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da L'Arena di Verona del 17 febbraio 2004

Verona – Immigrati, c’è la soluzione di Giancarlo Beltrame

La Direzione del Lavoro accetterà tutte le domande, senza precedenze

Un passo di civiltà. È quello che è stato compiuto, sia pure un po’ tardivamente, ieri sera nel piazzale della Fiera antistante l’ingresso San Zeno. Da ore e ore era diventato una specie di Torre di Babele, dove il verbo sperare era coniugato in cento lingue, ma la disperazione era in agguato dietro i portoni sbarrati e i cancelli chiusi. Qui un migliaio di persone, che per scelta o per necessità sono emigrati nel nostro Paese dalla loro terra d’origine, si apprestavano a trascorrere la notte all’addiaccio, che per molti sarebbe stata la terza dopo le due – di sabato e domenica – passate davanti alla Direzione provinciale del Lavoro di via Filopanti. Nel freddo che cominciava ormai a farsi pungente, la lunga mediazione condotta dall’avvocato Roberto Malesani dello sportello legale dei migranti da un lato con il direttore provinciale del lavoro Giuseppe Paolo Festa e dall’altro con una trentina almeno di rappresentanti delle diverse nazionalità, arrivava a buon fine.
E alle 20.25, preso il megafono in mano, Festa ha confermato a tutti quelli che stavano gelando da ore in piedi oltre e dentro le transenne che tutte le domande sarebbero state accettate. A questo punto arrivare primi non era più necessario e le code diventavano inutili.

«La Direzione provinciale del Lavoro accetterà tutte le domande che saranno presentate agli sportelli in Fiera o spedite per posta con raccomandata con ricevuta di ritorno dai datori da lavoro oppure dai loro delegati», è stato comunicato. «Purché siano presentate nel giorno di convocazione per nazionalità o spedite con il timbro postale sempre del medesimo giorno, ossia martedì 17 febbraio per i cittadini di Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Moldavia, Albania e quelli di tutti gli altri Paesi che non hanno convenzioni con l’Italia, e mercoledì 18 febbraio per chi proviene da Tunisia, Marocco, Egitto e Nigeria. Le domande pervenute», ha spiegato ancora Festa, «saranno visionate dalla Direzione provinciale del Lavoro che eliminerà quelle incomplete o irregolari. La graduatoria tra le domande valide sarà effettuata in base a criteri che la Direzione provinciale del Lavoro deciderà assieme al comitato provinciale per l’immigrazione della Prefettura e ai rappresentanti degli organismi veronesi che tutelano gli immigrati».
Il direttore provinciale del Lavoro Festa ha quindi siglato una specie di contratto pubblico con le centinaia e centinaia di immigrati in attesa.

Lentamente, anche se qualcuno non era ancora del tutto convinto e ha deciso di aspettare comunque in fila, le code si sono sparpagliate e progressivamente svuotate. Per tutti l’appuntamento è questa mattina e domani mattina in Fiera, alla Porta San Zeno, a partire dalle 8.30 e fino a sera.
L’azione di pressione che il Comune e il sindaco Paolo Zanotto in prima persona (ieri pomeriggio era andato a verificare de visu la situazione in Fiera) avevano fatto negli ultimi giorni ha sortito quindi un primo effetto positivo. Il Comune, in ogni caso, aveva predisposto una serie di aiuti per i lavoratori extracomunitari che chiedono l’autorizzazione al lavoro, mobilitando la Protezione civile. C’erano infatti gli alpini dell’Ana con una tenda e un fornello da campo che distribuivano the caldo e un presidio della Croce Verde. Ed erano stati predisposti pure quattro servizi igienici chimici.

«Ma il problema di fondo resta», commentava don Giuliano Costalunga che da giorni condivide con gli immigrati code, ansie e speranze, «ed è che è disumano trattare degli esseri umani peggio delle bestie. Mi chiedo se non era possibile arrivare prima alla decisione presa all’ultimo momento. Anche se devo dire che mi sembra una scelta da Ponzio Pilato».

E indignazione serpeggiava anche tra i molti datori di lavoro italiani presenti per potersi «tenere» i dipendenti immigrati che già lavorano per loro. «Mi vergogno di essere italiana», diceva una donna, mentre altri mettevano l’accento sulla inciviltà della situazione. Alla fine, lentamente, gli immigrati sono sfollati quasi tutti, portandosi via le coperte e i sacchi a pelo con cui avevano preventivato di passare la notte all’addiaccio. Per questa sera, almeno, dormiranno nel loro letto.