Vania ha 20 anni, rumena. Ha visto gli uomini della squadra mobile entrare nell’abitazione romana dove lavorava come domestica anche se clandestina. I suoi datori di lavoro, italiani, sono stati denunciati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
«Nel mio paese – ha raccontato Vania alla polizia – sono stata contattata da un connazionale che mi ha promesso di portarmi in Italia tramite un’agenzia di viaggio. Ho ottenuto il visto per soggiorno turistico. Ho fatto il viaggio su un pullman privato insieme a tante altre ragazze. Siamo arrivati a Roma e ci siamo rivolti all’Abacus. Ci hanno ospitato per alcuni giorni in un appartamento. Ho dormito in un letto con un’altra ragazza perchè tutti i posti erano occupati».
Vania ha speso circa 1000 euro per il viaggio e per ottenere un ”lavoro” in nero. In più, sempre secondo quanto risulta alla polizia, anche i datori di lavoro pagavano almeno una mensilità all’Abacus. Molti di loro sarebbero stati in cattiva fede: sapevano benissimo che lo straniero assunto era clandestino.
«Ora rimarrò in Italia fino a quando lo richiederà l’inchiesta – dice Vania -. Conosco tanta altra gente che è venuta in Italia come me. Io sapevo che non sarei stata messa in regola ma comunque mi veniva offerta la possibilità di guadagnare molto di più che in Romania».
da Il Messaggero del 27 novembre 2003
«Il mio viaggio in pullman alla ricerca di un futuro»
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