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Amministrazione di Trieste irresponsabile in piena emergenza sanitaria

Una nota stampa dell'Associazione Linea D'Ombra

Photo credit: Linea d’Ombra

L’Associazione Linea d’Ombra chiede che sia predisposto con la massima urgenza un piano d’azione responsabile nei confronti di migranti e senzatetto per tutta la durata dell’emergenza epidemica, come sta avvenendo nelle più importanti città del mondo.

Photo credit: Linea d’Ombra
Photo credit: Linea d’Ombra

Servono strutture di accoglienza dotate di servizi igienici, cibo, vestiti, assistenza sanitaria. Non è possibile che in una città come Trieste il peso di decine e decine di indigenti si appoggi sul lavoro di un pugno di volontari.

Chiediamo che ogni tentativo di speculare sul problema alla ricerca di facili consensi venga fatto tacere, e che tutti facciano la loro parte. Questa è una emergenza, e ci va di mezzo non solo la vita di chi dorme all’addiaccio, ma anche la salute di tutti i triestini.

Da alcune settimane, i migranti che riescono ad arrivare a Trieste, in gran parte intenzionati a raggiungere la Francia, la Germania, il nord Europa, sono bloccati in città a causa delle disposizioni per arginare la diffusione del contagio da Covid19. A loro si aggiungono senzatetto italiani ed europei e lavoratori stagionali stranieri rimasti disoccupati e senza possibilità di tornare a casa.

L’arrivo dell’emergenza Covid-19 ha fatto sì che diversi centri – diurni, dormitori, helpdesk – venissero chiusi dalle autorità competenti, e riaperti solo alcuni, con ricettività ridotta. Qui come altrove, la questione è: chi non ha una casa, come fa a restare a casa?

Nei dintorni di Piazza della Libertà, malgrado il decreto, si trovano ogni giorno tra le cinquanta e le cento persone. Non hanno un tetto, non hanno cibo, né acqua per potersi lavare. Si tratta di un palese rischio per la salute pubblica, completamente ignorato dalle istituzioni competenti. La responsabilità di operare affinché siano evitati assembramenti in luoghi pubblici spetta al Comune e alla Prefettura, ma a tutt’oggi è mancata una risposta adeguata a questa emergenza.

Gli unici a colmare in parte questo vuoto di assistenza sono stati le volontarie e i volontari dell’associazione Linea d’Ombra che, insieme a medici e infermieri della associazione Don Kisciotte, hanno continuato ad operare in questi giorni, prima in Piazza della Libertà poi nell’area di Porto Vecchio, con il permesso del Comune e sotto la sorveglianza della Polizia Locale. Ogni giorno sono stati distribuite da 60 a 100 razioni di cibo, nonché vestiti e medicazioni, cercando per quanto possibile di ottemperare alle disposizioni volte a evitare il contagio.

Linea d’Ombra è interamente finanziata da donazioni private. Ogni socio lavora gratuitamente, offrendo tempo e competenze e mettendo a rischio l’incolumitá della propria salute, ma tanto sforzo non basta a coprire il vuoto istituzionale su una questione che non può essere risolta dal senso di responsabilità e solidarietà di un gruppo di privati cittadini.

Linea d’Ombra continuerà il suo impegno finché sarà possibile. Impegno di natura politica, che significa per noi agire secondo principi di giustizia, solidarietà e rispetto della dignità di ogni essere umano, a partire da coloro che si trovano in condizioni di debolezza e fragilità.

Chiediamo che le istituzioni, Comune, Prefettura, Protezione civile, predispongano tempestivamente un piano per dare una risposta adeguata a chi è rimasto in città senza un tetto e senza assistenza, come già si sta facendo in molte città italiane, pur con amministrazioni di orientamento politico molto diverso tra loro.

Linea d’Ombra

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Linea d'Ombra ODV

Organizzazione di volontariato nata a Trieste nel 2019 per sostenere le popolazioni migranti lungo la rotta balcanica. Rivendica la dimensione politica del proprio agire, portando prima accoglienza, cure mediche, alimenti e indumenti a chi transita per Trieste e a chi è bloccato in Bosnia, denunciando le nefandezze delle politiche migratorie europee. "Vogliamo creare reti di relazioni concrete, un flusso di relazioni e corpi che attraversino i confini, secondo criteri politici di solidarietà concreta".