Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Bari Palese – Interrogazione parlamentare sul “centro di accoglienza”

Interrogazione a risposta scritta

Al Ministro dell’Interno
Al Ministro della Giustizia
Per sapere; premesso che:

Il 27 luglio u.s., nel campo di accoglienza di Bari-Palese, una roulottopoli sulla vecchia pista dell’aeroporto militare, si sono verificati momenti di protesta dei manifestanti no-global contro lo stato di detenzione inumano degli immigrati e contro le procedure di identificazione ritenute eccessivamente lunghe e pertanto lesive dei diritti umani;

nel campo si trovano un’ottantina di profughi e immigrati, molti dei quali arrivati a Lampedusa e dalle coste siciliane nelle scorse settimane e in attesa di ricevere una risposta alla domanda di asilo;
malgrado le statistiche trionfalistiche e la “stretta” sui controlli di frontiera, continuano ad arrivare in Italia migliaia di profughi e di immigrati esclusi da qualunque possibilità di ingresso legale e dunque costretti alla clandestinità con il consueto corollario di accaniti rastrellamenti per rintracciare immigrati senza scampo, con l’internamento dei nuovi arrivati nei “centri di permanenza temporanea” (cpt) e nei nuovi “centri di transito”, camuffati da centri di “prima accoglienza e soccorso”;
tutti i migranti sono trattati dai mezzi di informazione e dagli organi di polizia come “clandestini” anche quando appare evidente la loro condizione di richiedenti asilo;
si è arrivati alla proclamazione dell’ennesimo stato di emergenza-immigrazione da parte del Governo, autorizzando tutte le strutture decentrate dello Stato ad adottare prassi al di fuori della normativa prevista, per la creazione dei centri di detenzione e dei nuovi centri di transito e le Prefetture già da tempo hanno avuto carta bianca per attrezzare strutture improvvisate presso palestre, scuole, capannoni industriali e caserme, aprendo un numero imprecisato di “centri di transito” per gli immigrati appena sbarcati, prima della loro deportazione con autobus, sotto scorta, verso i centri di permanenza temporanea della Puglia e della Calabria;
i “centri di accoglienza che funzionano ormai come veri centri di permanenza temporanea” anche se sono costituiti da tende da campo e da roulotte, come a Bari Palese, in cui sono internati immigrati in condizione di irregolarità amministrativa che non hanno commesso alcun reato, sono tecnicamente a tutti gli effetti dei campi di concentramento (o di internamento che dir si voglia), in cui persone innocenti vengono recluse e spogliate di tutti i loro diritti. In quanto tali, essi sono strutture extragiuridiche ed incostituzionali;
queste strutture, spesso stazioni di transito verso i più capienti “centri di raccolta” pugliesi, stanno diventando così la risposta normale rispetto al fenomeno costituito dalla crescita dei migranti da respingere o da espellere per effetto delle nuove disposizioni di legge, che restringono l’accesso alla procedura d’asilo (ed anche per effetto delle disposizioni amministrative che consentono alla commissione centrale di intervenire direttamente nei cpt, accelerando al massimo l’accompagnamento forzato in frontiera di quanti vedono respinta la propria domanda di asilo).

Risulta frequente, sia quando si verifica il trasferimento in Puglia, sia quando gli immigrati rimangono per giorni a Lampedusa o a Pantelleria, l’impossibilità di raggiungere persone che vengono trattenute al di là di quanto previsto dalla legge, senza ricevere copia dei provvedimenti, senza avere diritto ad un interprete, senza potere comunicare in alcun modo con l’esterno (possibilità questa consentita solo dopo l’internamento e l’identificazione;
risulta agli interroganti che si neghi agli avvocati nominati dai richiedenti asilo di presentare istanza di ammissione a tale procedura atteso che solo il richiedente possa fornire quegli elementi biografici che possano fondare la domanda: in questo modo, considerata l’impossibilità di esprimersi in italiano (o in inglese o in francese), oltre che per l’assenza di interpreti indipendenti e di informazioni obiettive al riguardo, si chiude di fatto ogni possibilità di richiedere asilo;

Se i ministri interrogati non ritengano ormai improcastinabile adoperarsi con ogni provvedimento per il rigoroso rispetto dei diritti fondamentali della persona umana e per il rispetto dei diritti basilari dei richiedenti asilo attualmente trattenuti presso tali strutture;
se non reputino opportuno predisporre verifiche ed ispezioni per verificare le condizioni di trattenimento di coloro che vi sono internati e la possibilità effettiva di accesso alle procedure dell’asilo e della protezione umanitaria anche mediante la garanzia della presenza di interpreti e un minimo di informazioni ed il riconoscimento dei diritti di difesa.;

Luana Zanella
Paolo Cento
Mauro Bulgarelli