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Nigeria – Protezione sussidiaria al richiedente: nella Repubblica del Biafra gravi violazioni dei diritti umani

Tribunale di L’Aquila, ordinanza dell'11 novembre 2016

Si segnala una interessante ordinanza emessa dal Tribunale di L’Aquila, pubblicata il giorno 11.11.16, che ha riconosciuto la protezione sussidiaria ad un ricorrente di religione cristiana proveniente dalla regione Biafra, appartenente all’etnia IBO e membro attivista del Movement for the Actualization of the Sovereign State of Biafra (MASSOB). Nello specifico il ricorrente aveva dichiarato di essere stato costretto a fuggire dal proprio paese in quanto perseguitato e ricercato dal governo nigeriano a causa della sua appartenenza alla regione del Biafra e a causa della sua attiva partecipazione a diverse manifestazioni pacifiste organizzate per la lotta dell’indipendenza dello stato del Biafra.
A sostegno di quanto narrato il ricorrente documentazione probatoria e, nello specifico: un mandato di arresto spiccato nei suoi confronti, fotografie scattate dal ricorrente ritraenti membri del Massob uccisi dai soldati nigeriani; modulo di iscrizione e tessera di appartenenza al MASSOB. Da ultimo, produceva due testimonianze scritte rilasciate da sua madre e dal suo vicino di casa, in qualità di testimoni oculari dell’irruzione dei soldati nigeriani all’interno della sua abitazione al fine di sequestrarlo e di ucciderlo.
Alla luce del vissuto personale del ricorrente valutato unitamente ad altri elementi, il giudice ha ritenuto sussistenti i presupposti per il riconoscimento della protezione sussidiaria poiché “i fatti narrati dal ricorrente, oltre ad essere ampiamente documentati da foto e da dichiarazioni provenienti dalla madre e dal vicino, nonché dal mandato di arresto, trovano riscontro anche in fonti giornalistiche e umanitarie, quali Frontierenews che ha dato notizia che l’OEAS (Organization of Emerging African States) si è ufficialmente schierata in difesa del Biafra e dell’IPOB, chiedendo ai rappresentanti dell’UE delle NU di permettere che si tenga un referendum per l’indipendenza dello Stato del Biafra. La stessa Amnesty ha denunciato che la gestione della crisi in Biafra non è certamente edificante per le autorità di Abuja poiché ci sono rapporti sull’uso eccessivo della forza, morti e feriti tra alcune persone collegate al movimento per l’autodeterminazione del Biafra.
Inoltre l’ente ha chiesto che il governo nigeriano svolgesse indagini indipendenti, imparziali ed efficaci in presenza di accuse credibili su gravi violazioni dei diritti umani. Pertanto le vicende narrate dal richiedente sono riconducibili ad una situazione di violenza indiscriminata o di conflitto armato interno al suo paese. In questo contesto ritiene il Tribunale che il provvedimento vada riformato e vada riconosciuta la protezione sussidiaria al ricorrente
”.

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Tribunale di L’Aquila, ordinanza dell’11 novembre 2016