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Cornelius Kibelka, CC BY-SA 2.0
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Statewatch. Mentre continua il sostegno alla Libia, l’UE sta pianificando nuovi accordi anti-migrazione con Egitto e Tunisia

Il 28 novembre a Bruxelles una conferenza internazionale "anti-smuggling"

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La traduzione del documento pubblicato da Statewatch il 16 Novembre 2023.

La Commissione europea intende concordare “nuovi partenariati operativi anti-migranti” con la Tunisia e l’Egitto entro la fine dell’anno, nonostante le segnalazioni di abusi contro migranti e rifugiati in Egitto e le recenti violenze razziste avallate dallo Stato tunisino. Il sostegno materiale e finanziario ai due Paesi nordafricani è già stato intensificato, così come quello alla Libia.

Il piano per i nuovi “partenariati” è menzionato in un allegato recentemente rivelato (pdf) di una lettera del presidente della Commissione europea 1, Ursula von der Leyen, inviata al Consiglio europeo prima della riunione di ottobre e pubblicata da Statewatch.

Ad aprile, la Commissione aveva annunciato la “volontà” dell’UE e della Tunisia di “stabilire un partenariato operativo più forte in materia di lotta allo smuggling“, che avrebbe riguardato il rafforzamento dei controlli alle frontiere, una maggiore cooperazione giudiziaria e di polizia, una maggiore cooperazione con le agenzie dell’UE e campagne pubblicitarie anti-migrazione.

L’allegato contiene pochi altri dettagli sulla questione, ma afferma che gli accordi con la Tunisia e l’Egitto dovrebbero basarsi sui partenariati anti-smuggling in atto con il Marocco, il Niger e i Balcani occidentali, con il sostegno di Europol ed Eurojust“, e che dovrebbero includere “squadre operative congiunte con i pubblici ministeri e le autorità di contrasto degli Stati membri e dei partner“.

Abusi e impunità

L’anno scorso, le indagini di Human Rights Watch hanno rilevato che “le autorità egiziane non sono riuscite a proteggere le rifugiate e richiedenti asilo vulnerabili dalla violenza sessuale dilagante, anche non indagando su stupri e aggressioni sessuali“, e che la polizia ha sottoposto gli attivisti rifugiati sudanesi a “lavori fisici forzati [sic] e percosse“. Anche i richiedenti asilo eritrei sono stati detenuti e deportati dalle autorità egiziane.

Il rapporto dell’UE sui diritti umani in Egitto nel 2022 (pdf) 2 afferma che le autorità continuano a imporre “restrizioni” alla “libertà di espressione, di riunione pacifica e dei media“, mentre “permangono preoccupazioni per l’ampia applicazione della legge sul terrorismo contro critici e individui pacifici e per l’uso esteso e indiscriminato della detenzione preventiva“.

Amr Magdi, ricercatore senior di Human Rights Watch per il Medio Oriente e il Nord Africa, ha affermato senza mezzi termini che “non ci può essere luce alla fine del tunnel senza affrontare i dilaganti abusi delle forze di sicurezza e l’illegalità“. L’Istituto del Cairo per i diritti umani ha dichiarato ad agosto che “l’apparato di sicurezza del Paese continua a sorvegliare e reprimere impunemente gli egiziani. L’accesso alla democrazia partecipativa è scarso o nullo“.

La situazione dei migranti e dei rifugiati in Tunisia è peggiorata notevolmente dall’inizio dell’anno, quando il presidente Kais Said ha dichiarato un giro di vite contro gli africani subsahariani in discorsi che sembravano attingere a piene mani dalla teoria della grande sostituzione dell’estrema destra.

Non è chiaro se l’UE cercherà di affrontare queste violenze, abusi e discriminazioni cercando di rafforzare i poteri delle autorità di sicurezza dei Paesi. L’allegato alla lettera della von der Leyen indica che la cooperazione con la Tunisia è già in corso, anche se non è stato finalizzato un accordo anti-smuggling:

Tre coppie di tutoraggio sul traffico di migranti TU [Tunisia] con Stati membri (AT, ES, IT [Austria, Spagna e Italia]) per avviare la cooperazione nel quadro di Euromed Police, nell’ultimo trimestre del 2023 (attuato da CEPOL [l’Accademia europea di polizia] con Europol)“.

Conferenza anti-smuggling

L’allegato alla lettera della von der Leyen indica che il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, “ha confermato l’interesse per un partenariato globale sulla migrazione, compresa la lotta ai trafficanti e la promozione di percorsi legali“, in occasione di un incontro con il commissario europeo per la migrazione e gli affari interni, Ylva Johansson, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Questo mese il quarto dialogo ad alto livello UE-Egitto sulla migrazione e la seconda riunione degli alti funzionari sulla sicurezza e l’applicazione della legge saranno utilizzati per discutere del partenariato, si legge nell’allegato, “anche per quanto riguarda il coinvolgimento di CEPOL, Europol e Frontex“, ma non è chiaro quando esattamente la Commissione intenda firmare i nuovi accordi. Una “Conferenza internazionale sul rafforzamento della cooperazione internazionale per contrastare il traffico di migranti“, che si terrà a Bruxelles il 28 novembre, rappresenterebbe un momento opportuno per farlo.

La conferenza sarà utilizzata per annunciare una proposta “per rafforzare il quadro giuridico dell’UE sul traffico di migranti, compresi gli elementi relativi a: sanzioni, governance, flussi di informazioni e ruolo delle agenzie GAI“, si legge in un documento del Consiglio pubblicato da Statewatch ad ottobre.

Altre fonti indicano che la proposta includerà modifiche alla direttiva sulle facilitazioni e al regolamento Europol, con misure volte a rafforzare il ruolo del Centro europeo per il traffico di migranti ospitato presso Europol, a intensificare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri, le agenzie dell’UE e i Paesi terzi e a rafforzare il sostegno di Europol alle operazioni.

Sostegno aggiuntivo

I “partenariati” proposti con l’Egitto e la Tunisia si aggiungono all’attuale sostegno fornito dall’UE per il controllo della migrazione.

A luglio l’UE ha firmato un memorandum d’intesa con la Tunisia che riguarda “la stabilità macroeconomica, l’economia e il commercio, l’energia verde, i contatti interpersonali, la migrazione e la mobilità“.

Nonostante il governo tunisino abbia restituito 67 milioni di euro forniti dall’UE, il numero di imbarcazioni di rifugiati in partenza dalla Tunisia è diminuito in modo significativo, a seguito dell’aumento dei pattugliamenti in mare e della maggiore distruzione delle imbarcazioni intercettate.

Anche la coercizione violenta sta giocando un ruolo importante, come ha osservato Matthias Monroy:

Anche la repressione di Stato, soprattutto nella città portuale di Sfax, ha contribuito al calo dei numeri, dove le autorità hanno espulso dal centro migliaia di persone provenienti dai Paesi subsahariani e le hanno spinte in autobus verso i confini libici e algerini. Lì, i funzionari li costringono ad attraversare il confine. Queste misure hanno anche portato un numero maggiore di rifugiati in Tunisia a richiedere i programmi dell’OIM finanziati dall’UE per il “ritorno volontario” nei loro Paesi d’origine“.

Nell’allegato alla lettera della von der Leyen si legge che l’UE ha fornito “carburante per sostenere le operazioni di contrasto allo smuggling” e che i funzionari tunisini hanno visitato la sede di Frontex a metà settembre per una “visita di familiarizzazione“.

Nel frattempo, l’Egitto dovrebbe ricevere dall’UE la prima di tre nuove motovedette a dicembre, 87 milioni di euro come parte della seconda fase di un progetto di gestione delle frontiere saranno erogati “nei prossimi mesi” e Frontex porterà avanti un accordo di lavoro con le autorità egiziane, che hanno visitato la sede dell’agenzia a Varsavia ad ottobre.

Sostegno continuo alla Libia

Nel frattempo, il sostegno dell’UE al controllo della migrazione da parte degli attori in Libia continua, nonostante un’indagine delle Nazioni Unite all’inizio di quest’anno abbia accusato tale sostegno di contribuire ai crimini contro l’umanità nel Paese.

L’allegato alla lettera della von der Leyen riporta con favore che quest’anno sono state fornite alla Guardia costiera libica cinque navi per la ricerca e il salvataggio e che al 21 settembre “più di 10.900 persone sono state segnalate come salvate o intercettate dalle autorità libiche in più di 100 operazioni… Tra le persone sbarcate, i gruppi più numerosi provenivano da Bangladesh, Egitto e Siria“.

La lettera non chiarisce cosa distingua “salvataggio” e “intercettazione” in questo contesto. L’organizzazione Forensic Oceanography li ha precedentemente descritti come “imperativi contrastanti” in un’analisi di un disastro in mare in cui alcuni sopravvissuti sono stati portati in Libia e altri in territorio UE.

In una lettera (pdf) 3 inviata la scorsa settimana ai presidenti di tre commissioni del Parlamento europeo, tre commissari – Margaritas Schinas, Ylva Johansson e Oliver Várhelyi – hanno affermato che la Commissione rimane “convinta che l’interruzione dell’assistenza dell’UE nel Paese o il disimpegno non migliorerebbero la situazione delle persone più bisognose“.

Se le prove che il sostegno dell’UE alla Libia ha facilitato la commissione di crimini contro l’umanità non sono sufficienti per fermare questa politica, resta da vedere se la violenta repressione delle autorità egiziane o il razzismo di Stato in Tunisia saranno considerati degni di essere menzionati pubblicamente dai funzionari della Commissione.

L’allegato alla lettera della Von der Leyen illustra anche l’azione dell’UE in una serie di altri settori, tra cui i “progetti pilota” lanciati in Bulgaria e Romania per rafforzare la sorveglianza delle frontiere e accelerare le procedure di asilo e i rimpatri, il sostegno alle autorità marocchine e la cooperazione con gli Stati dei Balcani occidentali.

Documentazione
  • Allegato alla lettera di Ursula von der Leyen al Consiglio europeo di ottobre 2023: Seguito dei quindici punti d’azione stabiliti nel gennaio 2023 (senza data, pdf)
  • Lettera di Margaritas Schinas, Ylva Johansson e Olivér Várhelyi ai presidenti della Commissione per gli affari esteri, della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e della Sottocommissione per i diritti umani (7 novembre 2023, Ares(2023)7544185, pdf)
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