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L’insabbiamento sulla strage di Steccato di Cutro

Un’inchiesta internazionale di Lighthouse Reports dimostra il rimpallo delle responsabilità tra Frontex, guardia di finanza e guardia costiera italiana

Immagine diffusa da Frontex

L’inchiesta di giornalismo collaborativo di Lighthouse Reports 1 rivela che le autorità italiane hanno mentito sul loro ruolo nel naufragio a Steccato di Cutro in cui sono morte 94 persone (di queste 35 bambini) mentre la direzione di Frontex, l’agenzia di frontiera dell’UE, ha contribuito a insabbiare il tutto. 

L’inchiesta ripercorre i momenti drammatici di quel 26 febbraio 2023, quando la nave in legno si è schiantata vicino alla riva a Steccato di Cutro, sulle coste calabresi. A bordo c’erano quasi 200 persone, per lo più persone provenienti dall’Afghanistan. Nel naufragio almeno 94 di loro morirono, tra cui 35 bambini. 

Come è ampiamente assodato, l’imbarcazione sovraccarica era stata avvistata dall’agenzia di frontiera europea Frontex sei ore prima del naufragio, in difficoltà a causa del maltempo. 

L’Italia ha comunque deciso di non intervenire e in seguito Frontex ha cercato di nascondere quanto sapevano.

Frontex – riporta Lighthouse Reports – ha affermato che l’imbarcazione non mostrava “alcun segno di difficoltà” e che spettava all’Italia decidere se lanciare un’operazione di salvataggio. La premier Giorgia Meloni ha affermato che non sapevano che l’imbarcazione “rischiava di affondare” e che non sono intervenuti perché Frontex non ha inviato loro una “comunicazione di emergenza”. 

Qualcuno di voi pensa che il Governo italiano avrebbe potuto salvare la vita di 60 persone, tra cui un bambino di circa tre anni il cui corpo è stato ritrovato proprio oggi, e non l’ha fatto?“, aveva dichiarato Meloni.

Metodo di lavoro

Con i pochi filmati a disposizione, Lighthouse Reports ha deciso di realizzare un modello 3D della nave per capire meglio e spiegare i rischi che le persone erano disposte a correre. Affollati sottocoperta, avevano poche possibilità di sopravvivere quando l’imbarcazione affondava, poiché l’unica uscita era una stretta scala.

I reporter grazie alla fiducia instaurata nel tempo con alcuni dei sopravvissuti sono riusciti a conoscere le loro storie, dalla partenza dalla Turchia alle strazianti perdite subite in mare. Alcune persone hanno condiviso i video che hanno rivelato ulteriori dettagli sul naufragio, tra cui un tablet con un software di navigazione che ha confermato la posizione e la direzione di marcia della nave.

In particolare, spiega Lighthouse Reports, «abbiamo ottenuto rapporti confidenziali trapelati sulla missione Frontex, che hanno rivelato che un aereo gestito dall’agenzia di frontiera aveva inviato segnali di pericolo sia all’agenzia che alle autorità italiane. Ore prima del volo, gli operatori avevano avvertito di “forti venti” nel Mar Ionio. Frontex ha poi individuato l’imbarcazione tracciando molteplici telefonate satellitari effettuate nel corso della giornata dalle persone a bordo. Un resoconto dettagliato delle chiamate del pilota mostra che Frontex sapeva che si trattava di una “possibile imbarcazione di migranti”, senza giubbotti di sicurezza visibili e con una “significativa risposta termica” da sottocoperta. Secondo l’ufficio stampa di Frontex, questa è un’indicazione della presenza di un numero “insolito” di persone a bordo».

Il maltempo, la mancanza di giubbotti di salvataggio e il sovraffollamento costituiscono segni di pericolo secondo le regole marittime di Frontex e dell’Italia. Nonostante questi chiari elementi di rischio effettivo, le autorità marittime non hanno avviato un’operazione di ricerca e salvataggio. Dopo il naufragio, l’agenzia di frontiera europea ha nascosto il fatto che il suo pilota aveva segnalato forti venti alla sala di controllo durante il volo di sorveglianza.

Gli avvocati di alcune famiglie delle vittime hanno intenzione di presentare un caso alla Corte Europea dei Diritti Umani, sostenendo che l’Italia dovrebbe essere ritenuta responsabile per la “violazione irrimediabile del diritto alla vita dei migranti“.

Hanno collaborato all’inchiesta di Lighthouse Reports:

  1. Lighthouse Reports è un precursore del giornalismo collaborativo e collabora con i principali media del mondo per realizzare inchieste di interesse pubblico, con resoconti approfonditi.

Redazione

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