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In Tunisia continuano le violazioni dei diritti delle persone migranti

Un comunicato delle organizzazioni della società civile

PH: Arianna Poletti (Manifestazione a Tunisi, febbraio 2023)

In un comunicato congiunto 36 organizzazioni della società civile, tra cui il Forum Tunisien pour les Droits Economiques et Sociaux (FTDES), Avocats Sans Frontières (ASF) e Migreurop, a un anno dal discorso razzista del presidente Kaïs Saïd, denunciano la sistematizzazione della violenza commessa dalle autorità tunisine contro le persone africane.

A più di un anno dal comunicato emesso dalla Presidenza della Repubblica tunisina a seguito della riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, che collegava la presenza dei migranti “a un complotto per cambiare la composizione demografica della Tunisia“, continuano le violazioni sistematiche e le campagne razziste e xenofobe contro le persone migranti subsahariane in Tunisia, e rimangono tuttora impunite.

Le politiche dei governi che si sono succeduti hanno continuato a piegarsi ai dettami dell’Unione Europea per esternalizzare le frontiere, delegando tutta la gestione della sicurezza e la sorveglianza dei confini ai Paesi del Mediterraneo meridionale. Questa esternalizzazione è accompagnata da una condizionalità in base alla quale aiuti finanziari, sussidi e prestiti vengono erogati ai Paesi del Sud se accettano di svolgere il ruolo di guardie di frontiera. Queste misure sono state ratificate nell’ambito di accordi con alcuni Paesi del vicinato meridionale dell’Unione europea, violando ancora una volta la base fondamentale di qualsiasi partenariato, che può essere fondato solo su un rapporto equilibrato e di rispetto reciproco tra i Paesi del Nord e del Sud.

Oltre a intercettare le persone migranti nelle acque territoriali nazionali, la Guardia nazionale marittima tunisina cerca di perseguirli all’interno del Paese, in particolare spostandoli arbitrariamente, senza tenere conto della loro situazione umanitaria o degli accordi internazionali firmati e ratificati dalla Tunisia. Ciò è avvenuto in diverse regioni del Paese, dove le forze di sicurezza hanno scelto di spingere i migranti verso alcune aree periurbane, in particolare El Aamra, El Jédériya e Kasserine, dove la situazione è sempre più preoccupante e allarmante.

È inoltre importante ricordare le conseguenze disastrose del trasferimento forzato delle persone migranti da parte delle autorità tunisine in una zona cuscinetto desertica, lungo il confine tunisino-libico e sotto il sole cocente, negando l’accesso alle associazioni e ai cittadini che hanno cercato di aiutarle.
Di fronte a questa tragedia, e in particolare alla preoccupante situazione delle persone in movimento presenti nella città di Sfax, le autorità tunisine si sono limitate a un approccio esclusivamente securitario, senza prendere in considerazione la dimensione umana e umanitaria.

In questo contesto, è essenziale sottolineare l’azione incessante condotta dagli apparati di sicurezza dal 19 marzo contro l’ex presidente dell’Association des Étudiants et Stagiaires Africains en Tunisie (AESAT), Christian Kwongang, cittadino camerunense, compresa la sua detenzione arbitraria nel centro di El Ouardia 1.
Va inoltre sottolineato che diverse testimonianze indicano il coinvolgimento diretto delle autorità tunisine nelle violenze perpetrate contro le persone migranti, sia durante le operazioni di intercettazione in mare 2 sia durante gli interventi a terra.

Alla luce di quanto sopra, le organizzazioni e associazioni firmatarie:

  • Esprimono la loro preoccupazione per le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani subite dalle persone migranti, nonché per le sistematiche campagne di incitamento all’odio e alla violenza, e chiedono che le indagini rivelino la verità e perseguano gli autori di queste violazioni.
  • Esprimono la loro totale solidarietà all’AESAT, condannano la persecuzione subita da Christian Kwongang e chiedono garanzie immediate sul rispetto dei suoi diritti.
  • Chiedono di chiarire le basi giuridiche su quali poggia la detenzione dei migranti, anche presso il Centro El Ouardia che opera senza alcun quadro o controllo giudiziario, in flagrante violazione della legge tunisina e delle convenzioni internazionali ratificate dalla Tunisia, come confermato dalla decisione del Tribunale amministrativo del 2020.
  • Condannano le politiche securitarie delle frontiere e di esternalizzazione dell’Unione Europea, che minano il rispetto dei diritti umani; e chiedono allo Stato tunisino di rispettare il diritto nazionale e internazionale in materia di persone in movimento e di rifiutare qualsiasi politica europea di esternalizzazione.
  1. Dignità umana calpestata in detenzione e alla frontiera (AR) – FTDES (26 marzo 2024).
  2. Les gardes-côtes tunisiens mis en cause dans le naufrage de migrants subsahariens – France24 (29 giugno 2023)