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da "Il Messaggero" dell'8 marzo 2009

Macerata – Visto e lavoro: tutto falso

Costruivano e vendevano visti Schengen con falsi contratti di lavoro. Servivano a immigrati africani, indiani e bengalesi per entrare legalmente in Italia, senza salire sui barconi della speranza o accucciarsi per quaranta ore nel container di un tir rischiando la vita e l’espulsione immediata in caso di scoperta. E costavano pure cari quei visti taroccati, 7-8 mila euro l’uno e in cambio non davano nulla: una volta sul territorio italiano gli stranieri venivano abbandonati a se stessi. C’è chi ha anche provato a bussare all’indirizzo del datore di lavoro scritto sui documenti, ma dalla fabbrica si è sentito rispondere: «Si sbaglia, mai assunto nessuno».

“Illusione due” è il nome dell’operazione di Polizia culminata ieri con tre arresti. Dopo due indagini e 60 visti falsificati con un presunto giro d’affari di 400 mila euro, sono state arrestate tre persone (una quarta è ricercata) e sei piccoli imprenditori e commercianti sono indagati. In carcere con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa sono finiti in manette il sindacalista Mauro Pallucchini, 51 anni, di San Severino, responsabile del patronato Sias in via Giovanni XXIII a Tolentino, Silvano Salvucci, 53 anni, di Macerata, consulente del lavoro per immigrati, e la tributarista Marina Cingolani, 50 anni di Macerata, con studio a Casette Verdini di Pollenza (alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari), accusata di aver messo a disposizione i dati e i documenti fiscali delle ditte, per lo più ignare e spesso cessate, dove gli immigrati dovevano svolgere lavori stagionali o tirocinei formativi. Pallucchini e Salvucci erano già stati arrestati per reati analoghi nel gennaio del 2008 (sono stati dieci giorni ai domiciliari).

«Non è stata un’indagine facile, siamo riusciti a coinvolgere un gruppo commerciale che forniva la documentazione fiscale delle ditte senza la quale non era possibile avere i visti spiega Alessandro Albini, capo della squadra mobile di Macerata abbiamo dovuto analizzare con cura molto materiale cartaceo sequestrato nella prima indagine». La gran parte delle aziende che sulla carta dicevano di aver assunto un immigrato direttamente dal suo paese d’origine, hanno disconosciuto le firme e dato prova di non conoscere l’esistenza della pratica. «Da parte delle aziende c’è stata massima collaborazione» dice Albini. Chi, invece ha tentennato nelle spiegazioni, è stato indagato. Quando si è scoperto che i visti erano falsi, si è proceduto con appostamenti, pedinamenti, intercettazione ambientali e telefoniche. «Il risultato è stato brillante» ammette Albini. Risultato pienamente condiviso dal Gip Enrico Pannaggi che ha emesso, su richiesta del Pm Andrea De Feis, quattro misure cautelari in carcere. E’ ricercato un marocchino di 49 anni che risulta al momento all’estero.