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A scuola di antirazzismo

Un libro open access in due volumi

di Grazia Satta 1

Più che un libro, “Antirazzismo e scuole” è un manuale rivolto a docenti, educatori, studenti ed a tutti coloro che non si rassegnano a stare immobili ed a riciclare le false verità a cui ci convince la pigrizia intellettuale.
Le autrici, Annalisa Frisina, Filomena Gaia Farina, Alessio Surian ci fanno scivolare in una lettura attenta, leggera, densa di verità.

L’opera si divide in due volumi, editi da Padova University Press, entrambi liberamente scaricabili con la formula open access online a questi link: Antirazzismo e scuole. Volume 1 (dedicato soprattutto alle scuole primarie) e 2 (si rivolge principalmente a chi insegna nelle scuole secondarie).

Il termine antirazzismo chiama alla mente il suo contrario: razzismo, un brodo in cui nuotiamo tutti, che ci piaccia o no. Un razzismo di cui dobbiamo tutti prendere atto, in cui siamo immersi senza la giusta consapevolezza.

In queste pagine, le vittime escono dal ruolo scontato di appartenenza ad una cultura inferiore, per percorrere un cammino di conoscenza storica liberatrice. Parole che segnano la lettura come punti essenziali: razza, dialogo, immedesimazione, ingiustizia, privilegi.

Un manuale d’uso in cui i bambini sono i protagonisti e che immedesimandosi l’uno nell’altro (nero, un po’ più nero, cinese, zingaro, bianco) svelano verità difficili da sradicare.

Si scivola dal razzismo classico, quello dovuto al colore della pelle, a quello di genere che ci relega in stereotipi ancora purtroppo presenti nella quotidianità di noi tutti, adulti e bambini.

Percorsi di lavoro genialmente semplici per la loro fattibilità, tanti “Se fossi” a cui i bambini rispondono con testi e disegni e che permettono una riflessione condivisa nei successivi focus group.

La consapevolezza è il filo conduttore e gli autori lo fanno attraverso l’indagine storica che sfata narrazioni pigre e scontate che avvolgono i ragionamenti in vincoli eterni. Seguendo gli spunti che ci offre: laboratori, fumetti, graphic novel, silent book, si scopre che per andare avanti è importante, smontare, giocare, slegare e slegarsi per riscrivere storie e finali di storie. Così si potrà decolonizzare il pensiero presente e futuro.

Il secondo volume conferma i temi fondamentali espressi nel primo.

Invita a “metterci scomode/i in ascolto” perché la scomodità è una condizione dalla quale non si può prescindere.

Scomodi/e perché è difficile guardarci dentro ed intorno e prendere atto che nel brodo del razzismo ci sguazziamo tutti, soprattutto quando diciamo e ci diciamo che per noi il colore della pelle non è un problema, che nella nostra classe sono tutti uguali e che non ci sono problemi. I destinatari di questo secondo volume sono quasi adolescenti, età in cui la scoperta di verità scomode colpisce con forza.

La violenza razzista non è altrove”, è nella nostra educazione, nell’ignoranza che abbiamo della storia che parla di noi come italiani brava gente.

La conoscenza storica dell’agire italiano nei paesi del Corno d’Africa ribalta il modo di vedere la Storia e noi stessi.
Non si chiede di rimuovere, perdonare o sminuire i fatti.

È un’opera che ci invita a disimparare, a esplorare ciò che i libri di storia non hanno mai raccontato: la verità.

Ci invita a frugare nelle memorie tramandate, a leggere il nome di una via e domandarci perché quel nome, perché quel modo di dire, a chiederci se è una scelta morale ed etica innalzare un monumento a figure famose, ma controverse della nostra quotidianità.

Si viene introdotti in un’atmosfera trasformativa in cui tutto viene osservato, masticato e messo in discussione.

Tutto appare scomodo ed è giusto così. Il termine nero al posto di n***o non è più sufficiente, come l’espressione “di colore”. Chi è di colore, chi non lo è, in che modo scivoliamo dalle tante sfumature fino ad arrivare ad esprimere il concetto di bianco?

Non possiamo più negare la realtà di un micro razzismo nel quale ci impantaniamo involontariamente ed in buona fede.

Gli spunti per agire, corredati da fumetti, fotografie, testimonianze di personaggi impegnati da sempre nella lotta al razzismo, sono ironici, stimolanti e realizzabili e ci ricordano che tutti noi siamo in equilibrio su di un tappeto che qualcuno, in qualsiasi momento, potrebbe all’improvviso togliere da sotto i piedi facendoci fare una bella capriola con un capitombolo … in avanti?

  1. Sono un’attivista per i diritti delle donne e dei migranti, tra i fondatori dell’associazione Portamico, iscritta all’albo regionale MSNA dell’Emilia Romagna, collaboro col giornale online Emilia Times, esperta soprattutto dei problemi dei diritti delle donne pakistane e dei meccanismi sociali della loro cultura. Insegnante