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La CEDU condanna l’Italia per detenzione illegale di minori stranieri nell’hotspot di Taranto

ASGI: «Le violazioni continuano e vanno fermate»

Nuova condanna all’Italia dalla Corte europea per i Diritti umani. Oggi nell’hotspot permangono ancora 185 minori. L’ASGI chiede l’immediato collocamento in strutture adeguate e la supervisione dell’attuazione delle precedenti sentenze che, come dimostra la situazione nell’hotspot di Taranto, non hanno fatto modificare le prassi illegittime.  

La Corte Europea dei Diritti Umani, con la decisione del 23 novembre 2023 resa nel procedimento n. 47287/17 (caso A.T. ed altri c. Italia), ha condannato l’Italia per avere detenuto illegalmente nell’ hotspot di Taranto diversi minori stranieri non accompagnati (art. 5, parr. 1, 2 e 4 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo), per avere utilizzato trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le loro misure di accoglienza (art. 3 della Convenzione), per non avere nominato un tutore né avere fornito loro alcuna informazione sulla possibilità di contrastare in giudizio tale condizione (art. 13 della Convenzione, in relazione all’art. 3). Il Governo italiano sarà tenuto, altresì, a risarcire i ricorrenti per il danno loro causato.

Si tratta dell’ennesima sentenza contro l’Italia relativa alla gestione del fenomeno migratorio e, in particolare, dei cittadini stranieri minorenni, la quale richiama – tra le altre – le precedenti rese nei procedimenti Khlaifia and Others v. Italy [GC], no. 16483/12, sentenza del 15 dicembre 2016, Darboe and Camara v. Italy (no. 5797/17, sentenza del 21 luglio 2022) e J.A. and Others v. Italy (no. 21329/18, sentenza del 30 giugno 2023) e si affianca alla recentissima sentenza M.A. vs. Italy (no.70583/17 del 31 agosto 2023).

La rilevanza della decisione è immediatamente percepibile nel contesto attuale, nel quale non solo non sono stati modificati gli approcci repressivi precedenti. Al contrario ne sono implementati ulteriori non rispettosi dei principi basilari dei diritti umani e fondamentali della persona, come dimostra l’accordo con l’Albania teso all’identificazione e detenzione dei cittadini stranieri all’estero.

Essa è ancora più importante allorquando si consideri che, attualmente, sono quasi duecento i minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale all’interno dell’hotspot di Taranto, alcuni dei quali addirittura dallo scorso mese di agosto.

«L’hotspot di Taranto è allestito su un parcheggio nel porto della città jonica, completamente isolato dal contesto urbano e sociale locale ed è assolutamente inadatto ad ospitare minori, tanto più se in condizioni di trattenimento», dichiarano l’Avv.ta Marina Angiuli e l’Avv.to Dario Belluccio che hanno seguito il caso dinanzi alla CEDU.  

Supportati dalla decisione della Corte di Strasburgo si chiede alle Autorità competenti (Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, Tribunale per i Minorenni di Taranto, Prefettura e Questura locale, Garante nazionale e regionale per i diritti dei minori) di disporre l’immediato collocamento dei minori attualmente presenti presso l’hotspot nelle strutture per minori come previsto dalla normativa e di garantire il monitoraggio delle condizioni di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati nel rispetto degli standard di umanità e dignità volute dalla Costituzione e dalla Convenzione europea per i diritti umani.  

A fronte della natura sistemica delle violazioni monitorate, della mancata attuazione della sentenza Darboe e Camara e di quanto sostenuto dal Governo nell’Action Report del 6 luglio 2023, ASGI ha inviato una comunicazione al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa che deve supervisionare l’attuazione delle sentenze della CEDU lo scorso 6 novembre, elencando le innumerevoli situazioni di mancata tutela e illegittimo trattenimento di cui sono vittima i minori stranieri non accompagnati in Italia anche alla luce del prevedibile peggioramento della situazione con l’entrata in vigore definitiva delle misure previste dal Decreto legge 133/2023 attualmente in fase di discussione in Parlamento (ieri il testo di conversione è stato approvato alla Camera, prevista per oggi la discussione in Senato ndr).

La comunicazione al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa: «Dopo la condanna della CEDU le violazioni permangono»

Privazione della libertà e accoglienza inadeguata, in centri per adulti o trattenuti in commissariati in attesa di collocazione.  ASGI denuncia al Comitato dei Ministri del Consiglio dell’Europa: il piano d’azione annunciato dal Governo a luglio non è attuato. Nonostante la condanna della CEDU del caso Darboe e Camara, in Italia persistono violazioni nei confronti dei minori stranieri in accompagnati. E con il decreto 133/2023 la situazione peggiorerà.

In data 6 novembre ASGI ha inviato una comunicazione al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per chiedere la continuazione della procedura di supervisione dell’attuazione della sentenza Darboe e Camara con la quale la Corte EDU aveva condannato l’Italia.

Il caso riguardava la procedura di accertamento dell’età e il collocamento di due minori non accompagnati in un centro di accoglienza per adulti. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha riscontrato all’unanimità una violazione degli articoli 3, 8 e 13 della Convenzione. A seguito della sentenza è stata quindi avviata la procedura di supervisione di fronte al Comitato dei Ministri del Consiglio di Europa.

La sentenza resta fortemente attuale.

Contrariamente a quanto sostenuto dal Governo nell’Action Report del 6 luglio 2023,  ASGI denuncia il persistere di condotte illegittime così come emerge dall’azione di monitoraggio svolta e dalle modifiche normative da ultimo intervenute.

Il Governo ritiene di aver pienamente rispettato i principi stabiliti nelle sentenze in esame sulle diverse questioni affrontate dalla Corte”: questa affermazione conclusiva contenuta nella comunicazione della rappresentanza italiana al Comitato dei Ministri del COE appare irriverente alla luce della cronaca quotidiana che descrive le condizioni a cui sono costretti a vivere i minori stranieri non accompagnati in Italia

Trattenere minori, prassi generalizzata in Italia

La legge italiana vieta espressamente il trattenimento dei minori stranieri non accompagnati, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 142/2015, nei centri di permanenza per il rimpatrio, negli hotspot e nei centri governativi di prima accoglienza. Infatti, i minori, appena giunti sul nostro territorio, hanno diritto al permesso di soggiorno per minore età (art. 32 D.Lgs. 286/98) e ad essere accolti nei centri a ciò deputati dal Ministero dell’Interno fino al raggiungimento della maggiore età.

Ciò che invece avviene sistematicamente presso alcuni posti di frontiera italiani, come CrotoneLampedusaPozzallol’hotspot di Contrada Cifali e di Taranto, è il trattenimento generalizzato dei minori stranieri non accompagnati ivi accolti, che non possono lasciare il centro e sono quindi costretti a una condizione di totale isolamento.

Inoltre, è prassi, come nel caso del territorio pugliese, che i minori stranieri non accompagnati siano accolti in strutture destinate ad adulti, in condizioni di promiscuità. O ancora, come prassi romana dalla fine del 2022, si verifica che i minori non accompagnati che arrivano ai commissariati e che non possono essere accolti in strutture dedicate a causa dei limiti di capienza, sono temporaneamente trattenuti nei commissariati in attesa di collocazione. Questa disposizione viene presa in base alle direttive dell’autorità giudiziaria e del Comune di Roma. Secondo la polizia, questi minori sono costretti a sopportare condizioni disumane, essendo costretti a dormire sulle panchine, poiché non sono disponibili alloggi o stanze adeguate per loro.

Anche le zone di frontiera interna sono interessate dalla presenza di molti minori che spesso rimangono senza accoglienza. Molti minori identificati come adulti dopo lo sbarco e collocati in strutture di accoglienza inadeguate decidono di lasciare l’Italia e raggiungere altri Paesi europei. L’ASGI ha rilevato che a Ventimiglia le autorità italiane procedono, in molti casi, a notificare all’interessato provvedimenti di respingimento differito o di espulsione amministrativa senza effettuare alcun accertamento dell’età.

Nei centri per adulti sovraffollati senza supporti psicologici e legali con le nuove norme

Tale quadro risulta ancora più grave se si considera che il 6 ottobre 2023 è entrato in vigore il decreto legge n. 133, che introduce significative modifiche in materia di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e di accertamento dell’età.

Il decreto prevede la possibilità che i minori non accompagnati di età superiore ai 16 anni siano accolti in centri di accoglienza straordinaria per adulti, seppur in una sezione dedicata, privi di supporto educativo, dei servizi di assistenza legale e psicologica e di insegnamento dell’italiano e spesso caratterizzati da condizioni di sovraffollamento, andando a formalizzare la prassi in uso e determinando una gravissima violazione dei diritti dei minori.

Inoltre si stabilisce una procedura per l’accertamento dell’età che deroga alle garanzie fornite dalla procedura ordinaria. Una procedura che manca di garanzie procedurali minime per rispettare il principio della presunzione di minore età, tutelato dall’articolo 8 della Convenzione. Inoltre, non fornisce l’accesso a un ricorso effettivo nelle procedure di accertamento dell’età.

ASGI chiede una supervisione sull’Italia al Comitato dei ministri del COE

Considerata la natura sistemica delle violazioni monitoratela mancata attuazione di quanto sostenuto dal Governo nell’Action Report del 6 luglio 2023 e le novità introdotte sul piano normativo con il Decreto Legge 133/2023 attualmente in fase di conversione in legge alla Camera, che determineranno gravi violazioni degli articoli 3, 8 e 13 della della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo analoghe a quelle riscontrate nel caso Darboe e Camara, ASGI ha inviato una comunicazione al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 6 novembre 2023 chiedendo di procedere con la supervisione dell’attuazione della sentenza, formulando anche una serie di raccomandazioni, rimarcando la  necessità di  garantire il pieno rispetto di tutti i diritti dei minori.

ASGI - Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

Nata dall'intenzione di condividere la normativa nascente in tema d’immigrazione da un gruppo di avvocati, giuristi e studiosi, l’ASGI ha, nel tempo, contribuito con suoi documenti all'elaborazione dei testi normativi statali e comunitari in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza, promuovendo nel dibattito politico-parlamentare e nell’operato dei pubblici poteri la tutela dei diritti nei confronti degli stranieri ( continua » )