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Tratto da Città Meticcia aprile - maggio 2006

Se una “Musa” marocchina ispira autori ravennati

Da un lato ci sono i migranti che scelgono l’italiano per scrivere le loro storie, e così arricchiscono lingua e letteratura del Belpaese. Dall’altro, sempre più frequente sta diventando il caso di autori italiani che traggono dalla vicinanza e dalla conoscenza dei migranti materiale e ispirazione per raccontare storie. Forse perché le vicende dei migranti, tutte, sono di per sé sempre e comunque più avventurose e spesso più intense delle statiche, pasciute e al massimo un tantino nevrotiche esistenza dei cosiddetti “occidentali”. Forse perché è impossibile non restare affascinati da persone che, nella propria esperienza di singoli, si trovano a misurarsi con i grandi tema della storia. Che si trovano a vivere sulla propria pelle dialettica e sintesi di mondi diversi. E così, sempre più spesso anche gli autori italiani si trovano ad attingere da questo immenso patrimonio umano che viene “recapitato” a casa loro. Inevitabile, del resto, se è vero che ogni letteratura è figlia di una società. Ecco allora sia scrittori di alta classifica (uno per tutti: Camilleri), sia autori locali, esordienti o meno, misurarsi con il tema dei migranti. Ed è così che, dopo il giallo di Nevio Galeati, nel giro di poche settimane, in libreria sono arrivati Le strade di Lena (Aiep editore) e Stella Rossa (Fernandel – nella foto la copertina). Il primo è un romanzo firmato da Laura Gambi, al suo esordio come romanziera, e pioniera nel lavoro sociale con i migranti in città. Il libro affronta il delicato tema delle adozioni di bambini stranieri, focalizzando l’attenzione sulla difficoltà per la protagonista, Lena, di accettare e far convivere le due culture, quella d’origine (marocchina) e quella d’arrivo, in cui si trova sospesa durante la sua infanzia. E se la Gambi sceglie di raccontare una storia tutta al femminile, Stella Rossa indaga invece gli ambienti dei “ragazzi” per eccellenza: gli spogliatoi e i campi da calcio. Il suo autore è Stefano Mellini, già vincitore della prima edizione del concorso Città di Ravenna opera prima con Sorrisi di cartone, qui alla sua seconda prova narrativa, in cui, alla passione per la scrittura unisce i temi e gli ambienti che meglio conosce per ragioni di lavoro. La storia è a dir poco intrigante: Hamir, ragazzo marocchino e bomber della squadra di quartiere Stella Rossa, viene rinchiuso in un Cpt, ma i compagni di squadra decidono di andare a liberarlo, a qualsiasi costo.