Il Tribunale di Reggio Calabria ha accolto il ricorso di un cittadino gambiano, ritenendo non ostativo un precedente penale in materia di stupefacenti a fronte di un buon livello di integrazione sociale, lavorativa e culturale.
Il Giudice ha ritenuto prevalente, rispetto al precedente penale risalente nel tempo, il buon livello di integrazione raggiunto dal ricorrente, desunto non solo dal percorso lavorativo, documentato nel corso del giudizio con il deposito di contratti di lavoro, buste paga ed estratto contributivo, ma anche dal possesso, da anni, di residenza anagrafica e contratto di locazione nonché dalle competenze linguistiche.
“L’elemento ostativo può ritenersi resistito dalla documentazione in atti, relativa all’attività lavorativa, sintomatica di una vita comunitaria, integrante elementi indiziari o presuntivi, che secondo i criteri propri del giudizio induttivo, hanno idoneità a condurre ad una valutazione di inserimento del ricorrente nel contesto sociale, attuato anche mediante un contratto di locazione in corso ed il lui percorso di integrazione linguistica, sfociato nella comprensione della lingua italiana e nella capacità di esprimersi nella medesima senza la necessità dell’ausilio di un interprete. […] A fronte del sopra delineato quadro di integrazione socio-lavorativa, va evidenziato che, all’inverso, non è dimostrata l’esistenza di circostanze oggettive, idonee a rivelare che il ricorrente sia coinvolto in attività illecite, sicché un reato risalente a circa una decina di anni fa (peraltro, con pena sospesa) in assenza di successive segnalazioni, non può giustificarne un giudizio di pericolosità attuale”.
Sulla base di tali motivazioni, il Tribunale ha riconosciuto il diritto del ricorrente alla protezione speciale.
Si ringrazia l’avv. Pasquale Costantino del Foro di Reggio Calabria per la segnalazione e il commento.
