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Un’etica della cura per l’affido familiare di Minori Stranieri Non Accompagnati

Tesi di Laurea Magistrale di Alessandra Apicella

PH: Antonio Sempere (Minori a Ceuta)

Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi.
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(N.d.A) A fronte delle novità introdotte dal D.L. 5 ottobre 2023, n. 133 all’interno del quadro normativo italiano in merito a immigrazione e protezione, una criticità emerge fin da subito.

Difatti, se da un lato l’Italia è già da molti anni punto di approdo e di passaggio dei flussi migratori, dall’altro le novità contenute nel presente decreto si sostanziano a partire da una “logica dell’emergenzialità”. Dunque, se da un lato saremmo indotti a pensare che la modalità di gestione dei flussi sia stata perfezionata nel tempo, dall’altro si assiste a una gestione dei flussi migratori che avviene senza alcuna programmazione né anticipazione, rispondendo invece ai criteri di “necessità e urgenza” (art.1).

Combinatamente a tale approccio, quanto previsto dal decreto è carente nel prestare attenzione ai destinatari diretti di quanto contenuto al suo interno. In tal senso, l’utilizzo di criteri più stringenti per l’accoglimento delle domande di protezione internazionale, la disciplina dell’allontanamento ingiustificato nell’ambito del procedimento di riconoscimento di protezione internazionale, le modifiche apportate all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA), la delega a professionisti e organizzazioni in materia di conversione dei permessi di soggiorno per i minori stranieri non accompagnati, si collocano all’interno di quello che il The Care Collective definirebbe uno “stato di incuria”.

Se, perciò, la “cura” viene considerata «una specie di attività che include tutto ciò che facciamo per mantenere, continuare e riparare il nostro “mondo” in modo da poterci vivere nel modo migliore possibile. […] in una rete complessa a sostegno della vita.» (Fisher & Tronto 1990, p.40), quanto contenuto nel decreto non ci consente di rintracciare la cura al suo interno.

Alla luce di ciò, il presente lavoro di tesi si genera a partire dall’esigenza di far riferimento a un’“etica della cura” nella gestione di quanto accade all’interno della comunità, a partire da quanto accade nel sistema di accoglienza dei MSNA.

Università degli Studi di Padova
Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione
Corso di laurea Magistrale in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione

Un’etica della cura per l’affido familiare di Minori Stranieri Non Accompagnati

di Alessandra Apicella (Anno accademico 2022/2023)

Introduzione

Questo lavoro ha origine dall’interazione tra vita accademica e vita privata, tra quanto appreso durante il percorso di studio e quanto emerso da un’esperienza di volontariato.

L’interesse per l’“etica della cura” si è sviluppato all’interno delle aule universitarie, ed è stato rafforzato da un personale approfondimento di quanto affrontato durante le lezioni in aula.

È accaduto, poi, che l’interesse si è svincolato dal contesto universitario per riversarsi e concretizzarsi nella scelta di intraprendere un’esperienza di volontariato presso l’Associazione Mimosa a Padova, nello specifico all’interno dell’“Area Accoglienza”, che si rivolge a minori in stato di disagio, tra i quali anche minori stranieri non accompagnati (MSNA). Nel corso di questa esperienza si è resa, poi, possibile l’opportunità di partecipare a un corso di formazione sull’affido familiare dei MSNA, che si è configurata come occasione per iniziare a sviluppare quanto contenuto nel presente elaborato.

Il percorso seguito ha preso le mosse a partire dalla volontà di far dialogare questi ambiti di esperienza, ovvero di far dialogare l’“etica della cura” con il tema dell’affido familiare dei MSNA.

Nel primo capitolo viene presentata una panoramica sull’affido familiare e il sistema di accoglienza dei MSNA in Italia, portando il focus sulle novità introdotte dalla Legge Zampa, tra le quali rientrano novità relative all’affido familiare di MSNA. Un secondo focus viene riservato a quella che è la rete di figure che ruotano attorno all’affido e che condividono le responsabilità di cura nei confronti del minore. L’attenzione viene, poi, indirizzata su quelle che sono le criticità che hanno luogo all’interno del percorso di accoglienza del minore una volta arrivato in Italia.

Nel secondo capitolo si pongono le condizioni per generare un possibile dialogo con il paradigma dell’etica della cura. Un passaggio preliminare, però, è costituito dalla ricostruzione del dibattito, facendo riferimento ai lavori di Chiara Saraceno & Manuela Naldini (2021), e di Joan Tronto (2006). In un secondo momento, ai fini di mettere a disposizione l’impalcatura teorica su cui attualmente si fonda il dibattito sull’“etica della cura”, si fa riferimento ai contributi di Carol Gilligan, Nel Noddings, Joan Tronto e al lavoro del The Care Collective.

Dalla ricostruzione del dibattito sulla cura emerge che la dimensione all’interno della quale viene resa possibile la cura è la relazione, motivo per cui, prima ancora di sviluppare una riflessione sulla cura, ciò che serve è porre l’attenzione sulle relazioni all’interno delle quali la cura viene messa in atto.

In ragione di ciò, la relazione che è stata scelta come oggetto della ricerca è quella che si instaura tra le persone che decidono di intraprendere un’esperienza di affido familiare e il MSNA con cui portano avanti l’affido, e lo strumento che è stato utilizzato è quello dell’intervista discorsiva guidata (Cardano & Ortalda 2017).

Il terzo capitolo è dedicato, perciò, all’illustrazione della ricerca, della metodologia e degli approcci utilizzati, dei temi trattati nell’intervista e del metodo seguito nell’analisi dei “racconti di pratiche” (Bertaux 1999) emersi dalle interviste.

Nel quarto capitolo, infine, viene descritto e interpretato quanto emerso dall’analisi delle interviste, utilizzando come riferimento teorico il contributo di Tronto (2006) e del The Care Collective (2021).

Ciò che ci si chiede nel presente lavoro, rendendo spendibile in termini argomentativi la volontà di far dialogare l’“etica della cura” con uno modi in cui può articolarsi l’accoglienza dei MSNA – ovvero con l’affido familiare -, è quale possa essere il contributo dell’“etica della cura” tanto alla trattazione dell’affido familiare di Minori Stranieri Non Accompagnati, quanto alla formulazione di un approccio diverso all’accoglienza.