Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Corriere della Sera del 18 ottobre 2006

Il velo e le donne islamiche, appello di Prodi

Roma – Non vuole scoraggiarne né limitarne l’uso. Ne tantomeno proibirlo. E non arriva a definirlo un «segno di separazione» come ha fatto l’ ex ministro britannico Jack Straw. Per Romano Prodi la questione del velo si può risolvere applicando semplicemente la regola del «buon senso». Da qui l’invito rivolto alle donne musulmane che vivono in Italia a «non nascondersi». «Non puoi coprirti il volto. Se vuoi indossare il velo va bene, ma deve essere possibile vederti. È un fatto di buon senso, credo, è importante per la nostra società. Non si tratta di come ci si veste, ma se ci si nasconde o meno» spiega il premier in un’intervista esclusiva a Reuters.

Burqa e non solo: guarda i veli islamici
Immigrazione – Con il giornalista dell’agenzia Stephen Brown, che ne raccolto le confidenze, Prodi affronta anche il problema legato al flusso di sbarchi di clandestini africani sulle coste italiane. E lo fa chiedendo all’Unione europea un controllo più rigido del Mediterraneo e nel contempo annunciando di rendere più semplice per gli immigrati regolari l’accesso alla cittadinanza. «Gli immigrati sono parte del nostro futuro», spiega Prodi pensando al progetto del governo di concedere la cittadinanza entro 5 anni. «Il problema è avere regole chiare, in modo che se si comportano adeguatamente, hanno rispetto della legge e sono buoni cittadini possono diventare a tutti gli effetti italiani» continua Prodi. Che rimarca poi la differenza con il precedente governo in tema di integrazione e politiche di accoglienza. «La politica del centrodestra era quella di tapparsi gli occhi e lasciare entrare gli immigrati, una politica restrittiva solo in teoria. La mia politica è quella che l’immigrazione vada guidata, garantire agli immigrati i loro diritti e cercare di essere realistici circa il flusso di arrivi. L’immigrazione sana deve trovare il suo sbocco nella cittadinanza, non c’è altro modo se vogliamo avere una paese ben integrato, così come è stato fatto per gli italiani emigrati in Belgio o in Germania».

Vertice UE – Un ruolo chiave riveste in questo senso il prossimo vertice Ue che si terrà in Finlandia a fine settimana. Italia, Francia, Spagna, Grecia, Cipro, Malta, Portogallo e Slovenia stanno facendo pressione sulla presidenza finlandese affinché l’immigrazione sia considerata una priorità nell’agenda europea. «A causa della libera circolazione prevista dal trattato di Schengen, questo è un problema europeo» chiosa il Professore. Non solo dei paesi del Mediterraneo.