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CPR in Alto Adige. «Non in nostro nome»

Bozen solidale risponde alle gravi affermazioni del presidente della provincia Arno Kompatscher

Ph: Giovanna Dimitolo, Sconfiniamo: manifestazione a Milano

Bozen solidale, per voce della referente Federica Franchi, risponde alle dichiarazioni di Arno Kompatscher il quale dice che “i reati sono in calo ma le donne hanno paura a uscire sole”. Inoltre, secondo il politico del SVP, in corsa per un nuovo mandato come presidente della provincia, il CPR aiuterebbe a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico: “Credo che l’istituzione di un Cpr, ovviamente proporzionato alle dimensioni della nostra provincia, sarebbe nell’interesse di tutti, soprattutto della nostra gente, che ci chiede sicurezza”.

Per costruire un’opposizione alla realizzazione del/dei CPR, l’associazione ha anche promosso un appello e organizzato un’assemblea pubblica a Bolzano, presso lo spazio autogestito 77, per mercoledì 20 settembre ad ore 20.

Un po’ come nella Bologna di vent’anni fa, anche in Alto Adige si inizia a ragionare attraverso le “percezioni”. Non è ovviamente un percorso iniziato l’altro giorno, è semplicemente la continuazione di una strategia mirata a favorire una certa classe sociale (non occorre specificare quale) a discapito di tutte le altre e in barba ai tanti discorsoni sull’equità, la solidarietà, l’accoglienza. Sgomberi, DASPO urbano, espulsioni dai centri cittadini sullo sfondo di un cordone turistico inarrestabile.

A guidare la politica delle “percezioni” il presidente della provincia di Bolzano Kompatscher che, in un colpo solo, nel giro di qualche settimana, riesce ad inanellare una serie di dichiarazioni che lasciano basiti.

Passi il fatto che in campagna elettorale se ne sentono di tutti i colori ma il linguaggio usato ci ripiomba nell’Ottocento più xenofobo e nazionalista.

Che vuol dire, presidente, “difendere la nostra gente“, “difendere il nostro territorio“? Di cosa sta parlando? È consapevole del fatto che, le piaccia o meno, le società e le comunità sono in costante mutamento e oggi si è cittadine e cittadini del Mondo? È il Meltingpot e al centro del Mondo non c’è esattamente l’Alto Adige.

Forse per “nostra gente” intende Ötzi dalla pelle scura e proveniente dalle steppe dell’Asia Minore?

La rincorsa alla destra, la destra della destra, genera così fantomatiche “percezioni” (nonostante il continuo calo dei reati in provincia) di sicurezza in un minestrone di sentito dire (“anche a Bolzano, ormai le donne hanno paura ad uscire da sole alla sera”) condito dall’ oramai inflazionato degrado che, come da moda acquisita, richiama “l’emergenza migranti” e che serve sul piatto la volontà, ferrea, di costruire un CPR (centro per il rimpatrio).

Sono dichiarazioni, quelle di Kompatscher, che sicuramente faranno effetto ad una certa parte politica ma che vanno smentite.

Le donne non hanno bisogno né di un portavoce né di paternalismo securitario; vivono già in una società maschilista, patriarcale, misogina. È al corrente, tra le altre cose, che la maggior parte della violenza contro le donne avviene tra le mura domestiche?

I CPR sono dei lager istituzionalizzati, l’invito è di leggere i report delle poche persone e associazioni che sono riuscite ad entrarci, dentro un CPR. E poi, qualcuno l’ha informata che il carcere di Bolzano sta cadendo a pezzi e che lì dentro si sopravvive?

Quando la smetterete di utilizzare alcuni episodi per fomentare la paura contro chi viene considerato “diverso”?

La violenza è trasversale, non ha confini o nazionalità.

Mentre lei pronunciava le summenzionate dichiarazioni, un gruppo di senza fissa dimora subiva l’ennesimo sgombero, il sequestro di effetti personali e il taglio delle tende per renderle così inutilizzabili.
È questo il vero degrado. E non è una percezione!