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Alcune considerazioni sul decreto flussi

Tutte le domande che sono state presentate tramite gli uffici postali alle Direzioni Provinciali del Lavoro, sono sostanzialmente ferme.
In altre parole, le Direzioni Provinciali del Lavoro non possono trattare le pratiche, ovvero cominciare a formare le graduatorie e, quindi, iniziare a rilasciare le autorizzazioni, perché non si sa in base a quali criteri ciò dovrà avvenire.
Avevamo già preso in considerazione il problema dell’invio contemporaneo delle domande. Buona parte di queste – praticamente tutte – sono state inviate pressoché contemporaneamente, presso gli uffici postali e, quindi, ora si pone il problema di stabilire quale fra le domande pervenute alla singola Direzione Provinciale del Lavoro nella stessa ora, minuto e secondo (ammesso che sia misurato) devono essere messe in ordine di priorità.
Avevamo anche accennato al fatto che, per esempio, lo scorso anno nella regione Friuli Venezia Giulia, l’Amministrazione regionale aveva ritenuto – in mancanza di disposizioni generali del Ministero del Lavoro – di dotarsi di proprie indicazioni per la trattazione delle domande al fine di dare un impulso positivo al rilascio delle autorizzazioni richieste. In questo ambito erano stati definiti dei criteri, che si prestavano – come si prestano tuttora – ad essere piuttosto discutibili, considerato che rimettere semplicemente alla sorte l’accettazione della domanda, lascia sempre qualche perplessità.
D’altra parte è giusto sottolineare che, comunque, le regole stabilite dalla Regione Friuli Venezia Giulia, in relazione al decreto flussi per l’anno 2004, erano più precise di quelle stabilite dal Ministero del Lavoro, a livello nazionale, per il decreto flussi del 2005, perché tutte le domande – specificava il regolamento della Regione – dovevano essere spedite esclusivamente a partire dalle ore 8,30.
Quindi, anche nel caso degli uffici postali che avessero avuto – come ci sono stati – un orario di apertura anteriore, le domande spedite, ad esempio, alle ore 8,00, oppure alle ore 8,15, non avrebbero potuto essere prese in considerazione. Si erano in tal modo risolti i dubbi che ci sono stati quest’anno, sull’orario di apertura degli uffici postali e che hanno dato luogo poi a fenomeni di curiosa migrazione interna di gruppi di immigrati, che si sono passati parola sugli uffici postali che aprivano prima delle ore 8,30.
Diversi Uffici del lavoro hanno mandato quesiti al Ministero del Lavoro al fine di ottenere indicazioni chiare al riguardo. Nel frattempo – ovviamente – non ha senso aprire le migliaia di pratiche (ancora comodamente archiviate negli appositi scatoloni) perché non si sa come ordinarle e, oltretutto, non avrebbe senso stabilire un criterio che potrebbe successivamente essere smentito dal Ministero.

In buona sostanza dovremo attendere quali saranno i criteri che il Ministero del Lavoro fornirà al riguardo.