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Ph: Mai più lager - NO ai CPR
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Anche dopo il commissariamento, al CPR di Milano non è cambiato nulla

Ancora condizioni indegne, proteste e repressione. Naga e Mai più Lager - No ai CPR denunciano l’ostruzionismo della Prefettura

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Lo scorso 6 febbraio l’associazione Naga di Milano ha pubblicato sul proprio sito un breve report dal titolo “Tanto trasparente da diventare invisibile“, una breve cronologia dei fatti e analisi della documentazione pubblicata dalla Prefettura di Milano sul Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Corelli.

Nel rapporto l’associazione restituisce una sintetica cronistoria del CPR di Via Corelli (Milano), ricostruendo quella che definisce una vera e propria “partita a scacchi” con gli enti a vario titolo responsabili su quanto avviene nel CPR: in primis, la Prefettura di Milano, ma anche Questura, Agenzia di Tutela della Salute (ATS), Comune ed enti gestori. 

Perché questa ricostruzione?

Perché il 10 novembre 2023, la Prefettura di Milano ha pubblicato sulla sezione del suo sito dedicata al CPR una serie di documenti, che potrebbero proiettare l’immagine di un maggiore sforzo di trasparenza. Tale pubblicazione avveniva infatti in seguito all’uscita del report “Al di là di quella porta. Un anno di osservazione dal buco della serratura del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Milano”, redatto da Naga in collaborazione con la rete Mai piú Lager – No ai CPR, che aveva evidenziato le molte risposte incomplete, lacunose se non del tutto mancanti alle richieste di accesso agli atti e dati importanti.

Un mese dopo, la visita a sorpresa della Guardia di Finanza sotto mandato della Procura della Repubblica di Milano rendeva nota l’indagine in corso per turbata libertá degli incanti e falsa documentazione a carico della societá Martinina s.r.l. e di due responsabili, Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso. A seguito del sequestro impeditivo del ramo d’azienda da parte della Procura, il CPR di Milano è stato affidato ad un amministratore giudiziario, il commercialista milanese Giovanni Falconieri.

“Un lager, anche se commissariato, resta pur sempre un lager”

Mai piú Lager – No ai Cpr

Nonostante il commissariamento le condizioni di vita all’interno del CPR di Via Corelli non sembrano risollevate. Il 10 febbraio lə attivistə di Mai piú Lager – No ai CPR pubblicavano un video che ritraeva alcune persone trattenute sdraiate seminude sotto alla pioggia in segno di protesta, sempre per condizioni inaccettabili: ancora cibo scarso e immangiabile e bagni dalle pessime condizioni igieniche; in molti, inoltre, lamentavano macchie pruriginose sulla pelle e l’assenza di qualsiasi assistenza medica diversa dalla somministrazione di psicofarmaci. 

Il giorno dopo, lə stessə attivistə pubblicavano il video di un violento pestaggio da parte della guardia di Finanza. Una vera e propria “spedizione punitiva”, dice Teresa Florio di Mai piú Lager – No ai CPR a Radio Popolare, contro un ragazzino di appena 18 anni che poco prima aveva protestato per il cibo immangiabile. 

Nuova amministrazione, stesso ostruzionismo

Di fronte a questi inquietanti avvenimenti, una delegazione dell’associazione NAGA e della rete Mai più Lager – No ai CPR ha accompagnato il consigliere regionale Luca Paladini, vice presidente della Commissione Carceri, in una visita a sorpresa nel CPR di via Corelli domenica 11 febbraio. 

Dal colloquio con il personale medico la delegazione ha potuto constatare “l’assenza di un registro degli eventi critici; il rifiuto di consegnare le cartelle cliniche di tre trattenuti che avevano rilasciato apposita delega al consigliere; il rifiuto di aprire la cassaforte contenente il metadone al fine di verificarne la conservazione; la confermata assenza di un frigorifero per i medicinali; la mancanza dell’attestazione comprovante il corretto funzionamento del defibrillatore; l’eloquente dato di ben 34 trasferimenti in autoambulanza in pronto soccorso, nel solo gennaio 2024”.

L’accesso al CPR ha inoltre confermato la diffusione di sfoghi cutanei e gesti di pericoloso autolesionismo che non hanno ricevuto le attenzioni mediche necessarie. E tutto questo, ribadiscono nel comunicato, “nonostante il commissariamento da parte del Tribunale di Milano, ovvero sotto la migliore e più garantita delle gestioni possibili”.

La delegazione ha denunciato altri inaccettabili atti di ostruzionismo, in particolare: “Con gravissima violazione delle norme di riferimento alla delegazione è stato negato l’accesso ai moduli abitativi nei quali sono alloggiati i trattenuti 1“.

L’accesso sarebbe stato negato sia dalla nuova direttrice che, secondo quanto riferito alla delegazione, sarebbe in servizio dal primo di febbraio e che avrebbe ricevuto tali indicazioni dalla Prefettura, sia dall’Ispettore di Polizia.

Tanto trasparente da diventare invisibile”: una critica diretta alla Prefettura

Il nuovo report analizza i documenti pubblicati dalla Prefettura di Milano il 10 novembre e mette in luce come già in passato la Prefettura abbia proceduto alla pubblicazione di “nuova” documentazione solo a seguito di incalzanti richieste di accesso da parte dell’associazione. E come spesso, anche in quei casi, venivano pubblicati documenti datati, non aggiornati.

La ricostruzione cronologica degli eventi contenuta nel report é poi importante perché mette nero su bianco come le inaccettabili condizioni di vita all’interno del CPR, la grave privazione dei diritti fondamentali delle persone trattenute, se non addirittura il loro vero e proprio maltrattamento, siano di fatto problemi risalenti.

Ben tre esposti depositati in Procura dal Senatore Gregorio De Falco giá nel 2021 e 2022 denunciavano la totale indisponibilità di cure sanitarie specialistiche, irregolarità amministrative, la sistematica violazione di diritti, la situazione igienica intollerabile e le gravi condizioni di salute. Tra le denunce si arrivava a ipotizzare il reato di lesioni e tortura aggravata in concorso, per dei pestaggi avvenuti il 25 maggio 2021 da parte di agenti delle Forze di Polizia. 

La documentazione pubblicata dalla Prefettura il 10 novembre 2023

Non sappiamo che cosa abbia indotto la Prefettura a rendere pubblici questi documenti, che sono tuttora disponibili sul suo sito web, ma ci è sembrato importante esaminarne i contenuti. Se alcuni non presentano particolari motivi d’interesse perché poco significativi o già reperibili da altre fonti, altri mostrano grossolani errori” (Naga, “Che cosa la Prefettura di Milano (non) ci vuole dire del CPR”).

La carta dei diritti e dei doveri per le persone trattenute, ad esempio, è pubblicata in italiano, arabo, inglese, spagnolo, francese. Le versioni in francese, inglese e spagnolo risultano datate nella terminologia e sembrano fatte con il traduttore automatico. La versione in arabo presenta il testo al contrario, da sinistra a destra, deformando le lettere e rendendo il documento incomprensibile

Il modulo di informativa legale, inoltre, dovrebbe contenere concretamente le informazioni legali che vengono spiegate alle persone trattenute nel CPR. Invece, quello pubblicato dalla Prefettura è il modulo, “disponibile solo in italiano, che il trattenuto deve firmare dichiarando così di aver ricevuto una serie di informazioni legali e una copia in lingua della carta dei diritti e dei doveri.” (Naga, p.9)

Un modulo informativo, dunque, che non contiene alcuna informazione e quand’anche la contiene é sbagliata: l’unica informazione puntuale contenuta nel modulo riguarda i tempi massimi di trattenimento, che peró indica essere ancora 90gg, quando l’attuale normativa li ha estesi a un massimo di 18 mesi.

Anche la Guida Pratica per Richiedenti Protezione Internazionale in Italia, tra i documenti pubblicati il 10 novembre, presenta delle gravi imprecisioni. Si tratta di un documento redatto dal Ministero dell’Interno in varie lingue, che riguarda le persone richiedenti asilo in generale. L’unico riferimento specifico su richiesta di asilo e detenzione amministrativa riguarda, anche qui, la durata massima del trattenimento per chi chiede la protezione internazionale: anche qui, l’informazione è errata, non aggiornata, in quanto la indica a un massimo di 6 mesi, quando attualmente, da normativa, sono 12.

La Prefettura ha inoltre caricato sul sito l’offerta tecnica del precedente gestore, Engel Italia S.r.l., scaduto da oltre un anno. Per ottenere l’offerta tecnica di Martinina S.r.l., invece, si è dovuto, ancora una volta, ricorrere al Tribunale Amministrativo lombardo, che, ancora una volta, ha dato ragione al Naga.

L’offerta tecnica di Martinina S.r.l., come quella di Engel Italia S.r.l. proponeva allettanti attività ricreative all’interno del centro che, tuttavia, non si sono mai verificate. Da un’inchiesta di Altraeconomia poi, era emerso che alcuni protocolli d’intesa con associazioni e onlus che avrebbero dovuto concretizzare queste attività erano semplicemente falsi. É la Prefettura che ha affidato l’incarico a Martinina S.r.l. sulla base di un’offerta tecnica che ora é al vaglio della Magistratura. Come testimoniato dalle delegazioni che hanno fatto sopralluoghi in via Corelli, responsabili della Prefettura sono sempre presenti all’interno della struttura. É innegabile dunque che sapessero dell’inesistenza effettiva dei servizi “migliorativi” proposti nell’offerta. Nonostante ciò, proprio la Prefettura aveva deciso di prorogare per un altro anno il contratto con la società. 

Le conclusioni del rapporto

La Prefettura “non ha rilevato le gravi inadempienze che avrebbero dovuto essere evidenti già durante la gestione di Engel Italia Srl, ha ratificato il passaggio della gestione a Martinina Srl a seguito di cessione di ramo d’azienda durante il periodo di validità del contratto, ha proclamato la stessa Martinina vincitrice del bando indetto nel 2022, e infine lo scorso 13 novembre le ha prorogato il contratto di un altro anno.”

Per quanto riguarda i documenti pubblicati sul sito web della Prefettura di Milano, “non sembra infatti di trovarsi davanti a uno sforzo di aumentare la trasparenza, ma ad un tentativo di fornire a posteriori documenti che le persone trattenute nel CPR avrebbero dovuto ricevere dall’Ente Gestore e invece non hanno mai avuto.

Siamo a febbraio 2024 e quel CPR in Via Corelli è ancora in funzione, riproponendo le stesse gravissime violazioni denunciate in ben 3 esposti alla Procura della Repubblica e nonostante la nomina di un amministratore giudiziario. É evidente dunque che non si tratta di semplice “malagestione”. 

Si tratta di atrocità sistematiche e connaturate alla detenzione amministrativa, riscontrabili infatti in tutti i CPR d’Italia.

Il rapporto conclude sottolineando come “La scarsa trasparenza non è un inconveniente ma un’assoluta necessità del “sistema CPR”, e costituisce di per sé – come in tutte le situazioni nelle quali viene meno l’attività di vigilanza della società civile – un fattore criminogeno.” 

Un’opacità ulteriormente confermata dagli ostacoli posti alla delegazione nel loro ultimo accesso di domenica 11 febbraio, nonostante i riflettori della magistratura siano ancora puntati sul centro.

Non è questione di malagestione ma di gravi violazioni di diritti e dignità connaturati all’istituto della detenzione amministrativa, a prescindere da chi la amministri. L’unica soluzione è l’abolizione della detenzione amministrativa e la chiusura di tutti i CPR, in Italia e all’estero.

  1. Accesso al CPR di Milano il giorno dopo le proteste e i pestaggi: ancora opacità e gravi abusi anche sotto commissariamento.

Nicoletta Alessio

Dopo una laurea triennale in Scienze Politiche Sociali e Internazionali all'Università di Bologna, mi sono laureata nel corso magistrale in Migrazioni Inter-Mediterranee delle Università Ca' Foscari di Venezia e Paul Valéry di Montpellier. Mi interesso di politiche migratorie ed etnografia dei confini e ho approfondito con due esperienze di ricerca sul campo la cooperazione italiana con Tunisia e Algeria in tema di espulsioni.