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Razzismo – Condannata Extrabanca, la banca per gli stranieri, per molestie razziali contro un dipendente

Il Tribunale di Milano condanna l'istituto di credito a risarcire l'impiegato di origine sengalese difeso dagli Avv.ti Livio Neri e Alberto Guariso. Extrabanca annuncia l'appello

Avete mai sentito dire frasi come “non puoi venire in Italia e pretendere un posto manageriale: gli stranieri pretendono troppo, soprattutto quelli con la cittadinanza…devono sapere che sono ospiti”? O ancora, “sei in caserma, devi fare quello che ti diciamo, nessuno ha bisogno della tua intelligenza” “avere troppi negri non giova alla banca”? Oppure, accomunare un cittadino straniero agli “zingari e i musulmani che vogliono rovinare Milano”? Purtroppo si immaginiamo. Ma questa volta ad apostrofare con frasi dal chiaro tenore razzista uno straniero non sono stati gli esponenti del Carroccio o qualche nostalgico di Casa Pound bensì il presidente ed altri due manager di Extrabanca, l’istituto di credito inaugurato a Milano lo scorso anno dedicato in particolar modo ai cittadini stranieri evidentemente considerati buoni solo per pagare interessi e commissioni bancarie .

Il Tribunale di Milano, con una ordinanza depositata oggi e datata 22 marzo, ha applicato 2 comma 3 del decreto legislativo 215 del 2003, condannando Extrabanca, la banca che si rivolge prevalentemente ai cittadini stranieri, per molestie razziali sul luogo lavoro.
Il presidente dell’Istituto di credito infatti, insieme a due dirigenti, erano soliti rivolgersi con espressioni dal chiaro tenore razzista contro i dipendenti. In particolare, a ridosso del periodo elettorale, protagonista delle attenzioni dei manager era un impiegato senegalese candidato nelle liste a sostegno del Sindaco Pisapia.

Gli Avv.ti Livio Neri e Alberto Guariso, che ringraziamo per la segnalazione hanno portato davanti al giudice le ragioni del cittadino di origine senegalese facendo valere il suo diritto a vedersi risarcito: Secondo l’ordinanza infatti i comportamenti messi in atto dai tre rappresentano delle molestie ed hanno comunque l’effetto di violare la dignità personale del ricorrente o di altre persone straniere presenti in azienda creando nel contempo un clima lavorativo umiliante e offensivo.

Intanto Extrabanca affida la sua risposta ad un comunicato stampa in cui viene ribaditgo il carattere “multietnico” dell’istituto che conta diciannove dipendenti espressione di quattordici diverse comunità.
E’ stato lo stesso giudice nel provvedimento a considerare irrilevante questa che risulta evidentemente configurarsi come una strategia aziendale. La banca infatti, rivolta principalmente a cittadini stranieri, vanta un elevato numero di dipendenti di nazionalità diverse a quella italiana proprio per soddisfare meglio le esigenze di comunicazione aziendale.
E’ bene ricordare che gli stessi imprenditori che nei campi del Sud sfruttano per esempio il lavoro dei cittadini stranieri assunti in nero possono vantare un grande numero di stranieri alle proprie dipendenze ma questo non gli esime dal rispondere dei comportamenti scorretti messi in atto.

Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa

Ordinanza del Tribunale di Milano (sez. lavoro) del 22 marzo 2012