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Sotto processo!

tratto dal sito http://www.triburibelli.org

Lecce 23.01.04: Rinvio a giudizio per il gestore del Regina Pacis Don cesare Lo deserto, alcuni suoi aiutanti e i carabinieri di servizio il giorno in cui si verificarono gli abusi.
Fissata al 13 Maggio 2004 la prima udienza.

di antos
23.01.04 – Tutti rinviati a giudizio: si conclude così la prima fase di una vicenda drammatica, di una battaglia contro i CPT e la Legge Bossi-Fini iniziata diversi mesi fa; i rinviati a giudizio sono: Don Cesare Lodeserto che gestisce per conto della Curia leccese il Centro di Permanenza Temporanea “Regina Pacis”, a pochi kilometri da Lecce; 5 suoi collaboratori e 11 carabinieri.

Tutti imputati di violenza, maltrattamenti e comportamento razzista per aver costretto con la violenza alcuni immigrati maghrebini a mangiare carne di maiale durante il Ramadan.
I fatti risalgono a metà novembre del 2002: tra il 22 e il 23 novembre diversi immigrati maghrebini fuggono dal Regina Pacis, vengono ripresi quasi subito, dopo una spietata caccia all’uomo, e pestati. Quando il 30 novembre 2002, nel corso di una manifestazione contro i CPT, una delegazione dei manifestanti entra dentro il Centro, Dino Frisullo che fa parte della delegazione intuisce immediatamente cosa è accaduto e all’uscita denuncia, insieme con l’On. Bulgarelli e gli altri componenti della delegazione, di aver trovato gente ferita, pestata, con fratture e lussazioni non curate.
Parte così prima la denuncia da parte del Lecce Social Forum e poi a dicembre quella dei ragazzi maghrebini.

Le reazione della città, o meglio della sua classe politica sono di indignazione contro coloro che avevano osato mettere in dubbio l’opera di…accoglienza e di cristiana carità svolta dal Centro: da Destra e da Sinistra, con l’eccezione di Rifondazione Comunista, dei Verdi e della Sinistra DS, si leva unanime il coro di solidarietà, gli apprezzamenti, gli attestati di stima nei confronti di chi gestisce il Centro “Regina Pacis” messo così irresponsabilmente e in maniera criminale sotto accusa dai c.d. no-global.

La retorica della solidarietà e dell’accoglienza viene dispiegata tutta, utilizzando voci “autorevoli” per mascherare quello che non è niente altro che un business, mentre i Manager della Carità assumono l’aureola di martiri..

Il Lecce Social Forum e chi lo sostiene viene costantemente criminalizzato e politicamente isolato: Nessuno può osare sfidare quello che è un grande centro di potere e contemporaneamente pochi si schierano contro quello che è un sostanzioso business.

Ma l’iniziativa giudiziaria, grazie al grande coraggio della P.M. Carolina Elia, va avanti. Ascolta le testimonianze, effettua i riconoscimenti, raccoglie tutte le prove e chiede il rinvio a giudizio per i protagonisti del pestaggio.
Oggi il giudice ha respinto la richiesta degli imputati di archiviazione ed ha disposto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati, accogliendo la richiesta della P.M.
Il 13 maggio 2004 inizierà il processo: un’altra tappa di questa battaglia contro i CPT, per la chiusura di questi luoghi dove il diritto è negato, dove chi vi è rinchiuso sta scontando la sua sola colpa di essere un esubero di una umanità sempre più immiserita, sfruttata, martoriata dalle guerre.

Un luogo, che per sua natura e a volte, come nel nostro caso, anche per colpa di chi lo gestisce, genera violenza, disperazione, autolesionismo.
Luoghi di sospensione del diritto che, nel caso del “Regina Pacis”, sono addirittura gestiti dalla Chiesa che, con grande fariseismo, a Lecce, critica la Bossi Fini ma della legge si prende i soldi potendo contare su un apparato ideologico/informativo capace di propagandare l’idea che tutto ciò è solo e solamente carità cristiana.

Ci auguriamo che, a partire dal processo, inizi un’opera di disvelamento di questi apparati repressivi gestiti sotto l’etichetta della dottrina cristiana, per conto di Bossi, Fini e Mantovano e con i soldi dei cittadini italiani.