Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto del 3 agosto 2005

L’odissea dei neonati

ALBERTO D’ARGENZIO

BARCELLONA
Dieci neonati, una donna incinta, altre quindici donne e tre uomini adulti, ossia 29 persone, tutte di origine subsahariana, sono state bloccate su un gommone poco dopo le dieci di sera di lunedì nella spiaggia della Jabonera a due passi da Bolonia e a quattro da Tariffa, nella splendida costa atlantica che da Cadice scende fino alla punta estrema del continente. La donna incinta è l’unica che ha mostrato segni di ipotermia e di nausea e che per questo è stata ricoverata nell’ospedale Punta Europa di Algeciras mentre le madri ed i loro bambini sono stati accolti nella parrocchia San Mateo di Tenerife, sede del Centro di attenzione agli immigrati gestito da una Ong. Per i maggiori di età è invece subito partita l’operazione rimpatrio. Sempre lunedì notte, un’altra imbarcazione con 24 adulti maschi veniva intercettata a venti miglia a sud di Gualcho-Castell de Ferro nello specchio di Mar Mediterraneo che lambisce il litorale della provincia di Granada. Pure per loro il soggiorno in Europa si è già concluso. Tra tutti questi numeri il più indigesto riguarda gli arrivi dei minori, l’unica dato in crescita nel settore sbarchi. Nel primo semestre del 2005 sono giunti in Spagna – vivi – ben 365 minori (e mancano i morti, i dati di luglio ed i 10 della Jabonera) contro i 303 registrati in tutto il 2004. Il tutto mentre nello stesso periodo il numero totale di persone giunte in patera, nei gommoni, è diminuito del 18%. «La presenza di dieci bebé – denuncia Antonio Hernando, portavoce del gruppo socialista in tema di immigrazione – suppone un aggravamento qualitativo dal punto di vista umanitario del traffico illegale di esseri umani dalle coste marocchine alla Spagna». Il tutto non sembra però un caso quanto piuttosto il frutto di una precisa strategia delle mafie, come assicurano fonti della polizia spagnola. I trafficanti di esseri umani convincerebbero infatti le donne a rimanere incinte prima di partire in modo da non poter venire rimpatriate. Per questo il loro «passaggio» sarebbe più caro: 1.300 euro contro gli 800 o 900 pagati dagli uomini. Un’altra pratica sarebbe quella di andare nelle famiglie disagiate con figli adolescenti mostrando loro video o foto con le immagini dei centri di accoglienza spagnoli: in caso di intercettazione – è il messaggio – ve la passereste meglio là che a casa.

Gli arrivi a cascata dei minori, che non possono venire rimpatriati, sta però creando seri problemi proprio alle strutture di accoglienza spagnole. Nella sola Andalusia sono già oltre 1.400 i minori accolti, mentre la situazione è critica pure in Catalogna e nella regione di Madrid. Per ovviare a questa emergenza il governo socialista ha firmato il 19 luglio (dopo un anno di trattative) un accordo con il Marocco per finanziare la costruzione di centri di accoglienza e formazione direttamente in Africa in modo da parcheggiare lì i minori che a questo punto verrebbero rimpatriati. Entro il 2006, dovrebbero essere quattro i centri approntati.