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Imminente pubblicazione del decreto flussi 2004

Sommario

– Il contenuto del decreto flussi
– Ingressi per lavoro stagionale
– Ingressi per lavoro subordinato o autonomo
– Gli immigrati in coda
– La suddivisione delle quote tra Regioni e Province
– La presentazione della domanda
– La modulistica

Il decreto flussi per l’anno 2004 è stato varato. La notizia per il momento è stata riportata solo da alcuni quotidiani e per il momento il testo ufficiale del decreto non è ancora stato reso pubblico. Per il provvedimento, già registrato dalla Corte dei Conti, ora manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che normalmente richiede solo qualche giorno di attesa.

Di conseguenza tra pochi giorni il decreto dovrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Precisiamo subito, se non altro per scrupolo, che non si tratta di una sanatoria o regolarizzazione ma si tratta delle quote annuali messe a disposizione dal Governo per le assunzioni dall’estero.

In altre parole la domanda di autorizzazione di assunzione dall’estero viene presentata sul presupposto che il lavoratore straniero, interessato all’assunzione, non sia presente sul territorio italiano al momento della presentazione della domanda. Tant’è vero che – come si potrà verificare leggendo la modulistica – nel modulo di domanda di autorizzazione di assunzione dall’estero il datore di lavoro dichiara, sotto la propria responsabilità ( o meglio, è tenuto a farlo) che il lavoratore non si trova in Italia.

Su questo argomento abbiamo già proposto diversi commenti, soprattutto riguardo l’ipocrisia di una normativa che impone a tutti di far finta di non essere in Italia quando sappiamo benissimo che il 99% delle autorizzazioni che finora sono state rilasciate negli anni per l’assunzione dall’estero, hanno in realtà riguardato persone che di fatto sono già presenti in Italia e che poi sono costrette o indotte ad uscire altrettanto clandestinamente dall’Italia per andare a prendere il visto d’ingresso presso le autorità consolari nel proprio paese.

Il contenuto del decreto flussi

Complessivamente le quote riguardano 79.000 persone, per lavoro autonomo o subordinato (sia di carattere stagionale sia finalizzate ad un pds di carattere duraturo o comunque rinnovabile).
Non essendo ancora disponibile il testo del decreto dobbiamo rifarci alle informazioni – molto sintetiche – che potrebbero correre il rischio di non essere precise.
Riteniamo comunque sia utile dare tutte le informazioni possibili di ciò che si conosce, facendo alcune considerazioni.

Ingressi per lavoro stagionale

Di questi 79 mila ingressi 50 mila sono limitati alla sola possibilità di lavoro stagionale. Quindi per 50 mila persone non c’è la possibilità di ottenere – a seguito della procedura di autorizzazione – un pds di carattere stabile, ovvero rinnovabile, ma solo un pds per attività stagionale che può durare massimo nove mesi, nell’arco di un anno.

Questa tipologia di autorizzazione può interessate anche più datori di lavoro per diversi contratti, tutti di carattere stagionale. Per quanto riguarda la identificazione delle attività aziendali che ne consentono l’utilizzo, facciamo riferimento ad attività che risentono dell’andamento stagionale come il settore del turismo (alberghi, ristorazione, villaggi turistici, attività commerciali con apertura stagionale in località turistiche) e l’agricoltura. Ci sono anche attività industriali a carattere stagionale che possono riguardare la lavorazione di prodotti agricoli o della pesca.
Queste 50 mila quote per lavoro stagionale possono essere utilizzabili anche da più datori di lavoro.

Esempio pratico – Lo stesso lavoratore straniero ha la possibilità di stipulare diversi contratti con diversi datori di lavoro per attività tutte di carattere stagionale ma in aziende diverse.
L’importante è che non si superi – sommando la durata prevista dai diversi contratti – la durata di nove mesi nell’arco dell’anno. Nel caso in cui più datori di lavoro presentino – per lo stesso lavoratore – la domanda di autorizzazione di assunzione dall’estero per lavoro stagionale, secondo una circolare dello scorso anno del Ministero del Lavoro, dobbiamo ritenere che quel lavoratore occupi una sola quota. Anche se con più contratti di lavoro.
Quindi, anche se per uno stesso lavoratore vengono presentati più contratti di lavoro stagionale, la procedura di regolarizzazione andrà ad occupare una sola quota delle 50 mila che abbiamo citato.

Ingressi per lavoro subordinato o autonomo

Per questa tipologia di ingressi – per lavoro a tempo indeterminato o determinato – sono disponibili 29 mila ingressi (che comprendono anche attività di lavoro autonomo in quantità e per tipologie non ancora specificate), finalizzati al rilascio di un pds rinnovabile che permette un soggiorno tendenzialmente stabile in Italia.

Di queste 29 mila quote 20 mila sono già riservate a cittadini provenienti dai paesi che con l’Italia hanno stipulato accordi in materia di cooperazione sull’immigrazione:
3.000 per l’Albania
3.000 per la Tunisia
2.500 per il Marocco
2.000 per la Nigeria
1.500 per l’Egitto
1.500 per la Moldavia
1.500 per lo Sry Lanka
1.500 per il Bangladesh
1.000 per il Pakistan

2.500 quote restano a disposizione in modo che si possa favorire la firma di altri trattati di cooperazione in materia di immigrazione (accordi di riammissione dei respinti, ecc.).
L’esempio della Romania : visto che non ci sono quote riservate ai cittadini romeni se dovesse, a breve tempo, perfezionarsi l’accordo di cooperazione tra Italia e Romania ecco che questi posti potrebbero essere riservati (in parte o tutti) in favore dei cittadini romeni.

Oltre a queste 20 mila quote riservate (di cui 2.500 “in sospeso”) rimangono altri 9 mila posti che possono essere utilizzati da cittadini provenienti da qualsiasi altro diverso paese straniero e bisogna dire che si tratta di una cifra irrisoria.
Per ritornare all’esempio dei cittadini romeni, questi ultimi dovranno concorrere – assieme a tutti gli altri cittadini provenienti da altri paesi diversi del mondo – per “spartirsi” queste 9 mila quote a livello nazionale….

Gli immigrati in coda

E’ facile immaginare a questo punto, vista l’esperienza degli scorsi anni, che ci sarà la corsa a chi arriva prima nella presentazione delle domande presso le DPL, argomento trattato anche nel corso delle scorse puntate.
E’ fin troppo ovvio che le code fuori dalle Direzioni Provinciali del Lavoro saranno interminabili, tutte fatte da persone con la speranza di essere tra le prime e quindi di presentare in tempo utile la domanda prima che si esauriscano le quote riservate al paese di appartenenza o, peggio ancora, prima che si esauriscano quelle per così dire libere, utilizzabili dai cittadini stranieri provenienti da tutti gli altri paesi che non beneficiano delle quote riservate.
Naturalmente, in coda avremo come sempre i diretti interessati, ossia i lavoratori immigrati che ufficialmente non dovrebbero essere in Italia, e magari solo all’ultimo metro – poco prima di presentare la pratica allo sportello – arriverà il datore di lavoro o un suo incaricato per presentare formalmente la domanda a proprio nome.
Questo è, come si suol dire, “il segreto di pulcinella”, ovvero un segreto che non è segreto per nessuno.
Verosimilmente c’è da sperare che non intervengano controlli di polizia fuori delle DPL per verificare se le persone che sono in coda o che si presentano per richiedere moduli o presentare le domande, sono cittadini stranieri privi di un regolare pds.
Diciamo che c’è da sperare, anche se comunque ognuno dovrà fare i propri conti con prudenza e quindi possibilmente dovrebbe essere il datore di lavoro, come previsto dalla norma, a presentare la domanda e quindi a stare in coda, o comunque un suo incaricato.
Ufficialmente non dovrebbe essere il diretto interessato perché questi dovrebbe essere nel proprio paese e, se rintracciato qui in Italia in condizione irregolare, sia pure nel momento in cui ha già un contratto pronto con un datore di lavoro, potrebbe essere colpito da un provvedimento di espulsione e perdere definitivamente la possibilità di un’assunzione regolare.

Raccomandiamo quindi la massima attenzione anche da questo punto di vista.

La suddivisione delle quote tra Regioni e Province

In questo momento le quote sono stabilite a livello nazionale ma il Ministero del Lavoro dovrebbe provvedere – tempestivamente – a suddividerle tra le diverse regioni italiane.
In seguito le direzioni regionali del lavoro dovranno provvedere – altrettanto tempestivamente – a suddividerle tra le diverse province, assegnando a ciascuna provincia un certo numero di quote riservate per ogni paese e un certo numero di quote per così dire libere, utilizzabili da cittadini di qualsiasi altro diverso paese extracomunitario.
Abbiamo già detto che c’è da tenere prima di tutto in considerazione la tempestività nella presentazione della domanda: in fin dei conti, si tratta di una gara perché i posti disponibili sono in gran lunga inferiori al numero degli interessati a regolarizzare la propria posizione.
Dal canto nostro, cerchiamo almeno di facilitare una gara trasparente e senza scorrettezze, diamo quindi le stesse informazioni a tutti. Facciamo a questo riguardo una considerazione che potrebbe essere importante, anche perché non è detto che le informazioni siano sempre corrette o precise. Spesso infatti, da parte degli operatori dei servizi pubblici, anche per giustificate e comprensibili ragioni di correttezza verso l’amministrazione di appartenenza, fino a quando non ci sono direttive ufficiali impartite dal Ministero, non c’è la possibilità di dare informazioni ufficiali e quindi informazioni precise. Di conseguenza è anche comprensibile che in molti casi gli addetti ai lavori, per così dire, si astengano dal dare informazioni e si limitino a dire “Stiamo aspettando indicazioni dal nostro Ministero”.

La presentazione della domanda

Dal punto di vista pratico occorre però fare un ragionamento molto semplice: nel momento in cui il decreto flussi è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, anche se nel frattempo le quote non fossero ancora state ripartite, i datori di lavoro hanno comunque il sacrosanto diritto di presentare la domanda.

Perciò, il primo momento utile in cui si ha diritto di presentare la domanda è il giorno stesso della pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale. Pertanto è chiaro che se anche nel frattempo non intervengono ulteriori informazioni, già da ora gli interessati dovranno fare i loro conti e se vogliono operare all’insegna della massima prudenza e del massimo scrupolo dovranno organizzarsi per controllare letteralmente giorno per giorno la pubblicazione della Gazzetta Ufficiale perché non appena questa avverrà, ci sarà il diritto di pretendere che la Direzione Provinciale del Lavoro competente per territorio, riceva fisicamente la domanda e vi metta un numero d’ordine (rilasciando la ricevuta, che si ha tutto il diritto di pretendere immediatamente), il che servirà per “bloccare”’ordine di arrivo rispetto l’utilizzo delle quote.
Facciamo presente infine che per quanto riguarda la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale c’è sempre un tempo tecnico di sfasatura tra la data di formale pubblicazione e la data in cui risulta disponibile dal punto di vista fisico il testo della Gazzetta Ufficiale.
Esempio pratico: la Gazzetta Ufficiale del giorno 15 gennaio anche se porterà questa data non sarà disponibile nel Veneto prima di qualche giorno dopo. Dal punto di vista legale però, è la data di pubblicazione che fa fede, quindi è chiaro che gli interessati dovranno cercare di tenersi il più possibile informati in anteprima sulla data di effettiva pubblicazione. Arrivo addirittura a suggerire, per chi avesse voglia di farlo, di tenersi in contatto telefonico con il Poligrafico dello Stato, l’Istituto con sede a Roma che cura la stampa della Gazzetta Ufficiale per conoscere in anteprima l’uscita sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto di programmazione dei flussi migratori.

La modulistica

Un’ultima avvertenza per fare presente che presso le DPL non è prevenuta per il momento ancora alcuna indicazione da parte del Ministero, quindi nessuna circolare, e non vi sono nemmeno nuovi moduli. Tuttavia i moduli utilizzati lo scorso anno dovrebbero essere gli stessi che potranno essere utilizzati quest’anno perché i requisiti e la normativa non sono cambiati. Di conseguenza dovremmo ritenere che la modulistica da utilizzare sia sempre la stessa.
Se invece la modulistica di quest’anno non fosse esattamente la stessa dello scorso anno, e servisse un’eventuale integrazione, la correzione o il perfezionamento della pratica dopo che è stata presentata sarà sempre possibile, quindi il consiglio che diamo dal punto di vista pratico e della prudenza è quello di presentare il prima possibile la domanda, anche su modulo “non ufficiale”.

Una volta che la domanda è stata presentata ci si può comunque giovare del fatto che comunque il posto nella graduatoria è già stato bloccato.