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Grecia – Oppositori politici turchi e kurdi sequestrati e deportati in Turchia

Richiedenti asilo e rifugiati turchi rapiti in operazioni secretate

Lo scorso giovedì 30 maggio Bulut Yayla, un rifugiato politico turco di 24 anni, è stato arrestato, picchiato e brutalmente rapito da persone a bordo di una macchina privata nel centro di Atene, precisamene a Exarchia.

Dai testimoni oculari e dalle ricerche svolte dai compagni della vittima e dai legali del “Group of Lawyers for the rights of migrants and refugees”, è stato scoperto che la targa della macchina in questione apparteneva alla Polizia Greca. La polizia, però, continua a sostenere di non aver niente a che fare con l’incidente, nonostante le accuse persistenti e costanti da parte dei suoi compagni, degli avvocati e di esponenti politici. Il Consiglio Greco per i Rifugiati ha già presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Il primo giugno la famiglia di Bulut Yayla ha annunciato che il ragazzo è detenuto presso l’Unità Antiterrorismo di Istanbul. Secondo il racconto della vittima, un gruppo di persone che parlavano greco lo ha trascinato su una macchina, usando una violenza estrema, chiudendogli la bocca e gli occhi. È stato poi trasferito su un’altra macchina con un secondo gruppo di persone che parlavano greco e turco, e poi con un terzo gruppo di persone che parlava turco e inglese.

Durante la sua detenzione, Bulut Yayla ha subito violenze, abusi e maltrattamenti. La sera di venerdì, Bulut Yayla è stato consegnato al Dipartimento di Polizia di Edirne, da dove poi è stato trasferito all’Unità Antiterrorismo di Istanbul.

Non è il primo caso di sequestro forzato di cittadini turchi e kurdi compiuto dalla Polizia Greca, il sito di Atene Calling riporta le testimonianze del Comitato di Solidarietà con i Detenuti Politici in Turchia e Kurdistan: da febbraio 2013 almeno sei persone sono state rapite per strada da estranei. Prima di Yalat, lo scorso marzo Yilmas Gunul, regolarmente soggiornate in Grecia da 15 anni, è stata caricata a forza da agenti in borghese su un’auto mentre si recava al Comitato di Solidarietà, è stata poi portata alla Direzione Centrale della Polizia dell’Attica e trasferita poi nel carcere di Korydallos, dove si trova trattenuta da due mesi, senza conoscere le accuse e senza nessun processo di custodia preventiva.

Parlando di sequestro ed espulsione di tipo mafioso, il partito di sinistra all’opposizione Syriza denuncia l’evidente collaborazione tra il Governo Greco e quello Turco: “E’ ormai ovvio che il governo di Samaras si è piegato alle richieste non democratiche di Erdogan e del nocciolo più duro dello stato turco, con degli scambi ignoti”.

Fonti:

Group of Lawyers for the rights of Migrants and Refugees

– [AteneCalling.org->
http://atenecalling.org/]