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tratto da Unhcr

Burundi: preoccupazione Unhcr per la sicurezza dei rifugiati

Un gruppo di 366 rifugiati congolesi che si erano rifugiati nell’area di frontiera
del Burundi venerdì scorso ha scelto di rientrare nella RDC. In precedenza, questi
rifugiati avevano declinato l’offerta dell’UNHCR di trasferirli in un nuovo campo,
lontano dalla frontiera del Burundi. Il gruppo, composto esclusivamente di
Banyamulenge congolesi di origine tutsi, è stato inizialmente bloccato alla
frontiera con la RDC e invitato a tornare in Burundi, cosa che si è rifiutato di
fare.

I rifugiati, tra i quali 118 bambini con meno di 12 anni e 112 donne, sono stati
costretti a trascorrere due notti alla frontiera, senza un alloggio adeguato.
L’UNHCR non ha accesso all’area di frontiera, sia dal lato burundese, sia da quello
congolese. A monitorare la situazione dei rifugiati sono stati inviati osservatori
militari della Missione ONU in Congo (MONUC), mentre a Uvira, nella RDC, sono
scoppiati disordini di protesta contro il ritorno dei rifugiati. Diverse persone
sono rimaste ferite nel corso delle dimostrazioni, che un leader locale ha tentato
di calmare appellandosi alla folla.

Ai margini di Uvira è stato allestito un centro di transito per i rifugiati e,
mentre vi si dirigeva, il convoglio di camion che trasportava il gruppo di rifugiati
è stato oggetto del lancio di sassi. Il centro è protetto dai soldati congolesi e le
truppe MONUC sono state dispiegate nell’area. Secondo il ministro dell’interno
congolese, per il momento per il gruppo sarebbe meglio tornare in Burundi. La MONUC
ha espresso preoccupazione poiché ogni cittadino congolese dovrebbe essere libero di
rientrare nel proprio paese se lo desidera ed è dovere dello stato garantire la sua
sicurezza.

Lo scorso giugno 20mila persone sono fuggite dai combattimenti tra esercito lealista
e truppe ribelli nel Kivu meridionale, trovando rifugio in Burundi. A seguito
dell’attacco al centro di transito di Gatumba dello scorso agosto, le autorità
burundesi hanno chiesto a tutti i rifugiati di lasciare l’area e di trasferirsi in
zone più interne, dove la loro sicurezza può essere meglio garantita.

La scorsa settimana, l’UNHCR ha avviato convogli volontari verso il campo di Gihinga
nella provincia di Mwaro, ma solo 120 rifugiati hanno scelto di trasferirsi. Questo
fatto ha indotto l’Agenzia ONU per i rifugiati ad avvertire che i rifugiati stanno
subendo pressioni per rimpatriare da parte di connazionali. Alcuni giorni prima, il
vice governatore del Kivu meridionale aveva visitato il Burundi e dichiarato ai
rifugiati che il loro rimpatrio avrebbe potuto svolgersi in condizioni di sicurezza.

Questa settimana l’UNHCR sta organizzando nuovi convogli per il campo di Gihinga,
nella provincia di Mwaro, e proseguirà nel suo impegno per informare i rifugiati del
fatto che le condizioni nel Kivu meridionale sono ancora molto instabili. L’Agenzia
ha negoziato con le autorità burundesi l’apertura della frontiera, nel caso il
gruppo decidesse di fuggire nuovamente in Burundi.