Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Servizio immigrazione e promozione dei diritti di cittadinanza (Venezia)

Venezia – Dis-parità e cittadinanze. Percorsi di incontro e di orientamento

A cura di Alessandro Ghigi e Gianfranco Bonesso

Alla fine di gennaio si è concluso il Progetto di Orientamento “Dis-parità e cittadinanze. Percorsi di incontro e di orientamento”. Si tratta di un Progetto rientrante tra gli interventi di orientamento per gli adulti previsti e finanziati dalla Regione Veneto attraverso una direttiva del 2002.

Capofila di questo Progetto era l’Agfol (Agenzia di Formazione Lavoro) che lo ha realizzato in partenariato con la Direzione Centrale Politiche Sociali Educative e Sportive del Comune di Venezia, in particolare con i servizi del Centro Donna/Centro Antiviolenza da un lato e Immigrazione e Promozione dei Diritti di Cittadinanza dall’altro, con i Centri Territoriali Permanenti per l’Educazione degli Adulti di Mestre e di Venezia e con l’Associazione Sinergica.
Il Progetto “dis-parità e cittadinanze” ha cercato di rappresentare un punto di svolta nell’acquisizione e nella sperimentazione di strumenti innovativi, sperimentandosi quale buona pratica nell’attività di Orientamento ai Diritti di Cittadinanza di quelle fasce di popolazione che sono portatrici/tori di molteplici ed articolate domande e bisogni, tra cui emergono in forma preponderante le donne e le/gli immigrati.
Per questo motivo i gruppi di riferimento del progetto, donne in difficoltà e immigrati con necessità di orientamento ai diritti di cittadinanza, avevano elementi in comune da confrontare, sia nelle problematiche che presentavano, sia nelle modalità di lavoro degli operatori che li accoglievano.

Per “attività di orientamento” si intende quel processo atto a sviluppare ed acquisire capacità e strumenti finalizzati a mettere la persona in grado di scegliere consapevolmente e criticamente le opportunità: di lavoro, di formazione, e dei “servizi”, operando scelte responsabili sul piano individuale e sociale. Inteso quindi come teoria e pratica professionale che consiste in una serie di metodologie e di attività “individuali e collettive” mirate a supportare le fasi di transizione della vita delle/dei cittadine/i: dalla formazione al lavoro; dall’immigrazione all’integrazione; dal subire passivamente all’agire un proprio progetto professionale e di vita, quindi a sviluppare nel soggetto nuove e più specifiche competenze.
La durata del Progetto è andata da giugno a dicembre del 2003. La realizzazione del Progetto si è articolata in diverse fasi. Nella fase della cosiddetta “accoglienza”, alcuni operatori dello sportello di informazione/orientamento del Servizio Immigrazione e una operatrice del Centro Donna, durante la normale attività lavorativa di sportello di libero accesso al pubblico, si sono dedicati ad individuare tra gli utenti coloro che potevano aver maggior bisogno di informazioni o che avanzavano richieste di approfondimento della domanda espressa.
La seconda fase si è strutturata attraverso degli appuntamenti personalizzati, che permettevano alla persona di approfondire tematiche anche molto complesse, che nel caso dei migranti si focalizzavano su questioni attinenti la sfera giuridica (l’ingresso in Italia, il soggiorno, il ricongiungimento familiare, ecc.), oppure di accesso ai servizi (sanitari, lavorativi, scolastici, ecc.); mentre le utenti dello sportello lavoro del Centro Donna, prevalentemente composte da italiane e da disoccupate, presentavano richieste di carattere lavorativo. Categorie di utenti che non restano nettamente suddivise, ma che si sovrappongono nel momento in cui alle problematiche specifiche delle donne si sommano quelle dovute alla condizione giuridica di cittadine straniere.
Nei casi in cui era necessario e richiesto un supporto alla ricerca del lavoro, è stata utilizzata la formula dell’orientamento individuale. Attraverso le competenze di una psicologa del lavoro si è cercato di portare l’utente ad elaborare un proprio curriculum vitae e un bilancio di competenze in modo da ri-costruire il proprio percorso futuro e come strumento di auto-orientamento.

Oltre all’orientamento individuale si sono sperimentati degli incontri di orientamento collettivo su tematiche di interesse comune agli utenti: sui temi del lavoro (servizi per l’impiego, sicurezza, diritti e doveri, tipologie contrattuale, ecc.); sui temi del ricongiungimento familiare, del riconoscimento dei titoli di studio oppure dei servizi sociali comunali.

Infine, si è utilizzato lo strumento del corso di pre-formazione breve. I corsi, che si sono tenuti presso i Centri Territoriali Permanenti di Mestre e Venezia hanno fornito informazioni in merito alle tematiche della salute (iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, le tipologie di servizi territoriali, la medicina cosiddetta sociale, ecc) in un caso e del lavoro nell’altro (modalità di ricerca, servizi presenti sul territorio, divisione del mercato del lavoro, ecc.). Oltre alle lezioni in aula si sono tenute delle visite guidate: alle strutture sanitarie (consultorio familiare di un quartiere e all’Ospedale) da un lato; al Centro per l’Impiego della Provincia di Venezia dall’altro.
Dal punto di vista quantitativo si può dire che durante i 7 mesi della durata del Progetto, i gli operatori coinvolti nei due Servizi comunali hanno promosso il Progetto a poco meno di 1000 utenti, con un centinaio di questi si è intrattenuto un colloquio di vero e proprio orientamento individuale.

Un elemento del progetto che ci pare opportuno sottolineare è la opportunità di insistere su modelli che facciano riferimento all’esperienza concreta che accompagna i problemi (donne o uomini che hanno l’esperienza delle immigrazione che li accomuna, o la stato di disoccupazione o la poca informazione sul mercato del lavoro o delle opportunità di servizi sulla salute o per la famiglia) piuttosto che pretese identità predeterminate (es.culturali o linguistiche).
Il Progetto “Dis-parità e cittadinanze” ha saputo essere uno “spazio aperto”, un canale relazionale attivo tra le Istituzioni coinvolte a vario titolo, un luogo di informazione e di scambio in cui trovare risorse e supporto ai problemi di ogni giorno.
In questo ormai l’esperienza ci insegna che il differente sguardo sui problemi è una risorsa, che magari rallenta i tempi dei risultati del gruppo, che moltiplica i possibili interrogativi, potenzia lo scambio e, come la “biodiversità” in natura, consegna alla scena sociale maggiori opzioni e opportunità di risposta e quindi maggiori opzioni per il benessere e la libera scelta.

Alcune sfide sono ancora aperte, in particolare sui modelli: che spazio dare all’orientamento collettivo? Quali risorse riservare a quello individuale? Come formare all’auto-orientamento?
Come costruire pratiche di intervento, accoglienza e formazione basate sull’empowerment?
Nel progetto abbiamo tentato alcune esperienze, in particolare come costruire una esperienza di orientamento collettivo su temi sentiti e urgenti che utilizzassero il gruppo come risorsa e non solo come contenitore, che stemperassero nella condivisione delle esperienze l’ansia del sentirsi soli/e davanti al problema, che facessero i conti con una risorsa tempo ridotta e da utilizzare comunque al meglio. Si pone quindi un problema di tecniche e di competenze nel gestire un gruppo, ma anche di relazione da creare, pur in un tempo limitato e soprattutto in un rapporto bilanciato tra informazioni che si danno e trasmissione dei modi per procurarsele da soli, tra specializzazioni che si declinano e rinforzo delle esperienze che già si hanno e le capacità che si possono mettere in campo da subito, tra centratura su alcuni temi e complessità del sociale.