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Diritti negati al CPR di Milano. Report e raccomandazioni di ASGI

«Ostacoli al diritto all'informazione, al diritto alla salute e alla libertà di comunicare con il mondo esterno»

Foto tratta da ASGI


Ostacoli al diritto all’informazione, al diritto alla salute e alla libertà di comunicare con il mondo esterno. Questo è quanto emerso durante il monitoraggio effettuato dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) nel centro per il rimpatrio (CPR) in via Corelli a Milano nei mesi scorsi e pubblicato venerdì 25 marzo.
Nel rapporto l’associazione richiama il Ministero dell’Interno, la Prefettura di Milano e l’ente gestore al rispetto degli standard di legalità con invito a esercitare il proprio potere di verifica delle condizioni dei trattenuti.

Le violazioni nel CPR di Milano non sono un caso unico, ma situazioni analoghe sono state riscontrate in altri centri per il rimpatrio, come Torino e Palazzo San Gervasio.
Monitorare e testimoniare quanto avviene nei Centri per il Rimpatrio è di fondamentale importanza non solo per poter accedere a informazioni altrimenti difficili da ottenere, ma anche al fine di dissolvere la patina di “invisibilità” che avvolge tali luoghi.

La sintesi e le raccomandazioni

Le prassi amministrative fortemente discrezionali, i dubbi di compatibilità con l’ordinamento costituzionale, la compromissione di diritti quali il diritto alla salute, alla difesa, all’informazione caratterizzano l’intero sistema di trattenimento dei CPR.

Il monitoraggio costante del funzionamento dei CPR da parte della società civile, troppo spesso negato dalla pubblica amministrazione, è necessario sia per ottenere informazioni, troppo spesso difficilmente accessibili, riguardo le procedure, i servizi e le condizioni del trattenimento, sia per dissolvere la patina di “invisibilità” che avvolgere tali luoghi con l’auspicio di sviluppare un dibattito consapevole in grado di porre definitivamente in discussione la legittimità della stessa esistenza di tali luoghi.

Oltre a denunciare le condizioni in cui versa il CPR di Milano, anche alla luce del processo di revisione del Regolamento Unico CIE, ASGI ritiene fondamentale avanzare le seguenti raccomandazioni al Ministero dell’Interno, alla Prefettura di Milano e all’ente gestore al fine di riportare la condizione delle persone trattenute presso il CPR di Milano al rispetto degli standard di legalità. 

  • Al fine di garantire il diritto d’informazione e orientamento legale, la cui responsabilità grava sull’ente gestore, è necessario quantomeno iniziare a 1) svolgere i colloqui con i trattenuti avvalendosi di un mediatore culturale qualificato deputato unicamente all’attività di mediazione; 2) distribuire il Regolamento e materiale informativo in forma cartacea e in una lingua veicolare.
     
  • Al fine di garantire il diritto di salute, è necessario che l’ente gestore e la Prefettura assicurino che le visite mediche per l’idoneità al trattenimento siano approfondite e non basate su quanto in grado di riferire il paziente; siano svolte da personale specializzato con supporto di mediatori; siano svolte in modo periodico. A tal fine è necessario che la Prefettura provveda al più presto al rinnovo dei protocolli d’intesa con strutture sanitarie pubbliche e enti territoriali. Alla luce dell’emergenza sanitaria, si auspica che vengano poste in essere misure idonee a garantire condizioni di permanenza in totale sicurezza e che assicurino un effettivo distanziamento sociale oltre che adeguata informativa e pieno ed effettivo accesso alle vaccinazioni.
  • Si auspica che Prefettura e ente gestore introducano nel più breve termine modalità e procedure adeguate al fine di garantire il diritto a presentare un reclamo al Garante in condizioni di riservatezza, dando adeguata informazione delle stesse ai trattenuti.
  • Al fine di garantire il pieno rispetto della libertà di comunicazione con il mondo esterno, è necessario che la Prefettura e l’ente gestore assicurino la detenzione del proprio telefono cellulare, consentendo anche la possibilità di effettuare videochiamate ricorrendo all’uso della telecamera o a sistemi di videochiamata, e mettendo a disposizione una linea internet wifi a cui i trattenuti possano accedere con il proprio telefono e/ o altre forme di comunicazione telematica con l’esterno messe a disposizione all’interno della struttura; garantendo in ogni caso la funzionalità degli apparecchi telefonici messi a disposizione dalla struttura anche in entrata.

Inoltre, ritenendo necessaria una reale tutela giuridica dei cittadini stranieri trattenuti anche mediante un’azione di vigilanza circa la correttezza delle prassi amministrative e il rispetto degli standard di legalità, il Report è stato trasmesso alle autorità giudiziarie competenti per i procedimenti di convalida con invito ad esercitare il proprio potere di verifica e supervisione in merito alle condizioni di trattenimento e al mancato rispetto dei diritti dei trattenuti. Soprattutto in relazione alle procedure di convalida dinanzi al Giudice di Pace sono state evidenziate le problematiche in cui ASGI ravvisa violazioni del diritto di difesa delle persone private della libertà personale. 

ASGI - Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

Nata dall'intenzione di condividere la normativa nascente in tema d’immigrazione da un gruppo di avvocati, giuristi e studiosi, l’ASGI ha, nel tempo, contribuito con suoi documenti all'elaborazione dei testi normativi statali e comunitari in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza, promuovendo nel dibattito politico-parlamentare e nell’operato dei pubblici poteri la tutela dei diritti nei confronti degli stranieri ( continua » )