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Rubriche: Confini e frontiere, Un mondo, molti mondi

Nuova barriera tra Spagna e Marocco

AYS (Are you Syrious?), 19 novembre 2020

- Link all’articolo originale (ENG)

Traduzione a cura di: Marinella Azzetti

Le autorità spagnole stanno progettando di costruire una nuova ulteriore barriera che separerà l’enclave spagnola di Melilla da Beni Ansar, nella provincia marocchina di Nador. I lavori inizieranno a fine novembre e dureranno circa dieci mesi.

Secondo il Ministro spagnolo dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, questa scadenza sarà dura da rispettare, dato che “ci saranno tentativi di passare il confine anche durante i lavori di costruzione”. Perciò, le autorità spagnole hanno chiesto agli organismi del Governo marocchino di fornire un supporto straordinario per questo periodo specifico.

Solo poche settimane fa, il Marocco ha annunciato il completamento di una barriera di filo spinato lunga 8 chilometri, che si estende in territorio marocchino al confine con Ceuta. Questa struttura permetterà alla Spagna di eliminare il suo reticolato a bobine arrotolate, sistema considerato illegale in territorio europeo, per le brutte ferite che può causare a chi tenta di superarlo. Il filo spinato sarà sostituito da un cancello di metallo più piccolo, a Ceuta e a Melilla.

L’Unione Europea finanzia le autorità marocchine con 140 milioni di euro per la gestione dei flussi migratori sul loro territorio: in agosto sono arrivati 32 milioni per “proteggere il confine dagli ingressi illegali” e 26 milioni per automezzi e altre attrezzature.

Anche qui, come in Libia, le autorità europee continuano il loro colpevole silenzio sui metodi usati per limitare il numero di passaggi illegali: la polizia e le forze ausiliarie distruggono i beni personali dei migranti, fanno incursione nei campi improvvisati, picchiano e deportano uomini, donne e bambini, allontanandoli dal confine. Alcuni vengono anche rimpatriati in aereo verso i loro paesi d’origine, con la complicità delle rispettive ambasciate.

Discriminazioni, schedature etniche e atti di razzismo non sono che un corollario di queste politiche.

Quest’anno, da gennaio a inizio novembre, gli arrivi in Spagna via terra hanno toccato quota 5.211, su un totale di 27.611. Queste cifre sono in linea con le medie degli anni 2016, 2017 e 2018. Di tutte le persone che sono riuscite a passare il confine e a raggiungere l’Europa, circa il 30% viene dal Marocco, seguito da Guinea, Algeria e Mali.

Intanto, proprio questa mattina, 80 migranti, fra cui donne e bambini, hanno raggiunto le isole Chafarinas, a est di Nador, amministrate dalle autorità spagnole, che, a causa del cattivo tempo, non hanno potuto portare aiuto alle persone in difficoltà.

Altre 52 persone (con 16 donne e 2 bambini) stavano entrando in Spagna attraverso Ceuta, quando il camion dove viaggiavano ha passato il confine a tutta velocità, scontrandosi contro le barriere. Tutti i migranti sono incolumi o solo leggermente infortunati.

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[ 22 novembre 2019 ]
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