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Migranti, salute mentale e progettazione sociale

Tesi di laurea di Tatiana Ferretti

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Università di Siena
Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive
Corso di Laurea Triennale in Scienze Del Servizio Sociale

Migranti, salute mentale e progettazione sociale: ambiti, opportunità e sfide

di Tatiana Ferretti (Anno accademico 2022/2023)

Introduzione

Il proposito della presente tesi è quello di mettere in pratica le conoscenze acquisite durante il corso di studi, abbracciando una vasta gamma di discipline trasversalmente connesse, tra cui lavoro sociale, sociologia, psicologia, antropologia, progettazione sociale, metodologia e ricerca sociale, legislazione e normative.

Grazie alle esperienze di tirocinio, durante le quali ho avuto la possibilità di osservare da vicino le modalità di lavoro sia in un Ente Pubblico che in un Ente di Terzo Settore, la mia preparazione è andata oltre la sfera accademica e gli insegnamenti tratti dall’esperienza pratica sono stati di grande rilievo: dall’importanza della flessibilità, alla necessità di mantenere una mente aperta e inclusiva al coltivare lo spirito critico e auto-critico.

In altre parole, l’esperienza del tirocinio ha ribadito per la pratica professionale la centralità del poter superare i confini delle credenze culturali e del riconoscere e rispettare le diverse prospettive culturali e individuali che possono influenzare il benessere delle persone.

La scelta dell’argomento deriva dalla volontà di approfondire l’analisi delle potenzialità del lavoro per progetti all’interno del delicato campo della tutela della salute mentale dei migranti.

In questo contesto, la progettazione sociale si delinea come uno strumento dinamico per affrontare sfide sociali delicate come quelle legate alla tutela della fragilità mentale della popolazione immigrata, offrendo flessibilità, adattabilità e un approccio integrato e multidisciplinare che coinvolge diversi attori, significativi per la comprensione più approfondita delle esigenze specifiche. Ciò che rende la progettazione sociale preziosa, inoltre, è la capacità assumere un ruolo di advocacy e inserirsi nei processi di policy making, supportando i decisori sulla base delle conoscenze dedotte dalle attività progettuali, sia per quanto riguarda le buone pratiche sia per i dati raccolti.

Parlare della salute mentale della popolazione immigrata è importante perché, nella società contemporanea, l’immigrazione rappresenta una delle sfide più significative e complesse che coinvolge tutti i paesi del mondo. L’immigrazione non è solo un fenomeno demografico, ma anche un processo denso di implicazioni psicosociali che coinvolgono individui e comunità, inclusi il paese di partenza, di transito e di accoglienza.

Nel corso dell’elaborato si esamineranno le diverse fasi del processo migratorio e le relative implicazioni per il benessere emotivo dei migranti, con l’obiettivo di aumentare la comprensione di questi aspetti e poterli più agevolmente declinare come processi da supportare mediante la progettazione sociale e l’individuazione di possibili buone pratiche di intervento e presa in carico.

Il sociologo Abdelmalek Sayad ritiene che l’immigrazione sia un “fatto sociale totale” (Sayad, 2002) che dunque influenza e coinvolge vari aspetti non solo della sfera individuale ma anche della sfera politica, economica, sociale e culturale.

Il migrante è colui che deve attraversare degli spazi fisici, e che necessariamente deve valicare anche dei confini culturali. Dall’altra parte, per la popolazione autoctona vi è la presenza di uno “straniero”, un altro diverso dall’idea interiorizzata di “noi” e, tale differenza viene percepita come una minaccia identitaria.

Come afferma Inglese, “l’altro da sé, in quanto rappresentante del mondo esterno, tenta di affermarsi a spese del Sé” (Inglese et al. 2011): in ragione di ciò, sia i migranti che gli autoctoni si trovano sempre più spesso costretti a rielaborare la loro identità in funzione di realtà che viene messa continuamente in discussione: nel caso degli autoctoni, per l’arrivo di uno “straniero” e, nel caso dei migranti nel tentativo di adattamento alla nuova società.

Nel primo capitolo, dopo aver definito la figura del “migrante”, se ne affrontano le principali vulnerabilità: si evidenzia come l’esperienza della migrazione può essere associata a condizioni uniche e particolari, come lo stress da acculturazione, il senso di sradicamento, essere oggetto di discriminazione e razzismo, con un impatto significativo sul benessere mentale dell’individuo.

Una parte significativa del capitolo è dedicata all’analisi del quadro normativo internazionale e nazionale che regola il fenomeno migratorio: vengono richiamate le principali convenzioni, trattati e leggi che definiscono il quadro giuridico entro cui osservare il fenomeno migratorio. Il percorso appena tracciato fornisce la base essenziale per esplorare nelle successive parti della tesi i temi della progettazione e l’esperienza applicata del Progetto AR.I.A. come case study.

Il secondo capitolo affronta il tema della progettazione sociale e si dedica ad analizzare come le esperienze ricavate dal lavoro progettuale possano assumere sia un ruolo di supporto che di guida nell’elaborazione di nuove politiche.

Per prima cosa si approfondiscono i punti di contatto e i punti di scontro tra il sistema di welfare tradizionale e il cosiddetto secondo welfare. Successivamente si analizza il concetto di coinvolgimento attivo degli stakeholder, evidenziando come la progettazione sociale possa sfruttare la diversità di prospettive per costruire soluzioni adatte al contesto sociale specifico.

Per ultimo si puntualizza l’importanza delle attività di monitoraggio e valutazione, pilastri fondamentali della progettazione sociale, che contribuiscono a una valutazione costante degli impatti degli interventi e alla riflessione su nuove strategie basate su evidenze concrete.

La scelta di introdurre prima il fenomeno migratorio e le vulnerabilità legate ad esso, e dopo il ruolo del lavoro per progetti, è stata fatta per fornire un contesto preliminare che consentisse una riflessione approfondita sulla salute mentale dei migranti e sull’importanza dell’attività progettuale nel campo del lavoro sociale e che fornisse una cornice teorica, legislativa e operativa adeguata all’analisi di una esperienza progettuale in corso.

Nel terzo e ultimo capitolo si prende infatti in analisi il Progetto AR.I.A (ARezzo Integrazione e Accoglienza), incontrato nel corso del mio tirocinio presso Carretera Central Onlus, un’organizzazione non profit impegnata nella cooperazione internazionale e nella difesa dei diritti delle persone vulnerabili. Il progetto si propone di creare una rete finalizzata all’identificazione e al sostegno delle vulnerabilità psicosociali della popolazione migrante.

Questo approfondimento affronta non solo la dimensione teorica e organizzativa dell’esperienza progettuale, ma anche la sua reale capacità di generare impatti positivi e sostenibili sulla vita delle persone, ponendo l’accento sulla necessità di promuovere attivamente e diffondere l’adozione di metodologie e prassi innovative.

Dunque, si intende sottolineare l’importanza della progettazione sociale, intesa come processo strategico di pianificazione e implementazione di interventi e strategie, nonché di opportunità per migliorare il benessere psicologico delle persone coinvolte.