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da Il Piccolo di Trieste del 3 marzo 2009

Bolzonello: basta stranieri vanno azzerate le quote

Il sindaco di Pordenone: non ci sono più le condizioni per dare un lavoro a tutti

«Le quote per i nuovi immigrati vanno azzerate». Lo dice da un anno e mezzo, ma solo oggi la sua voce non sembra più fuori dal coro.
Solo oggi le parole di Sergio Bolzonello, primo cittadino di Pordenone e sindaco di centrosinistra, iniziano a trovare sponda in altri amministratori – di entrambi gli schieramenti – e tra alcune categorie.
«Lo stop alle quote per nuovi immigrati ormai è una necessità imprescindibile – ha detto Bolzonello in un dibattito pubblico a Pordenone con la condivisione dei sindaci di Padova (Partito democratico) e Verona (Lega Nord)-. Bisogna saper coniugare occupazione e accoglienza. Le quote richieste da Confindustria sono inaccettabili perchè non ci sono più le condizioni per dare lavoro e accoglienza a queste persone». Le amministrazioni comunali sono le prime ad intercettare i bisogni dei cittadini, anche dei “nuovi arrivati”.
Pordenone nel tempo ha costruito un processo di integrazione basato su servizi in grado di favorire l’integrazione ed evitare la segregazione.
Ma questo è possibile finché i numeri dei nuovi residenti sono proporzionati alla capacità di accoglienza di una città e finché c’è lavoro, ovvero la base dell’indipendenza e dell’autonomia dei cittadini. La questione il sindaco l’ha sollevata pubblicamente in più occasioni. L’ultima in termini di tempo – e non senza qualche imbarazzo della platea e delle forze politiche – era stato l’incontro organizzato a dicembre dall’Api, alla presenza del Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. «Da oltre un anno – aveva esordito il primo cittadino – sto dicendo “basta” ai nuovi ingressi di lavoratori stranieri: il sistema non regge più. La la Regione ha autorizzato nuovi ingressi per l’anno prossimo. Non 6 mila, come avrebbe richiesto il trend rispetto agli anni passati, ma 3 mila. Pur sempre troppi per noi che abbiamo la fila delle persone fuori la porta del municipio per chiedere un sussidio».
La domanda di welfare a Pordenone – dove la popolazione immigrata rappresenta il 15 per cento dei residenti e dove la caratteristica prevalente è quella della stanzialità perché i lavoratori che nel tempo hanno trovato impiego si sono ricongiunti alle famiglie d’origine – è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi cinque anni. E se la piena occupazione facilitava l’integrazione tra autoctoni e nuovi cittadini, la carenza di lavoro rischia di favorire tensioni sociali. «Questo ragionamento – ha ricordato l’altra sera Bolzonello – andava fatto già allora, ancora prima che la crisi facesse sentire le sue gravissime ripercussioni sull’occupazione. È come quando si invita a casa qualcuno: il numero è legato alla possibilità di accoglierlo».
(m.mi.)