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PH: Antonio Sempere

Spagna condannata per il rimpatrio illegale di minori migranti

La Corte Suprema: non è stata seguita la procedura prevista dalla Legge sugli stranieri

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La Corte suprema ha stabilito che questi rimpatri devono essere conformi alla legislazione spagnola e alle sue garanzie e non possono basarsi esclusivamente sull’accordo spagnolo-marocchino per il rimpatrio concertato dei minori. Sottolinea inoltre che si è trattato anche di un’espulsione collettiva di stranieri vietata dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Ceuta. La Camera amministrativa della Corte Suprema spagnola ha condannato la Spagna per il rimpatrio di otto minori migranti non accompagnati avvenuto nell’agosto 2021 1. Ciò ha fatto seguito alla crisi migratoria del maggio dello stesso anno, in cui circa 12.000 persone, tra cui più di 1.500 minori, hanno raggiunto a nuoto Ceuta 2.

Nella motivazione, i magistrati dell’Alta Corte spagnola sostengono che «questa situazione si è protratta per tre mesi, durante i quali non vi è alcuna prova che le autorità spagnole, statali o regionali, abbiano avviato un procedimento individualizzato per determinare le circostanze e le esigenze di ciascuno dei minori». Ad agosto, senza che la crisi diplomatica fosse risolta, i funzionari spagnoli si sono incontrati con quelli marocchini nella zona di confine tra i due Paesi, dove hanno concordato il rimpatrio dei minori in Marocco, utilizzando come base normativa l’Accordo tra il Regno di Spagna e il Regno del Marocco sulla cooperazione nella prevenzione dell’emigrazione illegale dei minori non accompagnati, la loro protezione e il loro rimpatrio concertato, del 6 marzo 2007.

Questo accordo internazionale è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale spagnola il 22 marzo 2013. Così, i minori, o almeno alcuni di loro, sono stati rimandati in Marocco in gruppi di diverse decine di persone ciascuno durante il mese di agosto. Non risulta che le autorità spagnole abbiano preso altre misure o provvedimenti oltre alla presa d’atto dei nomi dei minori rimpatriati. Né risulta che le autorità marocchine o le famiglie dei bambini abbiano presentato alcuna denuncia, né che abbiano segnalato violazioni delle norme internazionali.

La Corte Suprema conferma la precedente sentenza della Corte di giustizia andalusa, secondo cui l’azione spagnola costituisce un’espulsione collettiva. La Corte ricorda che l’espulsione collettiva di persone migranti, compresi i minori che viaggiano da soli, è considerata vietata dalla Convenzione dei diritti dell’uomo ed è stata effettuata senza seguire la procedura corretta stabilita dalla legge sugli stranieri.

I magistrati sottolineano che non è stata eseguita una procedura amministrativa individualizzata per ciascun minore interessato, il che ha comportato la violazione dei suoi diritti all’integrità fisica e morale, esponendolo a un grave rischio di sofferenza fisica o psicologica.

La sentenza sottolinea che l’accordo del 2007 tra Spagna e Marocco non è applicabile a questo caso, in quanto non specifica le procedure per il rimpatrio dei minori. Tale procedura è essenziale, soprattutto quando sono in gioco i diritti fondamentali degli individui. Inoltre, respinge la rilevanza della mancata opposizione del Marocco alla consegna dei minori, sostenendo che ciò non implica che la Spagna abbia agito in piena conformità con la propria legalità.

L’Abogado del Estado e il Letrado de la Ciudad Autónoma de Ceuta, in rappresentanza dell’allora Delegata del Governo a Ceuta, Salvadora Mateos, e della Consigliera di Presidenza incaricata dell’area minori dell’esecutivo regionale di Ceuta, María Isabel Deu, nei loro ricorsi sottolineano il carattere di eccezionale gravità degli arrivi massivi che si sono verificati in quella città il 17 e 18 maggio 2021, nonché la straordinaria difficoltà che la sua gestione ha comportato per le autorità spagnole: per lo Stato, in quanto competente in materia di relazioni internazionali, controllo delle frontiere e salvaguardia dell’ordine pubblico; per la Città autonoma di Ceuta, tra l’altro, in quanto responsabile dell’assistenza ai minori.

Sempre in quest’ordine di considerazioni, insistono sul fatto che l’intero episodio si è svolto, dall’inizio alla fine, durante una crisi diplomatica, con la convocazione dell’ambasciatore marocchino in Spagna per consultazioni e, quindi, con l’interruzione delle comunicazioni ad alto livello tra i due Paesi. Sottolineano quindi che la conversazione di agosto, in cui è stato concordato il ritorno dei minori sulla base dell’Accordo del 6 marzo 2007, non è stata condotta dai servizi diplomatici, ma da funzionari del Ministero dell’Interno e della Città autonoma di Ceuta.

Da parte sua, l’accusa ha sempre sostenuto, sia per iscritto che oralmente, che l’accordo del 6 marzo 2007 è un accordo amministrativo internazionale che non regola alcuna procedura per il rimpatrio dei minori non accompagnati; e, in relazione a ciò, ha anche affermato che non risulta che le autorità spagnole abbiano svolto, durante i tre mesi in cui si è protratta la situazione, alcuna procedura o diligenza al di là della presa in custodia dei minori e dell’invio finale in Marocco. Questo modo di agire ha determinato, secondo la Procura, la messa in pericolo dell’integrità fisica e morale dei minori, senza adeguarsi al criterio guida del “miglior interesse del minore“, come disposto dalla Convenzione sui diritti del fanciullo, di cui sia la Spagna che il Marocco sono firmatari.

Fonti legali affermano che la sentenza non si pronuncia su eventi futuri e chiarisce aspetti controversi, come ad esempio se l’accordo del 2007 firmato con il Marocco fosse sufficiente per riportare i bambini migranti nel Paese vicino e se, oltre all’applicazione di questo trattato, si dovesse applicare la legge sugli stranieri. In ogni caso, conferma che se si vuole rimpatriare un minore migrante che viaggia da solo in Marocco, il rimpatrio, per essere legale, deve rispettare le garanzie dell’articolo 35 della Legge sugli Stranieri e dell’articolo 191 del Regolamento della Legge Organica 4/2000, sui diritti e le libertà degli stranieri in Spagna e sulla loro integrazione sociale, che stabilisce la procedura di rimpatrio dei minori stranieri.

  1. Leggi la comunicazione ufficiale
  2. Marruecos planta cara a España: miles de marroquíes acceden a Ceuta sin control, El Faro de Ceuta (17 maggio 2021)