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Ingiustamente trattenuto al CPR di Palazzo San Gervasio nonostante la non convalida del Tribunale

Nella vicenda che coinvolge D.M. abbiamo superato ogni limite

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Siamo abituati alle bizzarrie del CPR di Palazzo San Gervasio (PZ) e siamo abituati alle continue violazioni dei diritti perpetrate all’interno di quella struttura. Ma, nella vicenda che coinvolge D.M. abbiamo superato ogni limite, siamo ben oltre l’errore, siamo alla drammatica persecuzione dello straniero. Neppure i provvedimenti del Tribunale di Potenza hanno valore all’interno del CPR di Palazzo San Gervasio. Le stravaganze della Questura di Potenza arrivano anche a stravolgere i provvedimenti dei giudici. Siamo all’arbitrio totale nell’esercizio del potere.

Ma facciamo un passo indietro e proviamo a sintetizzare quanto sta accadendo.

Il giorno 12 dicembre 2023 si celebra l’udienza per decidere sulla richiesta di convalida del trattenimento di D.M., straniero che vive in Italia dal 2017. Un cittadino gambiano che ha svolto regolare attività lavorativa, che ha frequentato numerosi corsi di formazione, che ha frequentato un corso avanzato di lingua italiana. Insomma, un ragazzo integrato nel tessuto sociale ed economico della città in cui risiede. Il giudice, accogliendo le richieste del difensore e ritenendo fondate le argomentazioni da questi rappresentate e provate, con provvedimento emesso al termine dell’udienza, alle ore 10.28, decide di non convalidare il provvedimento emesso dalla Questura di Potenza e ordina la immediata messa in libertà di D.M.. Passano le ore, ma D.M. non esce e continua a rimanere all’interno del CPR di Palazzo San Gervasio senza avere alcuna informazione e senza alcuna comunicazione.

Eppure il provvedimento del Tribunale di Potenza è chiaro. Eppure, le pratiche burocratiche per mettere in libertà D.M. possono essere sbrigate in poche ore. Invece no. Dopo 24 ore, D.M. è ancora lì in attesa di capire cosa sta accadendo.

Anche ora, mentre questo articolo viene scritto, D.M. si trova all’interno della sua stanza nel CPR di Palazzo San Gervasio, mentre il suo avvocato continua ad aspettare risposte alle pec inviate alla Questura di Potenza e, finanche, alla Prefettura.

Cosa sia successo non è dato saperlo. Cosa impedisca l’adempimento del provvedimento del Tribunale di Potenza è un mistero. Nessuno ha ritenuto degna di considerazione la richiesta di chiarimenti inviata a mezzo pec il 12.12.2023 alle ore 19.42 o la successiva diffida inviata in data13.12.2023 alle ore 11.40.

Una cosa in più, però, possiamo dirla. Da ieri mattina, D.M. non ha diritto mangiare. Il suo conto è stato infatti bloccato perché per la burocrazia lui è libero. Oltre al danno di una ingiusta detenzione, anche la beffa di trovarsi in un limbo assurdo perché D.M. è libero senza essere stato liberato.

Avv. Arturo Raffaele Covella

Foro di Potenza.
Sono impegnato da anni nell’ambito della tematica del diritto dell’immigrazione, con particolare attenzione alla protezione internazionale e alla tutela dei lavoratori stranieri. Collaboro con diverse associazioni locali che si occupano di migrazioni. Scrivo per diverse riviste.