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Padova – Due operatori della Casa a Colori ritirano le denunce

Si attende l'esito dell'interrogatorio di garanzia. Intanto tornano già in città i primi rifugiati che se n'erano andati

“Questi arresti non sono assolutamente giustificabili, in quanto risolvono l’accaduto in un mero esercizio di gestione di un episodio di ordine pubblico, come un atto criminoso a sé, decontestualizzandolo dalle complesse dinamiche da cui ha avuto origine ed in cui si trova immerso ancora oggi”. Sono le parole scritte in una lettera da due operatori della Casa a Colori che lo scorso lunedì hanno ritirato le denunce nei confronti dei “profughi” ghanesi arrestati per la “rivolta” del 7 gennaio.

I cinque si presenteranno proprio oggi di fronte al Tribunale del riesame che dovrà valutare se mantenere o meno la misura cautelare in carcere. Rispondono dell’accusa di sequestro di persona mentre due dei “sequestrati” dichiarano ingiustificabili gli arresti.

Sul fronte delle “soluzioni” invece tutto tace mentre si avvicina la fatidica data del 28 febbraio.
Intanto iniziano a emergere i primi risvolti di quelle famose strategie di uscita messe in campo da enti gestori e soggetto attuatore. Diversi “profughi” già negli scorsi mesi avevano accettato di lasciare i centri in cambio della consegna di qualche centinaio di euro, esausti dell’attesa e illusi dalle opportunità che l’Europa, secondo i loro cattivi consiglieri avrebbe offerto.
Ma il sogno europeo si è già infranto contro le barriere di Dublino II, così chi aveva cercato altrove è già tornato a Padova chiedendo ospitalità nell’unico centro di accoglienza che permette ai rifugiati di trovare una sistemazione temporanea in città: quello gestito dall’Associazione Razzismo Stop senza la briciola di un finanziamento pubblico.

In attesa di conoscere la decisione del giudice del riesame il Centro Sociale Pedro invita tutti a seguire il dibattito di giovedì 21 febbraio, che proprio nella sede di via Ticino discuterà del rapporto tra giustizia e istanze sociali insieme all’ex magistrato Giovanni Palombarini, Pape Diaw, Luca Casarini, l’Avv. Aurora D’Agostino e Nicola Grigion del Progetto Melting Pot Europa.

La lettera degli operatori della Casa a Colori
Padova – Crisi, giustizia e diritti. Profughi: prima abbandonati poi arrestati. Quale giustizia?

La conferenza stampa dell’Associazione Razzismo Stop e del Cso Pedro