Il Tribunale di Salerno riconosce lo status di rifugiato politico ad un cittadino pakistano perseguitato a causa della convinzione della comunità in cui viveva che egli si fosse convertito al culto Ahmadi.
Il Giudice come primo punto ha ritenuto veritiera la vicenda del ricorrente: “È opinione di questo giudice che il racconto del richiedente sia adeguatamente articolato e preciso e che lo stesso abbia compiuto ogni ragionevole sforzo per circostanziare la domanda e fornire tutti gli elementi pertinenti in suo possesso“.
A sostegno ha poi indicato una serie di informative sulla situazione generale del Pakistan: “In linea generale va osservato che, sulla scorta delle informazioni disponibili tramite le fonti di conoscenza indicate dall’art. 8 del d.lgs. n. 252008 (EASO, UNHCR) nonchè attraverso la consultazione dei siti internet di organizzazioni umanitarie di riconosciuta attendibilità (Refworld, ecoi.net humanrightswatch.org; rapportoannuale.amnesty.it) emerge come il quadro di sicurezza complessivo del Paese di origine del richiedente e, in particolare, della sua regione di provenienza (il Sindh) risulta particolarmente precario: malgrado l’evidente rafforzamento delle misure di sicurezza, resta molto elevato il rischio di attentati e di rappresaglie da parte di organizzazioni terroristiche; a seguito del conflitto armato tuttora in corso in alcune zone del Paese tra forze governative e gruppi armati, i civili subiscono gravi violazioni, compresi arresti arbitrari, torture e altri maltrattamenti, discriminazioni su base religiosa ed etnica, violenze e discriminazioni contro donne e ragazze“.
Di fatto nella zona posta in esame “I combattimenti tra opposti gruppi di potere o di fazioni varie hanno assunto connotazioni di persistenza e di stabilità e livelli significativi di diffusione, sfuggendo al controllo degli apparati statali o giovandosi della contiguità culturale e politica di questi“.
Per quanto riguarda le informative sulle persecuzioni religiose in Pakistan può ritenersi ancora valida la risoluzione del Parlamento europeo di data 14 aprile 2016, nella quale vi è specificato: “[…]che i cristiani e le altre minoranze non subiscono soltanto persecuzioni da parte degli estremisti, ma sono anche oggetto di discriminazioni giuridiche, in particolare attraverso le leggi pakistane sulla blasfemia, che sono discriminatorie e sono ampiamente utilizzate in modo improprio da coloro che vi ricorrono con motivazioni personali e politiche; che gli stessi musulmani continuano ad essere accusati in base a tali leggi;
che in Pakistan vari gruppi terroristici prendono di mira minoranze religiose come gli ahmadi, i cristiani, gli sciiti e gli indù nonché i sunniti con opinioni divergenti;
che, nella sua relazione annuale 2015, la commissione per i diritti umani del Pakistan ha osservato che nella maggior parte dei casi i responsabili di reati hanno goduto dell’impunità;“.
Completa l’ordinanza una serie di informazioni sulla particolare situazione degli Ahamadiyy.
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Tribunale di Salerno, ordinanza del 28 maggio 2018