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Sighetu, Romania 28 febbraio 2022
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Tre redattori di Melting Pot ai confini con l’Ucraina

Segui la cronaca da Romania, Ungheria, Slovacchia e Polonia

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Dal 28 febbraio un gruppo di attiviste/i della redazione di Melting Pot dalla Romania si sposterà sugli altri confini verso la Polonia. Proveranno a raccontare ciò che succede monitorando con attenzione la situazione della popolazione civile in fuga dalla guerra e di tutti coloro che chiedono protezione e asilo in Unione europea.
Come tante testimonianze stanno già denunciando, nonostante il conflitto in corso in Ucraina, la politica delle «porte aperte» di queste ore, è differenziale e discriminatoria.

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«Siamo esseri umani che stanno uccidendo la propria razza, quanto può essere stupido questo?»

Przemysl, Polonia – Una video intervista di Raffaello Rossini di Borders of Borders a un volontario al confine tra la Polonia e l’Ucraina. In Polonia, fino ad oggi, sono entrate oltre 1 milione e 500 mila persone che hanno dovuto abbandonare l’Ucraina: nella zona di confine hanno trovato sostegno soprattutto da organizzazioni di base e singole persone giunte da molte parti d’Europa. Senza questa presenza autorganizzata che favorisce anche il transito delle persone in altri Paesi europei, saremmo di fronte ad una crisi umanitaria ancora peggiore.


Vyšné Nemecké, Slovacchia, confine con l’Ucraina – 6 marzo 2022

Un servizio di Bozen Solidale dal valico di frontiera con l’Ucraina, dove continua incessante l’afflusso di persone in fuga. L’assistenza e gli aiuti umanitari, impeccabili, sono totalmente organizzati dalla società civile.

Ubľa, Slovacchia, confine con l’Ucraina

Bozen Solidale di prima mattina si è anche recato nella cittadina di Ubľa, un altro valico di confine tra la Slovacchia e l’Ucraina. Questo passaggio è meno utilizzato rispetto a Vyšné Nemecké, ma anche qui c’è una presenza di volontari organizzati nell’offrire prima assistenza e mezzi di trasporto per le persone in fuga.


Przemysl, Polonia, il centro di primo soccorso – 6 marzo

Un nuovo servizio girato di mattina di Raffaello Rossini di Borders of Borders dal centro di primo soccorso, un hotspot dove le persone in fuga trovano un riparo e cercano di ripartire verso altre destinazioni. Da sottolineare la forte presenza della società civile che sta organizzando gli aiuti umanitari e i trasporti.


Stazione di Przemysl, Polonia, 5 marzo 2022

ore 22 – Il servizio di Raffaello Rossini di Borders of Borders che ci porta all’interno della stazione dove le persone si apprestano a passare la notte. Przemysl è la prima cittadina polacca, a circa 15 km dal confine con l’Ucraina, luogo di sosta e ripartenza degli sfollati verso altri centri di accoglienza o paesi europei.

Medyka, Polonia, zona di confine con l’Ucraina – 5 marzo 2022

Un aggiornamento dalla zona di confine, dove continua l’arrivo di persone e la distribuzione degli aiuti organizzata principalmente dalla società civile è in difficoltà.
Video di Raffaello Rossini di Borders of Borders, in questi giorni per Melting Pot sul confine polacco.


Vyšné Nemecké, Slovacchia, confine con l’Ucraina – 5 marzo 2022

La testimonianza di Michele raccolta dal gruppo di Bozen Solidale presente da ieri sul confine con l’Ucraina.

4 marzo 2022

Gli attivisti e le attiviste di Bozen Solidale sono arrivati oggi al confine di Vyšné Nemecké, ultimo valico slovacco prima dell’Ucraina. Il flusso di profughi è lento ma costante, giorno e notte.
Nei pressi del confine stazionano tra le 2.000 e le 3.000 persone di diverse nazionalità. Almeno per ora, in questa zona di confine, hanno riferito che non ci sono state discriminazioni contro i cittadini di paesi terzi in fuga.
I centri di raccolta principali sono costituiti da tende riscaldate e nel pomeriggio è arrivato un camion con l’acqua per le docce. Da qui partono i pullman verso gli altri centri di prima accoglienza o con destinazione gli Paesi europei.


Medyka, Polonia, zona di confine con l’Ucraina – 4 marzo 2022

La situazione nella zona di confine. Video di Raffaello Rossini di Borders of Borders, in questi giorni per Melting Pot sul confine polacco.

Przemyśl, Polonia, 15 km dal confine con l’Ucraina

Qui invece la situazione al campo di primo soccorso. Video di Raffaello Rossini di Borders of Borders.


Zahony, Ungheria – 3 marzo 2022

Alla stazione dei treni di Zahony abbiamo assistito all’arrivo di molti cittadini rom, che sembravano essere stati sistemati in una zona separata.
Abbiamo raccolto alcune testimonianze che ci hanno confermato che il trasporto viene fornito a tutti verso qualsiasi destinazione. Per uscire dall’Ucraina è possibile muoversi in treno e ci sono dei bus turistici che vanno direttamente a prendere le persone a lviv (Leopoli) per smistarli nei vari paesi europei.
Ci hanno riferito che ieri sono partiti due pullman anche per l’Italia con destinazione Napoli e la Sicilia.


Przemyśl, Polonia – 3 marzo 2022

Abbiamo fatto la spola tra i due luoghi maggiormente attraversati della piccola cittadina polacca di circa 60 mila abitati.
La stazione centrale di Przemyśl è la prima meta che raggiungono le persone dopo aver varcato il confine a Medyka. Alcune persone restano a dormire sul pavimento della sala centrale, molti salgono su treni che li porteranno verso la capitale. Unità di polizia antisommossa sono presenti sul luogo con armi a canna lunga. Molte persone sono stremate dal lungo viaggio e dalle esperienze vissute.

Lo spazio adibito all’accoglienza temporanea è localizzato in un centro commerciale fuori uso. Con l’aiuto dei volontari è stato adattato per ricevere chiunque abbia bisogno di aiuto, abbia fame o semplicemente cerchi un posto al caldo. Da qui partono poi gli autobus che trasportano i rifugiati verso città maggiori oppure verso gli altri paesi dell’Unione europea.


Medyka, confine tra Polonia e Ucraina – 2 marzo 2022

Al check point di Medyka, al confine polacco, la situazione è sempre molto caotica con molte auto e pullman in fila per entrare in Polonia. Nei giorni scorsi le code di mezzi arrivavano fino a 25 km. Ci sono molte donne e bambini anche a piedi, difficile valutare i numeri complessivi delle persone in attesa di passare i controlli.

La situazione più preoccupante però riguarda la presenza di gruppi nazionalisti e ultras polacchi. Diversi testimoni con i quali abbiamo parlato denunciano che ieri notte gli estremisti di destra hanno aggredito le persone di origine africana e indiana. Anche una giornalista tedesca dai tratti somatici indiani è stata pesantemente minacciata all’interno di un bar da individui incappucciati e armati di coltelli. I volontari temono che i gruppi nazionalisti stiano organizzando altre ronde per respingere e colpire in base al colore della pelle.

In stazione dei treni di Medyka, il flusso di persone è molto alto, ma tutto si svolge in modo tranquillo e sono presenti diverse nazionalità. Le persone usano il treno per raggiungere Cracovia dove ci dicono verranno accolti nei centri allestiti per l’accoglienza.


Checkpoint di Petea, Romania/Ungheria – 1 marzo 2022

«Quando parlo con i miei amici in Russia, loro non ci credono che il mio paese è in guerra. Quello che trasmettono i media in Russia è l’immagine di una missione per salvare il nostro paese, che Putin è in Ucraina per salvarci dal nostro governo. Ma non e’ cosi! Noi stiamo vivendo un incubo!».
Il racconto della giovane donna che abbraccia le sue tre figlie si perde nei bombardamenti su Kiev, in sfiancanti giorni di viaggio e in una interminabile coda di 3 giorni per riuscire ad uscire dall’Ucraina.
La situazione al check point per attraversare l’Ungheria, attualmente congestionato da km di coda, è lo specchio del flusso migratorio della popolazione in fuga che, solo in parte, resta in Romania. Alcuni, tanti, attraversano infatti velocemente il paese per raggiungere altri stati europei per raggiungere familiari e amici, un’idea – seppur astratta e lontana – di casa.


Sighetu, Romania 28 febbraio 2022

È notte al confine tra Romania e Ucraina, il check point di Sighetu è in fondo ad uno stretto ponte di legno che viene attraversato da piccoli gruppi di persone a piedi o in macchina. Arrivano poco alla volta, ad accoglierli un’efficace e calda accoglienza fatta di volontari e istituzioni che cercano di ristorarli come possono con tè, coperte, cibo e ospitalità. Fa freddissimo e a lato delle strade i cumuli di neve rivelano una temperatura prossima allo zero.
Al check point si dirigono, per entrare in Romania, anche molte persone non ucraine, tra cui studenti egiziani e nigeriani che raccontano di essere state fermati alla frontiera polacca, che sembrerebbe dare “precedenza” agli ucraini respingendo arbitrariamente cittadini di altre nazionalità.