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Il programma Community Matching: una via per la convivenza tra le persone rifugiate e le comunità accoglienti

Una tesi di laurea di Daniela Pizzuto

Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi.
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Università di Torino
Dipartimento di culture, politica e società
Corso di laurea in
Antropologia Culturale ed Etnologia

Il programma Community Matching:
una via per la convivenza tra le persone rifugiate e le comunità accoglienti

di Daniela Pizzuto (Anno accademico 2022/2023)

Introduzione

Sostenere l’inclusione delle persone rifugiate è un processo complesso, dinamico e multidisciplinare. Le esperienze promosse in Italia ed in Europa sono tutte unanimi nel riconoscere il ruolo fondamentale delle relazioni personali e sociali, che fanno di un individuo un membro di una comunità. In quest’ottica e sulla base della rilevazione delle criticità che incontrano le persone rifugiate nel loro percorso di inclusione in Italia (scarsa conoscenza della lingua, difficoltà ad accedere ai servizi del territorio, crescita di fenomeni di razzismo), nasce il programma Community Matching, promosso da UNHCR, finalizzato a promuovere l’inclusione delle persone rifugiate attraverso l’attivazione di relazioni (match) tra questi ultimi e volontari (buddy). La ricerca di questo studio ha l’obiettivo di capire quanto il Community Matching favorisca lo sviluppo di comunità e abbia un impatto che va oltre il rapporto tra i due singoli buddy abbinati.

La motivazione che mi ha spinto ad affrontare questo tema è la mia partecipazione attiva al Community Matching in qualità di buddy volontaria. Quindi nel lavoro svolto ho assunto un duplice ruolo, quello di ricercatrice e quello di soggetto attivo nel programma. Credo che il mio posizionamento, mi abbia dato la possibilità di entrare subito in connessione con le persone incontrate, ma potrebbe essere stato un limite, poiché il coinvolgimento diretto potrebbe restituire una visione non obiettiva, ma vivendo intensamente questa esperienza e credendoci sinceramente ho deciso di mettermi a disposizione per collaborare a questa ricerca che vuole dimostrare come una coesione sociale sia possibile e desiderabile, attraverso la partecipazione attiva della comunità sotto la guida di un programma come il Community Matching.

Il lavoro è suddiviso in cinque capitoli.
Il primo tratta della figura del rifugiato, partendo dalla definizione data dalla Convenzione di Ginevra, e come si diventa rifugiato, ovvero il percorso che una persona deve intraprendere affinché gli sia riconosciuto il diritto d’asilo.

Nel secondo capitolo mi soffermo su come venga utilizzata, e a volte strumentalizzata, la categoria di rifugiato e quali effetti produce sull’immaginario collettivo, quando si parla di invasione dei rifugiati in Europa è davvero così? Secondo i dati di UNHCR assolutamente no, come riportato dal sito Vie di fuga in data 15 giugno 2023, l’Italia secondo il «nuovo rapporto Global trends dell’UNHCR pubblicato ieri, si trova solo al 33° posto, alla pari con Regno Unito, Croazia e Romania (e Repubblica Democratica del Congo)» 1, termino questo capitolo provando a mettere in discussione il fenomeno indicato come « crisi dei rifugiati », descrivendo il circolo vizioso che lo alimenta.

Il terzo capitolo si concentra sulla risposta istituzionale nei confronti del diritto d’asilo, sulla mancanza in Italia di un vero sistema di accoglienza, e ancora una volta di come l’informazione sia distorta e strumentalizzata da una classe politica a cui poco importa del benessere sociale dei suoi elettori, e tanto meno di chi cerca con fatica un vita dignitosa nel nostro Paese. Faccio anche cenno a quali siano le direttive europee in materia di integrazione ed inclusione, nel piano varato per il periodo 2021-2027, e perché sia importante parlare di convivenza piuttosto che di integrazione.

Nel quarto capitolo viene presentato il programma del Community Matching, i suoi obiettivi, la metodologia applicata, e le prime impressioni emerse in occasione del primo Report 2022 tenutosi a Roma il 21 marzo 2023, a cui ho avuto il piacere di partecipare sia in veste di testimonial del programma sia come ricercatrice nella tavola rotonda che si è svolta con le equipe di tutta Italia ed i coordinatori di CIAC, Refugees Welcome ed UNHCR, per terminare con una breve panoramica sui programmi simili già attivi in Europa.

Il quinto capitolo è dedicato alla ricerca sul campo, la descrizione della metodologia adottata, le interviste in tandem dei buddy di Torino e Napoli ed il focus group di Napoli.

I risultati della ricerca e le considerazioni personali saranno esposti nelle conclusioni finali di questo lavoro.

  1. Global trends 2022: l’Italia solo al 33° posto per rifugiati accolti in rapporto agli abitanti