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Ph: Eleana Elefante
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Mediterraneo centrale: report novembre 2022

Giochi di potere e il Piano di azione per il Mediterraneo centrale dell'UE

Gli importanti accadimenti del mese di Novembre 2022, ci mostrano quanto siano importanti le parole e quanto, il loro significato, dinanzi alle azioni, stiano perdendo rapidamente il senso originario delle stesse. Un esempio su tutti è l’etimologia del verbo “governare”, letteralmente: dirigere, amministrare, curare o, più propriamente, “reggere il timone”. Significato non in linea con le prime virate del neo Governo che, sul fronte delle migrazioni, ha esercitato un mera dimostrazione di potere. I fatti avvenuti nel Porto di Catania, in relazione alle richieste di attracco di 3 navi umanitarie, rispettivamente la Humanity1, la Geo Barents e la Ocean Viking, hanno mostrato come, proprio chi governa in nome di un mandato democratico, imponga “sbarchi selettivi” e respingimenti, valutando arbitrariamente la vulnerabilità di minori, donne e uomini, definendoli, altresì, “carico residuale” da rispedire al largo. Un Governo che, già dai suoi primi arbori, attraverso decreti illegittimi 1, opera in completa violazione delle norme del diritto internazionale ed interno.

Da giurista, mi permetto una breve specifica. La legge del mare è chiara, le persone in pericolo, qualunque sia la loro nazionalità o status, sono naufraghi. Imbarcazioni private, Autorità Marittime, Civil Fleets, qualunque sia la loro bandiera, sono obbligate a soccorrere. Ogni soccorso termina solo nel momento in cui i naufraghi vengono fatti sbarcare in un luogo sicuro (POS- Place of Safety) che, non sono le navi!

Queste possono essere dei luoghi “temporaneamente” sicuri, ovvero solo per il tempo necessario a condurre i sopravvissuti a terra. E’ dunque un obbligo procedurale, oltre che morale, quello di farli sbarcare il più velocemente possibile nel porto più vicino che, solitamente, è quello che ha coordinato le operazioni nell’area di salvataggio e Malta, Libia e Tunisia non possono essere considerati porti sicuri, perché non riconoscono la Convenzione di Ginevra sui rifugiati.

Qui, come sempre, tenteremo, attraverso la chiarezza dei numeri, di mostrare la realtà del fenomeno migratorio e delle sue evoluzioni in conseguenza delle crescenti instabilità politiche e sociali dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Del resto, se il mondo non ha pace, come si può anche solo pensare di fermare i flussi migratori senza azioni concrete che agevolino la stabilizzazione dei conflitti in corso?

Da inizio anno 94.341 persone hanno raggiunto, via mare, le coste meridionali della penisola. A Novembre 2021 ne arrivarono 62.943; nel 2020 ne arrivarono 32.563. Nel mese appena concluso sono arrivate 9.058 persone, poco meno rispetto a Novembre 2021 in cui ne arrivarono 9.517.

Le nazionalità maggiormente coinvolte sono l’Egitto con 20.020 persone, la Tunisia con 17.443, il Bangladesh con 14.028 persone. Seguono la Siria con 7.934 persone e l’Afghanistan con 6.809 persone. Tutte persone che fuggono da decennali conflitti, instabilità e guerre. In 9 mesi, dall’Ucraina, abbiamo accolto, senza batter ciglio, oltre 170.000 persone. Un numero che tenderà a salire con l’inverno.

Fonte Matteo Villa, ISPI

Intanto a Bruxelles si discute. Il 21 novembre 2, la Commissaria Europea agli Affari Interni Ylva Johansson ha presentato un Piano di Azione Europeo per il Mediterraneo 3. Il documento si concentra in particolare sugli arrivi lungo la rotta del Mediterraneo centrale e si articola in venti punti.

Prevede lo stanziamento di 580 milioni di euro entro il 2023 per finanziare accordi bilaterali e internazionali con i paesi di transito e di origine per fermare le partenze. Esattamente come avvenuto sino ad oggi, prevede di finanziare Libia, Egitto e Tunisia per rafforzare i controlli alle frontiere, combattere il traffico di esseri umani, consolidare la cooperazione con il Niger per fermare le persone durante il viaggio, favorire gli accordi di riammissione dei migranti in paesi terzi non di origine, incentivare i rimpatri. 

Il piano prevede inoltre che sia favorito il ricollocamento dei migranti nei diversi stati europei, rafforzando il cosiddetto meccanismo di solidarietà volontaria lanciato nel giugno del 2022. Ma la parte centrale del documento è dedicata al soccorso in mare dopo la crisi apertasi tra Roma e Parigi sul caso della nave Ocean Viking, costretta a lasciare le acque antistanti il Porto di Catania e a dirigersi verso Tolone per consentire lo sbarco dei suoi 230 naufraghi. Il piano, in realtà, non prevede nessun codice di condotta per le Organizzazioni Non Governative che fanno soccorsi in mare, come richiesto da Roma e questo è un bene. Un codice di condotta con regole specifiche per le sole ONG, sarebbe di fatto discriminante e non ottempererebbe agli obblighi di soccorso stabiliti dal diritto internazionale.

La proposta della Commissione intende rafforzare gli accordi con i paesi di transito e di origine dei migranti per fermare le partenze, di finanziare Frontex (l’agenzia europea per il controllo esterno delle frontiere) e di provare a favorire un maggiore coordinamento tra i paesi europei nel soccorso in mare. L’unica vera novità è il punto 17 del piano in cui la Commissione si impegna a promuovere un confronto con l’IMO, l’Autorità Marittima Internazionale, per rinforzare il coordinamento sul soccorso in mare esteso anche alle navi umanitarie che operano nel contesto europeo. 

Il piano, è stato discusso il 25 Novembre in un Consiglio Straordinario dei Ministri dell’Interno dei Paesi UE. I Ministri, tra cui Piantedosi 4, hanno convenuto che, la situazione attuale, lungo tutte le rotte migratorie, richiede un approccio globale nell’affrontare le sfide attuali e future. Al termine della riunione, la Presidenza ha pubblicato una sintesi 5 dei principi da perseguire tra cui: 

  1. l’impegno costante a costruire un sistema di migrazione e asilo più resiliente e a dedicare tutti gli sforzi per trovare un compromesso sulla riforma del Patto UE sull’asilo e la migrazione il prima possibile; 
  2. la necessità di intensificare il sostegno e la cooperazione dell’UE con tutti i Paesi e le organizzazioni partner per prevenire le partenze ed evitare la perdita di vite umane, affrontare le cause profonde della migrazione e combattere le reti di contrabbando, nonché migliorare in modo significativo il rimpatrio e la riammissione; 
  3. accogliere con favore il piano d’azione della Commissione sul Mediterraneo centrale e la sua disponibilità a sviluppare piani d’azione simili per altre rotte, a partire da quella dei Balcani occidentali; 
  4. l’impegno a intensificare gli sforzi per attuare il meccanismo di solidarietà concordato da alcuni Stati membri a giugno 
  5. la necessità di rafforzare il coordinamento e la cooperazione con tutti gli attori coinvolti nella ricerca e nel salvataggio; 
  6. l’importanza di un’adeguata protezione e gestione delle frontiere esterne dell’UE, rifiutando ogni tentativo di strumentalizzazione dei migranti.

Intanto, i dati sull’accoglienza smentiscono la propaganda italiana

Nel 2021 la Germania ha accolto 1,49 milioni di rifugiati e 232 mila richiedenti asilo. La Francia ha accolto 543 mila rifugiati e 82 mila richiedenti asilo. Il Regno Unito ha accolto 223 mila rifugiati e 83 mila richiedenti asilo. La Spagna ha accolto 219 mila rifugiati e 91 mila richiedenti asilo. In ultimo l’Italia che ha accolto 191 mila rifugiati e 53 mila richiedenti asilo. Anche i dati relativi alla redistribuzione dei migranti sul territorio europeo, sono modesti: da Giugno a Novembre 2022 sono stati ricollocati solo 112 migranti arrivati in Italia (38 in Francia e 74 in Germania). Solo lo 0,13% delle 94.341 persone arrivate, via mare, in Italia nel 2022. Questo dato indica non solo che la redistribuzione su base volontaria fra i paesi membri dell’UE non funziona ma, anche che occorre incrementare le procedure per le stesse richieste di ricollocamento.

Fonte Matteo Villa, ISPI

Smentito anche il “Pull Factor” delle navi delle ONG nel Mediterraneo

Secondo il Ministro dell’Interno Piantedosi: “La presenza delle navi delle ONG nel Mediterraneo, in prossimità delle coste libiche, continua a rappresentare un fattore di attrazione sia per i migranti sia per i trafficanti di uomini”. I dati raccolti dal ricercatore Matteo Villa dell’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) ci dicono altro: dall’1 gennaio al 28 maggio del 2021, “nei momenti in cui le navi non c’erano, in media sono partiti più migranti (135 al giorno) rispetto a quando le navi erano presenti in quel tratto di mare (125 al giorno)”. Infatti, non è mai stato dimostrato che le navi umanitarie siano un fattore di attrazione per chi vuole partire e gli arrivi autonomi registrati sino al 21 Novembre 2022, in assenza totale di navi umanitarie nel Mediterraneo ci confermano il dato.

Fonte Matteo Villa, ISPI

Non dimentichiamoci mai, che dietro quello che viene asetticamente definito “fenomeno migratorio”, c’è la disperazione vera di chi fugge. La storia emblematica dei 3 uomini migranti, miracolosamente sopravvissuti dopo 11 giorni aggrappati al timone di un’enorme petroliera colpisce.

La nave Alithini II, battente bandiera maltese, era partita da Lagos, in Nigeria, il 17 Novembre ed è arrivata a Las Palmas lunedì 28 Novembre. Gli uomini, rannicchiati sul timone, mostravano sintomi di disidratazione e ipotermia e sono stati trasferiti negli ospedali dell’isola per ricevere assistenza medica. Il loro viaggio disperato è stato vano: verranno rispediti in Nigeria, in quanto “passeggeri clandestini”. Non sappiamo che cosa abbia mosso i 3 uomini all’impresa disperata di attraversare l’Atlantico, percorrendo 5 mila km, aggrappati ad un enorme timone. Possiamo solo immaginare che la situazione in cui vivevano abbia fatto preferire loro il rischio di essere fagocitati dagli abissi o di morire di stenti, come capita a tanti altri nelle loro stesse condizioni.

L’immagine che li ritrae, affranti e disidratati mentre stanno seduti sul timone della nave sta facendo il giro del mondo, ci aiuta a non dimenticarci dei tanti che ogni giorno sfidano le acque del grande cimitero chiamato Mediterraneo alla ricerca di un approdo sicuro fuggendo dalla fame, dalla miseria e dalle guerre. Non è la prima volta che vengono trovati migranti che viaggiano nel timone di navi commerciali dirette alle Isole Canarie, sebbene sia estremamente pericoloso. L’anno scorso un ragazzo nigeriano di 14 anni è sopravvissuto per due settimane nel timone di una nave.

Anche lui era partito da Lagos. Sarebbe per loro un inaspettato regalo di Natale il permesso di poter rimanere in Europa.

  1. Appello della società civile al Governo: 8 mila firme contro i respingimenti collettivi, Asgi (21 novembre 2022)
  2. La Commissione UE presenta piano d’azione in 20 punti su gestione migranti, Ansa (21 novembre)
  3. EU Action plan for the central mediterranean
  4. ‘Piano di azione per il Mediterraneo centrale’ della Commissione europea. Soddisfazione del ministro Piantedosi, Ministero dell’Interno (21 novembre 2022)
  5. Qui il link

Eleana Elefante

Giurista esperta in Advocacy & Communication dei Flussi Migratori del Mediterraneo Centrale.
Collabora con diverse NGO’s e Patners Europei nel Monitoraggio & Valutazione dei flussi migratori in linea con l’analisi geopolitica di aree geografiche quali il Nord - Africa ed il Medio-Oriente.