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«Il Secolo Mobile – storia dell’immigrazione illegale in Europa»

Un libro di Gabriele Del Grande (Mondadori, 2023)

Il 29 agosto è uscito in libreria il nuovo libro di Gabriele Del Grande Il Secolo Mobile – storia dell’immigrazione illegale in Europa (636 pagine, Mondadori). L’autore dopo un decennio di ricerca sul campo e tre anni di studio, riscrive con questo libro la storia dell’immigrazione illegale in Europa e propone una riflessione visionaria, quanto necessaria, sul futuro e la libera circolazione delle persone non bianche. 

E se l’ultima invisibile linea del colore fosse quella dell’apartheid in frontiera?

Del Grande ha lavorato per oltre dieci anni come reporter sul tema delle migrazioni tra Africa e Europa. Nel 2006 ha creato il primo osservatorio sulle vittime della frontiera, Fortress Europe. Da allora ha condotto ricerche in una trentina di paesi tra le due sponde del Mediterraneo e il Sahel realizzando numerosi reportage per la stampa italiana e internazionale. È co-regista del film Io sto con la sposa (2014) e autore di diversi libri, tradotti anche in spagnolo e in tedesco, tra cui Dawla. La storia dello Stato islamico raccontata dai suoi disertori (2018).

«Cent’anni fa non esistevano passaporti, i confini erano aperti e si viaggiava senza permessi né lasciapassare. Oggi, al contrario, il regime dei visti di Schengen vieta di entrare legalmente in Europa alla maggior parte dell’umanità: ovvero ai ceti popolari e prevalentemente non bianchi dei paesi a medio e basso reddito di Africa, Asia e Caraibi. Ai loro emigranti, respinti dai consolati, non resta che imbarcarsi di contrabbando dai porti del Nord Africa e della Turchia. Negli ultimi trent’anni hanno attraversato il Mediterraneo in quel modo 3,5 milioni di viaggiatori senza visto mentre i corpi di altri 50 mila giacciono tuttora sul fondo del mare mangiati dai pesci. Come siamo arrivati fin qua? E, soprattutto, come ne usciremo?», scrive l’autore.

Con il rigore dello storico e il piglio del narratore, lo scrittore racconta una storia che spazia dallo sbarco delle truppe africane a Marsiglia nel 1914 fino alle crisi delle ONG a Lampedusa passando per la stagione della libera circolazione con le ex colonie, il divieto di espatrio dal blocco comunista, i riots razzisti nelle capitali europee, la messa al bando dell’immigrazione non bianca, il crollo del muro di Berlino, il doppio cortocircuito dell’asilo e dei ricongiungimenti familiari e la stretta sui visti che dal 1991 alimenta il mercato nero dei viaggi.

Nella sua ricostruzione non perde di vista il contesto globale della decolonizzazione, della segregazione razziale oltreoceano, della guerra fredda, dell’ascesa dei movimenti islamisti, del ritorno della Cina e dell’India sulla scena mondiale e del boom demografico – e in prospettiva economico – dell’Africa.

Il risultato è una narrazione avvincente, che intreccia le vicende dell’immigrazione con quelle dell’emigrazione e, al contempo, contrappone ai fantasmi del passato suprematista euro-atlantico uno sguardo cautamente ottimista sul futuro. Porre fine agli sbarchi e ai naufragi, infatti, è possibile. Prima però è necessario rimuovere l’ultima invisibile linea del colore. Quella dell’apartheid in frontiera.