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Annullata espulsione ad un cittadino del Marocco. Tra le motivazioni: la presenza in Italia da 20 anni e la fase delicata post-terremoto

Giudice di Pace di Taranto, sentenza del 22 settembre 2023

Il Giudice di Pace di Taranto ha annullato un decreto di espulsione del Prefetto di Taranto, in favore di un cittadino marocchino, al quale veniva imputato di non aver chiesto il rinnovo del permesso di lavoro o rilascio di permesso per attesa occupazione allorquando era detenuto con l’imputazione di omicidio volontario. Successivamente il cittadino era stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto, tanto da essere promotore dell’istanza di riparazione per ingiusta detenzione (durata 2 anni).

Il Giudice di Pace di Taranto ha considerato:

1) i 20 anni trascorsi in Italia lavorando anche se non in modo continuativo (come da estratto previdenziale INPS prodotto dalla difesa);

2) ha accolto la censura della difesa secondo cui per consolidato orientamento del Consiglio di Stato, il reato di omicidio è ostativo al rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato/attesa occupazione, il reato di tentato omicidio, ostativo al mantenimento del permesso di soggiorno ai sensi dell’art. 4, comma 3, T.U. immigrazione, rientrando la fattispecie dei reati di cui all’art. 380 c.p.p., pertanto anche se avesse chiesto il rinnovo/rilascio di un permesso durante la detenzione, sarebbe stato rigettato;

3) infine ha considerato che un rimpatrio dal punto di vista psicologico, sarebbe un ulteriore trauma rispetto a quanto già patito per un’ingiusta detenzione, posto altresì che in Marocco non ha più nessun legame familiare e il paese sta attraversando un momento delicato dopo il recente devastante terremoto.

Si ringrazia l’Avv. Mariagrazia Stigliano per la segnalazione e il commento.