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Al Monginevro la 6° edizione della Grande Maraude Solidaire

Tra piste da sci e militarizzazione della frontiera

PH: Tous Migrants

Sabato 16 marzo 2024 sulle piste da sci del Monginevro sembra una giornata come tutte le altre. Non lo è.

Dalle 17.30 fino a notte inoltrata si svolge la sesta edizione della Grande Maraude Solidaire, una manifestazione in solidarietà a “tutte le persone esiliate” promossa dalle diverse organizzazioni attive in frontiera. Una mobilitazione nata nel 2019 che si svolge annualmente al valico del Monginevro, in prossimità della frontiera italo-francese, per rivendicare la libertà di movimento.

Più di 400 solidali si sono dati appuntamento davanti all’entrata dell’impianto sciistico situato a 1.860 metri di altitudine, a due passi dal confine italiano. Lo scopo è infatti anche quello di cercare di sensibilizzare chi, accecatə dal proprio privilegio e incurante di quello che accade durante la notte in quelle stesse montagne innevate, valica quotidianamente il confine senza neppure rendersene conto.

La militarizzazione della frontiera italo-francese

Come noto, dal 2015 la Francia ha ripristinato i controlli alle frontiere interne. Tale decisione, lungi dall’essere limitata nel tempo e di natura assolutamente eccezionale, è stata prorogata fino ai giorni nostri senza soluzione di continuità e consente alle autorità francesi – dapprima sotto forma di prassi informale e dal 2018 attraverso l’istituzionalizzazione della stessa –  di adottare “refus d’entrée” e respingimenti alla frontiera dei cittadini di paesi terzi che sono stati fermati nel raggio di dieci km dalla linea di confine. Benché la sostanziale equiparazione giuridica delle frontiere interne con quelle esterne sia stata dichiarata illegittima (e con essa i respingimenti forzati diretti e collettivi) dalla Corte di Giustizia dell’UE, lo Stato francese continua a violare sistematicamente le norme comunitaria. 

Ma, come d’altronde è risaputo, non sono certo le frontiere, soprattutto se illegittime, a fermare i flussi migratori. Dal 2017 prende vita la rotta che vede interessata la zona italiana della Val di Susa fino ai primi paesi francesi, mete ambite del turismo sciistico. Inizialmente le persone migranti attraversavano, con sentieri molto pericolosi, il Colle della Scala, in prossimità di Bardonecchia; dal 2018, a seguito di un gennaio particolarmente freddo e con precipitazioni cospicue, i sentieri diventano più pericolosi e di conseguenza la rotta più frequentata diventa quella che interessa il Colle del Monginevro.

La risposta della cittadinanza: solidarietà e resistenza

Sin da subito è stata premura di parte della cittadinanza, italiana e francese, attivarsi in gesti di solidarietà e soccorso verso persone impreparate da un punto di vista di equipaggiamento e conoscenza dei sentieri.

Tanti sono stati i tentativi di creare spazi sicuri e funzionali per le persone di passaggio. Alcuni di questi sono stati fatti oggetto di criminalizzazione e pertanto sgomberati, altri sono ancora attivi. Tra questi ultimi vi è, sul versante italiano, il Rifugio Fraternità Massi di Oulx. Qui, normalmente, le persone vi si fermano giusto il tempo di equipaggiarsi a dovere per tentare la traversata. Preso il bus per Claviere, attendono lì il momento in cui il buio della notte possa coprir loro le spalle.

Entrano così in gioco i cosiddetti maradeurs, attivistз che durante la notte pattugliano i sentieri battuti dalle persone in movimento per offrire loro soccorso e una guida, qualora fossero persi o in difficoltà. Un’attività estremamente criminalizzata da quelle stesse istituzioni che rendono necessario il loro intervento. 

Chi riesce a giungere in territorio francese senza subire respingimenti  può contare sul supporto materiale e morale dellз attivistз del rifugio “la Terrasse Solidaires” di Briançon, a poche decine di km dalla linea di confine. Ora la P.A.F (police aux frontières) è alle spalle, pertanto il clima di questo rifugio è inevitabilmente più disteso e sereno rispetto a quello di Oulx.

Nella giornata del 18 marzo ecco che tutte queste realtà solidali si incontrano al confine. La Grande Maraude Solidaire è scandita da più appuntamenti. Ci si riunisce, a seguito di una conferenza stampa indetta dalle associazioni promotrici, davanti all’entrata delle celebri piste da sci di Monginevro per sfilare fino al confine presieduto dalla P.A.F.

Si cena poi insieme prima di partire, divisi in vari gruppi vista la considerevole partecipazione, per una maraude simbolica lungo i sentieri battuti dalle persone migranti, guidati da un maradeur per gruppo. Un’occasione di incontro tra realtà e individui e soprattutto di approfondimento del meccanismo di coordinamento, lotta e solidarietà tra le varie organizzazioni, italiane e francesi, nonché della figura del maradeur stesso.

Finisce così una giornata piena di resistenza e solidarietà, che unisce persone di varia provenienza con l’esigenza di ribadire, ancora una volta, che ad uccidere le persone che esercitano il loro diritto alla mobilità non è la montagna, ma la violenza del regime di frontiera.

Luna Selimovic

Attivista e volontaria allo sportello legale del Naga Odv.
Sono una studentessa di relazioni internazionali la cui vita è sempre stata profondamente caratterizzata dall’interesse verso il tema dell’immigrazione e della libertà di movimento.