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Servizio immigrazione e promozione dei diritti di cittadinanza (Venezia)

Venezia – Dopo il campo profughi di Zelarino anche il campo di San Giuliano è stato definitivamente chiuso

A cura di Rosanna Marcato

Il 31 Marzo 2003, così come era stato programmato dal Comune di Venezia, si è chiuso definitivamente e ufficialmente il Campo di accoglienza di S. Giuliano che ospitava le ultime famiglie di rifugiati Rom del Kosovo.

L’incendio verificatosi il 14 febbraio aveva reso ancora più urgente definire le sistemazioni delle famiglie rimaste(circa 70 persone ) che pur in presenza di soluzioni già programmate, avevano dovuto essere provvisoriamente sistemate presso la ex Scuola Gramsci di Campalto, in attesa che le soluzioni previste potessero essere attivate.

Vede così il suo compimento un lavoro durato 10 anni, durante i quali accadimenti storici, politici, legislativi, sociali e personali di ognuno dei protagonisti si sono mescolati producendo grandi complessità nel mettere a punto soluzioni di integrazione che tenessero in conto le peculiarità di questa popolazione e un uso mirato e coraggioso di risorse.

Questo percorso, che ha incrociato sulla sua strada tutte le possibili difficoltà affrontando un tema antico e mai risolto, quello della convivenza con il popolo Rom, è stato possibile solo per il confluire in un comune obbiettivo di più soggetti pubblici e privati: il Comune, la Cooperativa Cogess e la Cooperativa Caracol che avevano l’obbiettivo comune di integrare questa popolazione nel tessuto sociale rendendoli cittadini a tutti gli effetti.

L’ostacolo più grande all’integrazione di queste persone è sempre stato quello delle soluzioni abitative, sulle quali si è dovuto accentrare la maggior parte delle risorse. Ma anche le problematiche legali e i percorsi burocratici relativi all’acquisizione dei permessi di soggiorno che hanno attraversato tre legislazioni, due decreti legislativi e tre sanatorie, che si sono inceppati , che hanno atteso anni per essere definiti. Anche questo è stato un lavoro enorme.
Così come importante è stato il lavoro nelle scuole e con le scuole e con i servizi sociali e sanitari del territorio, con il volontariato.

La particolarità di questo progetto è di aver elaborato un piano di dismissioni individualizzato per ogni nucleo familiare e di aver saputo far leva, con un lungo lavoro di mediazione, sulle risorse personali degli interessati, attivandoli nella ricerca di soluzioni prima lavorative stabili e poi abitative.

Il Servizio per l’Immigrazione del Comune di Venezia ha imparato molto da questa esperienza che ha permesso di sviluppare saperi e metodologie di intervento applicati poi in altri progetti di accoglienza a favore dei rifugiati. Particolarmente importante l’esperienza di aver lavorato con un privato sociale motivato che ha reso produttive le risorse messe a disposizione.

Importante anche la risposta che la città nel suo complesso ha dato a questa problematica. Lo ha fatto con la disponibilità di tanti volontari. Proprio da una volontaria e dal suo impegno politico e sociale a favore di queste popolazioni è nato il nome del progetto di chiusura dei campi denominato “Mila”. Il progetto è stato approvato dalla giunta comunale nel Dicembre 1999 ed è stato affidato alla Cooperativa Caracol, che ha attuato un lavoro di ricerca di soluzioni abitative e di accompagnamento all’acquisto e all’affitto con l’obbiettivo finale del superamento dei campi, prevedendo la chiusura del Campo di Zelarino entro l’ottobre 2001 e di S.Giuliano entro il 31 marzo 2003.

Date entrambe rispettate.

Delle 407 persone presenti all’inizio del progetto 47 famiglie hanno acquistato casa o affittato nel mercato privato, 18 nuclei familiari hanno avuto assegnato un alloggio pubblico e 14 nuclei hanno scelto il rimpatrio volontario.
Ma l’impegno non deve finire qui. Ci aspetta un lavoro di accompagnamento e di monitoraggio nei nuovi contesti in cui le famiglie si trovano . In particolare sarà necessario sostenere alcuni insediamenti numerosi che hanno interessato altri territori comunali che dovranno attuare degli interventi di sostegno all’integrazione definitiva coniugando diritti e doveri di cittadinanza.