misurato il suo grado di integrazione e di conseguenza la sua possibilità di esercitare i propri diritti. I punti si possono acquisire: 6 crediti per un contratto di affitto, 4 se si ha un medico di base, 20 per la certificazione linguistica di livello a2, e poi ancora ci sono crediti attribuiti alla conoscenza della Costituzione italiana, dell’organizzazione e del funzionamento delle istituzioni pubbliche. Ma si possono anche perdere: un massimo di 25 punti decurtati, ad esempio, per pene non inferiori a tre anni ed 8 per illeciti amministrativi

L’entrata in vigore del decreto legislativo riguardante la conoscenza dell’italiano è stata fissata al nove dicembre. La norma prevede un test di lingua mirato a valutare le conoscenze della lingua italiana scritta e orale, da svolgersi per via informatica o per iscritto su richiesta dell’esaminato, che dovrà dimostrare di avere una conoscenza pari al livello europeo a2, un livello di conoscenza non troppo alto, ma che potrebbe mettere in difficoltà persone che hanno una scarsa scolarizzazione. Il decreto infatti esonera dal test di lingua quelle persone che siano affette da gravi limitazioni alla capacità di apprendimento, per età, patologia e handicap, ma non le persone analfabete.
Chi non supererà l’esame non potrà ottenere un permesso di soggiorno di lungo periodo, ma dovrà rinnovare il suo permesso ordinario periodicamente.

Ci troviamo di fronte a una svolta nell’accesso ai diritti del soggiorno: se infatti finora erano ancorati a pochi ma rigidi requisiti, quali il possesso di un lavoro e il reddito, oggi si aggiunge anche una selezione basata sulle competenze degli individui, in primis quella della conoscenza della lingua italiana, e poi, con l’Accordo di integrazione, quella di ulteriori stili di vita e saperi concernenti gli usi e la cultura del nostro paese. Ma come si fa a d acquisire queste competenze? si garantirà un’offerta formativa al migrante? Il Ministro degli interni Maroni in un recente question time, sollecitato dall’onorevole Livia Turco, ha dichiarato che il migrante non dovrà sborsare una lira per la formazione, che sarà largamente garantita con risorse pubbliche provenienti dal fondo europeo per l’integrazione: “8 milioni sono stati stanziati per il 2010, 12 milioni per il 2011 e circa 7 milioni per gli anni a seguire”.

Cosa ne pensano gli attori di queste esperienze del nuovo decreto che sarà a breve approvato? La Rete delle Scuole di Italiano per Migranti di Bologna ha scritto una lettera aperta, in cui si dichiara fortemente contraria al provvedimento, che secondo la rete potrebbe avere conseguenze tragiche. La lingua è un elemento importantissimo ai fini dell’integrazione, si spiega nella lettera, ma non può essere utlizzato come elemento discriminatorio. “Di fatto, con l’Accordo di Integrazione, lo Stato si deresponsabilizza rispetto ai suoi doveri di assicurare le condizioni indispensabili affinché tutti i migranti possano raggiungere standard soddisfacenti di qualità della vita, sostituendo la propria funzione di agente di promozione dei percorsi di integrazione con quella di soggetto di sanzionamento disciplinare” si legge nella lettera aperta “Basta pensare alla costante riduzione, verso l’azzeramento, di ogni risorsa utile all’alfabetizzazione ed alla mediazione linguistica e culturale nelle scuole di ogni ordine e grado (vedi riforma Gelmini), nei Centri Territoriali Permanenti e negli enti locali, alla mancanza di un coerente programma di formazione rivolto agli operatori delle amministrazioni pubbliche, in primis Questura e Prefettura, sulle problematiche migratorie, su doveri, diritti e procedure formali su cui troppo spesso si riscontra una scarsa conoscenza da parte dei soggetti “competenti” e una difformità di giudizio a seconda della città in cui ci si trova”. (Per firmare la lettera: [email protected])