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dal Il Giornale di Vicenza del 24 giugno 2003

Immigrati, tante case “fuorilegge”

Il sindaco ha chiesto ai carabinieri di indagare su alcune anormalità

Ci sono pure due micioni randagi sdraiati sull’erba, all’ombra, vicino alla porta di un casone bianco, vicino allo stadio di Arzignano. Sembrano dire: «Accomodati, qui trovi un posto per riposare». Un posto dove dormire per ricaricarsi e ripartire per affrontare altre otto – dieci ore di lavoro, di giorno o di notte non importa, in una delle fabbriche della vallata. Ecco uno dei tanti “rifugi” che gli immigrati hanno trovato dopo la chiusura dell’ex conceria dormitorio di Elisa Dalla Barba. Lì dormono oltre una ventina di persone, forse anche di più. Pare ce ne sia un altro, vicino al municipio di Chiampo, che ne ospita una decina minimo.

E mentre l’assessore regionale, Raffaele Zanon, da un verso sta lavorando con l’Ater di Vicenza per offrire nuove soluzioni abitative per gli immigrati regolari, dall’altro pensa a ripristinare situazioni di «normalità» dove normalità non c’è più. E cita via Anelli a Padova. E nell’elenco c’è pure Chiampo. C’è fame di case, è indubbio. E da quando quell’albergo, abusivo e fatiscente, nell’ex conceria Dalla Barba è stato chiuso a fine marzo, la situazione è precipitata. Certo, gli amministratori della vallata e della Provincia di Vicenza hanno fatto il massimo. Ma forse non è ancora abbastanza.
Di case o capannoni che diventano albergo di abusivi, fuori da ogni norma igienica e sanitaria, sembra ne esistano ancora.

Sono difficili da scovare, ma restano un punto di riferimento per molti stranieri a seconda della nazionalità: il rifugio per i senagalesi, per esempio, pare essere in centro a Chiampo. Il neo sindaco, Massimo Confente, ammette di aver sentito delle «voci» a tale riguardo e di «aver chiesto ai carabinieri di indagare».
La ricetta per migliorare la situazione?
Un centro di accoglienza, «ma la soluzione si trova insieme agli altri Comuni della vallata», ha risposto annunciando incontri che si terranno a breve. «Vanno inoltre incentivati gli imprenditori», spiega il sindaco per facilitare il contratto di locazione.

Ma il punto è un altro: di case a prezzi accessibili non se ne trovano. A confermarlo è il responsabile dell’immigrazione della Cisl per l’Alto Vicentino, Richard Adjei: «Da un mese sto aiutando nella caccia ad una casa, una ragazza di 25 anni che ha un lavoro. Per qualche settimana lei è rimasta in un albergo a sue spese. Ora non ce l’ha fa più con i soldi. Cosa deve fare?».
L’alternativa sono davvero queste case-albergo?
Raffaele Zanon, assessore regionale, ricorda come con l’Ater si stia lavorando per offrire delle soluzioni abitative per i “single” immigrati ( che non necessitano di un intero appartamento). La domanda è: quando saranno pronti questi alloggi? Intanto i due micioni restano a dare il benvenuto a chi ha bisogno di un tetto.