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«Persone picchiate, derubate, umiliate»: le violazioni raccolte dal monitoraggio alle frontiere UE

Il report del 7° monitoraggio effettuato dal Protecting Rights at Borders (PRAB)

Ph: Gustavo Alfredo García Figueroa

“Sorprendentemente” respinti alle frontiere con violenza, umiliati e derubati. Oltre novemila i casi di respingimento rilevati in quattro mesi. Più di duemila le testimonianze raccolte, un terzo da bambini.

Surprisingly Surprised”, ossia “Sorprendentemente Sorpresi”, è un rapporto di monitoraggio realizzato dal Protecting Rights at Borders (PRAB) 1, network composto da diverse organizzazioni europee, tra cui ASGI, che mira a documentare prove dell’uso di respingimenti illegali nel contesto della gestione delle frontiere in Europa al fine di promuovere cause legali strategiche a tutela dei diritti delle persone colpite dai respingimenti diffusi e sistematici e altre violazioni dei diritti alle porte dell’Europa.

Dal risultato del settimo monitoraggio alle frontiere europee emerge una conferma:  «I respingimenti illegali sono uno strumento per la gestione delle frontiere» denunciano le organizzazioni del network PRAB.

Sono state raccolte numerose segnalazioni di violenze, nonché di trattamenti inumani e degradanti, in particolare alle frontiere tra Croazia e Bosnia ed Erzegovina e tra Ungheria e Serbia. È stata documentata anche la mancanza di accesso alle procedure d’asilo, in particolare per le persone alla frontiera ungherese-serba e alla frontiera franco-italiana.

Picchiati dalla polizia, morsi dai cani alle frontiere e derubati di tutti i loro averi. Umiliati e lasciati nella foresta senza cibo né acqua. Senza telefono, senza documenti d’identità e senza un posto dove andare. Queste sono solo alcune delle esperienze terrificanti raccontate dalle persone e che il rapporto mette in luce.

I dati raccolti

Dal 1° maggio al 31 agosto 2023, le organizzazioni del network in tutta Europa hanno documentato un impressionante totale di 9.515 episodi di respingimento. Tra questi, 2.030 persone sono state intervistate da un’organizzazione di PRAB e il 30% erano bambini.

Il numero è elevato, ma si ritiene sia ancora solo una frazione dei respingimenti illegali effettivi che avvengono alle frontiere dell’Unione Europea.

Maja Łysienia, Esperta in Cause Giuridiche Strategiche, Association for Legal Intervention ha dichiarato: «Con le elezioni parlamentari in Polonia, la migrazione è diventata un tema contestato e politicizzato nel paese. Il partito al potere incoraggia i polacchi a votare nel referendum anti-migrazione e a boicottare il nuovo film di Agnieszka Holland sui respingimenti e la crisi umanitaria al confine polacco-bielorusso. Nel frattempo, i respingimenti in questa frontiera continuano. Il diritto d’asilo, il principio del non respingimento e il divieto di espulsione collettiva vengono violati lì ogni giorno, proprio ora mentre parliamo. A seguito dell’aumentata militarizzazione della zona di frontiera nei mesi recenti, si sta ora facendo un uso maggiore della violenza sia contro i cittadini di paesi terzi che contro le persone che forniscono loro assistenza umanitaria».

Charlotte Slente, Segretaria Generale DRC ha sottolineato: «Queste prove esaustive presentano ancora una volta un quadro preoccupante di respingimenti diffusi e sistematici. Sono profondamente preoccupata per le violazioni dei diritti umani e le sofferenze subite da coloro che cercano di attraversare le frontiere europee per avere almeno il diritto umano fondamentale di cercare asilo».

Ivana Stojanova, avvocata, Associazione Studi Giuridici Immigrazione (ASGI) ha posto l’attenzione sulle strategie legali: «Le recenti sentenze del Tribunale di Roma in Italia hanno messo in evidenza l’illegittimità delle procedure informali di riammissione. I risultati positivi in questi casi sottolineano l’importanza delle cause giuridiche strategiche, come un percorso importante per garantire che le persone abbiano accesso alla giustizia e per ricordare che gli Stati hanno l’obbligo di rispettare i diritti delle persone».

In Italia

In Italia, ASGI assieme a Diaconia Valdese e DRC Italia ha registrato 3.452 respingimenti a Oulx e Ventimiglia nel nord, al confine con la Francia.

Tra di loro i diversi minori non accompagnati sono stati respinti dalla Francia perché erano stati precedentemente registrati come adulti in Italia al momento dello sbarco, nonostante le loro dichiarazioni e, in alcuni casi, nonostante avessero presentato fotografie e certificati di nascita alle autorità.

Una nuova tendenza osservata durante il periodo di segnalazione da ASGI e dalle altre organizzazioni consiste nelle espulsioni da parte delle autorità italiane basate su difformità tra i dati personali contenuti nel “refus d’entrée” emesso dalle autorità francesi e quelli registrati al momento della prima entrata in Italia.

Sono state emesse espulsioni anche per persone provenienti da paesi non sicuri come l’Afghanistan, l’Eritrea, il Sud Sudan e il Sudan.

Nelle province di Imperia e Torino (che includono, rispettivamente, Ventimiglia e Oulx) sono stati registrati numerosi casi in cui ai richiedenti asilo ai fini della presentazione della loro domanda venivano richiesti documenti non previsti dalla legge, come passaporti e dichiarazioni di ospitalità. Ai richiedenti asilo è stato negato l’accesso alle strutture di accoglienza per mancanza di posti. Diverse persone hanno cercato per mesi di accedere agli uffici per fissare un appuntamento per avviare ufficialmente la procedura ed essere inseriti nell’elenco d’attesa per i centri di accoglienza per richiedenti asilo. Date le difficoltà molte persone sono state costrette a vivere per strada dove il loro numero è aumentato.

Dal 1° maggio fino alla fine di agosto, le organizzazioni della rete PRAB hanno utilizzato il ricorso (strategico) come ultima risorsa per tutelare le vittime dei respingimenti. In Italia, un tribunale nazionale ha evidenziato in due casi l’illegittimità delle procedure informali di riammissione.

Uno sguardo in sintesi sugli altri Paesi

Durante il periodo coperto da questo rapporto, si sono verificati eventi che hanno aggravato la situazione delle persone in movimento:

  • Diverse persone sono morte nel tentativo di raggiungere e attraversare le frontiere, nonché molte persone sono state segnalate come scomparse.
  • La Bielorussia ha concesso visti a un numero crescente di persone provenienti da paesi del Medio Oriente, dell’Africa e dell’America Latina, con una conseguente aumento della pressione sulla frontiera con l’UE.
  • La Polonia ha militarizzato sempre di più la frontiera con la Bielorussia e ha iniziato a sostenere che le richieste d’asilo possono essere accettate solo presso i punti di attraversamento ufficiali lungo quella frontiera.
  • La Lituania ha detenuto un numero maggiore di persone che entravano dalla Lettonia.
  • La Croazia ha rafforzato l’uso di droni e ha ricorso a telecamere per identificare le persone.
  • In Grecia, le persone nel continente non sono state in grado di accedere alle procedure d’asilo poiché la piattaforma online, unico canale disponibile, non è stata in funzione per la maggior parte del periodo di segnalazione (riprendendo l’operatività solo il 21 agosto 2023).”
  1. Riunisce organizzazioni che operano in Paesi diversi: ItaliaAssociazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione , Diaconia Valdese e Danish Refugee Council Italia; Ungheria: Hungarian Helsinki Committee; Bosnia-Herzegovina: DRC BiH; Serbia: Humanitarian Center for Integration and ToleranceMacedonia del Nord: Macedonian Young Lawyers AssociationGrecia: (Greek Council for Refugees e DRC Greece; e Bruxelles: DRC Brussels